lunedì, 7 Ottobre 2024
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Il primo via libera del Parlamento Europeo per la direttiva sulle case Green fa tremare i muri di migliaia di palazzine. Se la norma fosse approvata senza modifiche, infatti, gli italiani potrebbero dover affrontare una spesa di oltre 1.500 miliardi di euro. Gli edifici “fuorilegge” che potrebbero richiedere lavori importanti sono circa 8 milioni e sono 11 milioni gli edifici che hanno una classe energetica inferiore alla D, ovvero il 74% del patrimonio immobiliare nazionale, secondo stime dell’ENEA.

Ma che cosa prevede la Energy performance of building directive? «Il progetto, lanciato dal Parlamento Europeo», dice Giorgio Spaziani Testa, Presidente dell’associazione Confedilizia. «stima il raggiungimento per case ed edifici privati di un efficientamento energetico pari almeno a classe E entro il 2030 e alla D entro il 2033. La “rivoluzione verde” include anche gli edifici pubblici: l’obiettivo è di arrivare alla classe E dal 2027 e alla classe D dal 2030. A creare malumori è lo stop ai crediti d’imposta, che ha creato la categoria degli Esodati del Superbonus».

Cosa dire della direttiva sulle case green?

«Non dobbiamo agire con obblighi, ma attraverso stimoli e incentivi. Ci attendiamo che il Governo si impegni a scongiurare l’approvazione finale della direttiva sulle case Green. Abbiamo apprezzato lo spirito della riforma fiscale, soprattutto l’introduzione della cedolare secca sugli immobili commerciali. Dopo l’approvazione continua l’iter Parlamentare e ci sarà occasione per approfondire un tema che riguarda tutti».

Si parla spesso di Superbonus ma esistono anche altri incentivi e aiuti

«La questione è cessione del credito sì o no. In alternativa, bisogna pensare altri sistemi per agevolare l’utilizzo di tutti gli incentivi. Al di là della misura della detrazione in sé, che era già passata dal 110 al 90%, la scomparsa per il futuro del sistema della cessione del credito rende le detrazioni impossibili da utilizzare, in molti casi. In particolare, mi riferisco alle persone che non hanno redditi sufficienti per portare le spese in detrazione. Come soggetti più ampi, pensiamo ai condomini, dove spesso convivono persone con capacità di reddito differenti.

Quindi sposterei l’attenzione dalla percentuale di spesa su interventi che possono essere incentivati. Il problema è verificare se l’eliminazione della cessione del credito e dello sconto in fattura siano scelte definitive. Se la risposta è affermativa, bisogna trovare altri sistemi per favorire l’utilizzo della detrazione almeno quando gli interventi sono più necessari e di interesse pubblico. Questo è il punto centrale a nostro avviso».

Che scenario si profila per le aziende della filiera ?

«Potrebbero ripartire i tanti cantieri fermi nelle nostre città. Inoltre, probabilmente, a catena, si potrebbe riaprire qualche possibilità di intervento ulteriore. La situazione ad oggi è molto critica, non solo per le imprese ma anche per i proprietari degli immobili. C’è chi ha organizzato manifestazioni di piazza, pensiamo ad esempio al Comitato degli Esodati del Superbonus. Questo va sottolineato perché è un problema serio. Tante persone sono in difficoltà perché hanno anticipato somme di denaro e si sono trovate da un momento all’altro in estrema difficoltà per il blocco dei crediti e dei provvedimenti degli ultimi mesi».

La Guardia di Finanza ha sequestrato crediti di imposta inesistenti del valore complessivo di 3,7 miliardi di euro. Eliminare una misura che funziona e porta benefici a diversi settori per colpa delle truffe suona come una resa. Come prevenire queste distorsioni?

«È vero che si è parlato molto del problema delle truffe, spesso a sproposito. È un fenomeno che riguarda maggiormente altri incentivi. Ci tengo però a sottolineare che il blocco attuato del Governo non è stato motivato dalla questione delle truffe. L’Eurostat ha cambiato alcune impostazioni e parametri, ponendo così problemi in termini di deficit pubblico. Al di là di questo, la realtà è che bisogna fare delle scelte. Se si vuole che il nostro patrimonio edilizio venga migliorato sugli aspetti di sicurezza sismica ed efficientamento energetico bisogna essere consapevoli del fatto che serve un incentivo rilevante e, soprattutto, un sistema quale la cessione del credito oppure qualcosa di analogo. Altrimenti, possiamo scordarci che questi interventi vengano fatti soprattutto nei condomini, perché c’è una risaputa difficoltà di azione.

