lunedì, 7 Ottobre 2024

La Romagna ora ha il problema dei rifiuti

Romagna

Dopo l’alluvione, in Romagna sono rimasti i rifiuti. In tutta la zona colpita se ne sono accumulate circa 100 mila tonnellate, più di quanti ne vengano smaltiti in un anno. Quanto costerà liberarsi di queste macerie?

I rifiuti in Romagna dopo l’alluvione

L’alluvione della Romagna ha fatto danni ingenti non solo a strade, case e argini dei fiumi, ma anche agli oggetti comuni. Mobili, vestiti, elettrodomestici e automobili, che l’acqua e il fango hanno reso inutilizzabili.

In questi giorni di emergenza si sono accumulati ai bordi delle strade, nelle città più colpite, e solo ora i comuni hanno cominciato a stimare la reale quantità degli oggetti danneggiati. Le prime stime parlano di 100 mila tonnellate, ma stando ai rapporti provenienti da alcune aree, potrebbe trattarsi di una cifra al ribasso.

La sola città di Forlì potrebbe aver accumulato tra le 20 e le 30 mila tonnellate di materiale da smaltire. Faenza è stata divisa in 16 zone, per facilitare l’intervento dei vigili del fuoco e della protezione civile, incaricati di liberare le strade dalle macerie.

Una stima del costo di smaltimento

Le quantità di rifiuti causate dall’alluvione sono enormi, soprattutto se paragonate a quelle che le città devono gestire annualmente. Forlì produce 13 mila tonnellate di spazzatura all’anno e si trova a gestirne più del doppio.

Una stima del costo di smaltimento ufficiale non esiste e le cifre precise si potranno sapere soltanto a lavoro terminato. Si può per confrontare il costo della gestione dei rifiuti urbani tradizionali con le quantità di macerie accumulate per le strade romagnole.

Le tariffe di smaltimento dei rifiuti urbani nel nostro Paese variano enormemente dai 225 euro per tonnellata di Trento agli oltre 400 della Puglia. Anche limitando a una spesa teorica di 300 euro a tonnellata il trattamento dei rifiuti causati dall’alluvione in Romagna, la cifra totale potrebbe aggirarsi attorno ai 30 milioni di euro, il 30% dei fondi finora stanziati dal governo per l’emergenza in prima battuta. ©

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