sabato, 7 Dicembre 2024

Panico Credit Suisse, Borse travolte. Si attendono cenni dalla Banca Nazionale Svizzera. E domani BCE

Sommario
Piazza Affari, btp

Qualche sera fa, parlando su Fox Business, il guru Robert Kiyosaki, autore del best seller di educazione finanziaria ‘Padre ricco, padre povero’, ha detto: “La mia previsione, dopo aver chiamato Lehman Brothers anni fa, è che la prossima banca ad andarsene sia il Credit Suisse perché il mercato obbligazionario sta crollando. Il mercato obbligazionario è molto più grande del mercato azionario. La Fed è in piedi e loro sono i vigili del fuoco e l’incendio doloso”. Il 18 marzo 2008, Kiyosaki era apparso sulla Cnn dove gli era stato chiesto da Wolf Blitzer: “Sei davvero così preoccupato per Goldman Sachs e Lehman Brothers?”. E lui rispose: “Sì”. Lehman Brothers ha presentato istanza di fallimento nel settembre 2008.

Credit Suisse ha chiuso il 2022 con 8 miliardi di perdite, tra scandali e investimenti sbagliati, un rosso che aveva spinto l’ottava banca d’investimento più grande del mondo a varare a fine anno un aumento di capitale da 4 miliardi, dal quale è emerso che Saudi Bank è ora primo azionista del colosso svizzero. L’istituto elvetico però ha rimarcato ancora “punti deboli”, dovuti a “l’incapacità di progettare e mantenere un processo di valutazione del rischio efficace per identificare e analizzare il rischio di errori significativi”. Il sito ‘Ticino online’ ha poi sottolineato che i deflussi di clienti starebbero continuando. Un mix pericoloso, culminato con le dichiarazioni, rilasciate a Bloomberg Tv, dal presidente dell’istituto saudita, Ammar Al Khudairy, socio col 9,9% di Credit Suisse, che ha escluso ulteriori aiuti finanziari: “La risposta è un no assoluto”, ha affermato, “per molte ragioni, le più semplici delle quali sono di carattere normativo e statutario”. Da qui il panico generalizzato: il titolo ha perso fino al 30% durante la giornata. Secondo il Financial Times, i vertici di Credit Suisse hanno chiesto aiuto alla Banca Nazionale Svizzera. E la BCE avrebbe chiesto alle banche europee di fornire dettagli sulle loro eventuali esposizioni a Credit Suisse .

Piazza affari KO

Banche vendute in tutta Europa. Listini in picchiata, dopo la grande paura di lunedì in seguito al crac di Silicon Valley Bank. Banche nella bufera, con perdite intorno al 10% per SocGen e BnP Paribas. Piazza Affari lascia sul terreno un altro 4,6% (27 miliardi in fumo) dopo il -4% del lunedì nero. Fra i titoli in verde Campari, Terna, che ha presentato il piano industriale, oltre a Erg che ha chiuso il 2022 con profitti oltre le attese modificando anche il piano industriale al 2026. In fondo al listino le banche, dove spicca il -9% di Unicredit, ma anche Saipem (-9,88%), reduce da un rally negli ultimi mesi, e Tenaris (-8,95%), punite dal tracollo del petrolio per timori di recessione. 

Telecom perde “solo” il 3,4% nel giorno in cui il cda ha aperto ai rilanci delle offerte di Kkr e Cdp-Macquaire per la rete. Offerte per ora giudicate non sufficienti, ma c’è tempo fino al 18 aprile. 

Domani conference call con gli analisti e investitori per presentare i risultati 2022 di Enel e Snam, oltre alla relazione finanziaria annuale di Eni. Poi usciranno anche i numeri di Mondadori e Webuild.

L’inflazione non interessa più?

A metà giornata i dati sui prezzi alla produzione americana in realtà sono stati ottimi, a febbraio sono addirittura scesi dello 0,1% mensile. Un altro segnale di raffreddamento dell’inflazione dopo il calo di ieri. Però i consumi statunitensi sono calati dello 0,4% contro attese di un -0,3%. Un timore di recessione che mescolato alle incertezze legate ai crac bancari e alla crisi di Credit Suisse hanno messo in secondo piano il dato sui prezzi alla produzione.

BCE falco o colomba

A proposito di inflazione, quella francese è cresciuta più delle aspettative a febbraio dell’1%. Un dato che non aiuta Christine Lagarde che domani comunicherà il nuovo tasso d’interesse, che sulla carta dovrebbe salire dello 0,5%, ma soprattutto la presidente della BCE dovrà dare la linea sulla futura politica monetaria in Europa. Il crollo dei prezzi di gas e petrolio aiutano a frenare la domanda, e quindi l’inflazione. Continuare con l’aggressività, almeno comunicativa, potrebbe destabilizzare anche qualche banca europea, piena di titoli di Stato. Non solo Credit Suisse. ©

Classe 1977. Giornalista. Lavoro all’agenzia di stampa Green Economy Agency, dove seguo il mercato dell’energia e non solo. Ex vicedirettore di Libero. Da sempre appassionato di economia e finanza, su il Bollettino scrivo la rubrica “Buy Buy, cosa succede in Borsa”, dove racconto gli spunti della seduta appena conclusa e segnalo appuntamenti e possibili titoli da seguire per il giorno successivo.