sabato, 27 Aprile 2024

Piazza Affari rialza la testa anche se in America balla un’altra banca. Mercoledì c’è la Fed

Sommario
recessione

È passata la bufera? A vedere la giornata oggi in Borsa viene da dire di no. Però Piazza Affari prova a vedere il bicchiere mezzo pieno e rialza la testa. Anche perchè la convinzione che è passata è che, col precedente dell’azzeramento di alcuni bond di Credit Suisse, le azioni sembrano più sicure dei bond. Unicredit, Intesa e le altre banche dopo una partenza da panico in ribasso hanno poi chiuso con forti guadagni (+3,06% il settore), spingendo il Ftse Mib a terminare la seduta con un +1,59%. Bene anche A2A, +5,31%, e in generale tutte le utilities.

Oro e Powell

L’oro ha toccato i 2000 dollari l’oncia, seguendo le attese di uno stop ai rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve. Jerome Powell e gli altri governatori di Fomc si riuniranno domani e mercoledì alle 19 comunicheranno la decisione di politica monetaria. Alle 19.30 ci sarà poi la conferenza dello stesso Powell. Goldman Sachs guida il gruppo delle case d’affari che si aspettano una pausa sulla stretta, vista la debacle dei bancari proprio in seguito all’aumento dei tassi e alla svalutazione dei titoli di Stato detenuti in portafoglio. Christine Lagarde non vede rischi per l’Europa, promettendo comunque liquidità nel caso di necessità. Si naviga comunque a vista. 

Che fretta c’era

Dopo un weekend di lavoro le istituzioni svizzere hanno svenduto in tutta fretta Credit Suisse a Ubs, che ha pagato solo 3,25 miliardi di dollari per una banca rivale che vantava asset più o meno per 50. C’era fretta di chiudere il dossier prima dell’apertura dei mercati. E così, per la prima volta, sono stati salvati gli azionisti (anche se il titolo in Borsa ha perso il 50-60% rispetto a venerdì) e non gli obbligazionisti di titoli Additional Tier 1, che avevano in mano bond per 17 miliardi. La decisione ha mandato ko i titoli degli altri istituti che usano queste obbligazioni per aumentare il patrimonio, riconosciute pienamente dalla BCE. Gli operatori non hanno apprezzato il precedente, ma nemmeno gli organi di vigilanza europei, secondo i quali le azioni dovrebbero essere azzerate prima dei Bond Tier 1. Ora si profila una causa internazionale.

Autogol della Banca Nazionale Saudita

Perché non è stato cancellato il valore dell’azione? Gli indizi puntano alla Saudi National Bank, prima azionista di Credit Suisse col 9,9% fino a venerdì sera. La scorsa settimana, facendo sapere che non avrebbe messo più soldi, aveva scatenato le vendite sul titolo sulla scia del crac di Silicon Valley Bank. Ora si ritrova con una perdita dell’80% del suo investimento, essendo entrata nel capitale dell’istituto a 3,82 franchi mentre Ubs verserà solo 0,76 franchi ad azione, però nel medio lungo periodo potrà sperare di recuperare dato che sarà azionista di un gruppo guidato appunto da Ubs che avrà 100 miliardi di liquidità disponibile dalla Banca Centrale Svizzera.

America first

La liquidità serve in queste ore a First Republic, la banca di San Francisco alle 17,30 ora italiane perdeva il 40%, dopo i tonfi della scorsa settimana. Le grandi banche Usa avevano predisposto un intervento da 30 miliardi per salvarla. Non è bastato. La svendita di Credit Suisse non ha di certo aiutato. Ora i big di Wall Street, in contatto con le autorità americane, dovrebbero varare un piano B. Basterà? ©

Classe 1977. Giornalista. Lavoro all’agenzia di stampa Green Economy Agency, dove seguo il mercato dell’energia e non solo. Ex vicedirettore di Libero. Da sempre appassionato di economia e finanza, su il Bollettino scrivo la rubrica “Buy Buy, cosa succede in Borsa”, dove racconto gli spunti della seduta appena conclusa e segnalo appuntamenti e possibili titoli da seguire per il giorno successivo.