venerdì, 19 Aprile 2024

Big Tech e antitrust: un rapporto difficile

Sommario
Microsoft antitrust

Microsoft è nel mirino degli antitrust europei. A pochi giorni l’una dall’altra, per la multinazionale americana arrivano pessime notizie da due fronti diversi, nell’Unione Europea e nel Regno Unito. Ma come si spiega tanto accanimento sul gioiellino di Bill Gates?

Il blocco al Cloud Gaming

Il primo colpo alla softwarehouse più grande al mondo viene da oltremanica. Dopo accertamenti durati diversi mesi, la Competition and Markets Authority, principale organo antitrust britannico, regola contro l’acquisizione della casa di videogiochi Activision Blizzard.

Il procedimento di fusione era già in corso da gennaio dell’anno scorso, quando Microsoft aveva annunciato di voler acquisire Activision per un prezzo totale di 68 miliardi di dollari (oggi divenuti 75). Poi lo stop dell’antitrust in attesa di una decisione, che ora è arrivata e probabilmente, nonostante il ricorso già depositato da Microsoft, sarà quella definitiva. Secondo la CMA, l’acquisizione avrebbe messo a rischio la competitività del settore gaming, limitando l’utilizzo dei contenuti di Activision (tra cui la franchise multimilionaria Call of Duty) alla sola piattaforma di cloud gaming di Microsoft, Xbox Cloud Gaming. Una decisione che blocca la più grande operazione M&A nella storia del colosso americano, ma mette anche a repentaglio i suoi progetti di espansione nel mondo dei videogames.

La separazione tra Teams e Office

L’altra ferita all’apparentemente inscalfibile posizione di mercato di Microsoft sembra in realtà uno spontaneo passo indietro. La compagnia si è infatti impegnata a separare il programma di videochiamate e online chat Teams dalle app del suo tradizionale pacchetto Office. Finora, gli utenti che acquistavano il pacchetto erano automaticamente obbligati a installare Teams. Con questo annuncio, Microsoft risponde ai dubbi sollevati dalla piattaforma rivale Slack già nel 2020, che aveva contestato questo modus operandi come lesivo della concorrenza.

Ma la mossa non giunge certo senza una ragione valida, né in un momento casuale. A quanto pare, le autorità antitrust della Commissione Europea starebbero per avviare un’inchiesta formale per far luce sulle attività del gruppo nell’UE. Proprio per cercare di evitare l’indagine, Microsoft avrebbe scelto di mostrare la sua volontà di cooperazione, gettando un osso ai legislatori europei. Ma, per ora, l’annuncio sembra destinato a rimanere tale: la casa non si è infatti ancora attrezzata in alcun modo per cercare di trovare una soluzione alternativa per l’utente.

Gli abusi ricorrenti e sistematici

Non è certo il primo caso che vede Microsoft presa di mira per abuso di posizione dominante. Nel 2008 aveva subito un’indagine da parte della Commissione Europea per via dell’accusa di indurre gli utenti a utilizzare il suo browser inhouse Internet Explorer includendolo in automatico nel sistema operativo Windows. Al termine del procedimento, Microsoft si era impegnata a smettere questa pratica, salvo poi ricevere una multa da 561 milioni di euro nel 2013 per non aver fatto alcuno sforzo reale in tal senso.

D’altronde, neanche le sue “sorelle” nel gruppo delle cosiddette Big Tech (su tutte Google, Facebook e Amazon) sono estranee a procedimenti giudiziari di questo tipo, specie a livello europeo. A sorprendere, oltre alla straordinaria frequenza di questo tipo di violazioni, è l’apparente noncuranza con cui contromisure e sanzioni sono state storicamente trattate. E viene spontaneo chiedersi quale sia il confine tra i continui abusi di posizione dominante cui abbiamo assistito negli ultimi anni e la creazione di veri e propri monopoli. In fin dei conti, chi potrebbe realisticamente competere allo stesso livello di Amazon o Microsoft nei loro rispettivi settori di competenza? La domanda resta aperta, ma non pare eccessivo chiedersi se le armi a disposizione dell’antitrust, dai tempi in cui la stessa Microsoft evitava per un soffio di venire spaccata in due entità autonome, non si siano smussate e ridotte. ©

📸 Credits: Canva Stock

Studente, da sempre appassionato di temi finanziari, approdo a Il Bollettino all’inizio del 2021. Attualmente mi occupo di banche ed esteri, nonché di una rubrica video settimanale in cui tratto temi finanziari in formato "pop".