Siamo in una fase di difficoltà a sopportare le spese ordinarie, anche a causa del caro energia. Senza incentivi non si può sperare che gli italiani facciano interventi importanti sui loro immobili sul piano del risparmio energetico. Da questo punto di vista, a nulla serve la direttiva europea che pretende di obbligare le persone a effettuare questi lavori. Il problema rimane».

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Quali scenari si aprono dopo il primo via libera dell’Europa alla direttiva sulle case Green?

«Dopo la prima approvazione della direttiva da parte del Parlamento Europeo, si apre la fase in cui i Governi possono intervenire attraverso attività di mediazione. Ci aspettiamo che il Governo italiano sia coerente con quello che ha stabilito la Camera, che lo impegna a scongiurare l’approvazione della direttiva, ma anche con le parole pronunciate negli ultimi mesi dai suoi esponenti. Non servono piccole modifiche, dobbiamo cambiare la prospettive: non agire attraverso obblighi ma attraverso stimoli e incentivi. Non bastano modifiche alla direttiva europea, va cambiata completamente».

La situazione del patrimonio immobiliare degli italiani suggerisce però che, a prescindere dalle modalità, non possiamo trascurare l’importanza di rinnovare le case dal punto di vista dell’efficientamento energetico

«Il tema dell’efficientamento energetico deve essere affrontato insieme almeno a quello del miglioramento sismico. È inutile puntare a risparmiare energia se l’immobile crolla, perché i terremoti in Italia non sono rari. Sono obiettivi però che devono essere raggiunti consentendo agli Stati di indirizzare le proprie politiche in una direzione o nell’altra attraverso stimoli e spinte gentili ad agire. L’imposizione non porta a nulla. Pensiamo al caso dei condomini, che hanno difficoltà oggettive a sostenere spese extra. Non possiamo mettere in mora mezza Italia perché non vengono realizzati gli interventi richiesti dall’Europa. Inoltre, agendo attraverso imposizioni si ottiene il risultato di rendere impopolari obiettivi di interesse pubblico, l’effetto opposto rispetto a quello che si vorrebbe ottenere. Identificare questi importanti lavori con obblighi porta un danno».

Che futuro possiamo immaginare per i mutui Green?

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«Credo che i mutui cresceranno nei prossimi anni, la tendenza è questa e siamo sulla strada. È un fenomeno in linea con i trend recenti che, nell’ambito delle regole di libero mercato, potrà consentire di aiutare a raggiungere gli obiettivi di efficientamento energetico. Ritengo che possa avere una sua utilità, ovviamente dipende dalle caratteristiche degli immobili, ma è un trend che può portare benefici».

Le prospettive per il mercato immobiliare nei prossimi due anni sono sfavorevoli, dati Banca d’Italia, Agenzia delle Entrate e Tecnoborsa. Secondo una larga maggioranza degli agenti nei prossimi dodici mesi l’andamento dell’inflazione al consumo peserà negativamente sulla domanda di abitazioni e sui prezzi di vendita. Quanto inciderà questo sulle imprese edili e sull’economia del Paese?

«C’è il rischio, per chi ha investito nel mattone, di tornare a quello che è accaduto per una decina d’anni fino al 2021. In parole povere, i prezzi delle case sono stati in costante calo, in controtendenza rispetto a quello che accadeva negli altri Paesi dell’Unione Europea. Credo che l’approvazione della direttiva UE sulle case Green possa aggravare ulteriormente questo fenomeno. L’inflazione, l’aumento dei tassi e le conseguenze sui muti da una parte possono portare chi ha i mezzi a investire in immobili, perché convinto del fatto che il mattone resiste meglio alle fluttuazioni del mercato. Dall’altro lato, il mercato della compravendita della prima casa, il segmento che tira di più, è notevolmente influenzato dagli aumenti dei tassi e quindi dei mutui. Ci sono difficoltà ad accedere ma anche in corso di mutuo, per chi ha elementi di variabilità. Le prospettive non sono molto positive». ©

Articolo tratto dal numero del 15 aprile 2023 de il Bollettino. Abbonati!

Il mio motto è "Scribo ergo sum". Laureato in "Mediazione Linguistica e Interculturale" ed "Editoria e Scrittura" presso La Sapienza, mi sono specializzato in giornalismo d’inchiesta, culturale e scientifico. Per il Bollettino mi occupo di energia e innovazione, i miei cavalli di battaglia, ma scrivo anche di Mercati, spazio e crypto.