domenica, 12 Maggio 2024

La Russia toglie il grano di bocca a mezzo mondo

La Russia tenta il braccio di ferro, ma lo fa a spese degli affamati. A quasi 12 mesi dall’accordo siglato lo scorso 23 luglio con l’Ucraina per il passaggio di rifornimenti di grano nel Mar Nero, Putin temporeggia sul rinnovo. Ma la scadenza è lunedì e l’orologio continua a ticchettare.

💸 A tremare sono soprattutto Paesi con livelli di povertà altissimi e lacerati dalla guerra, come Siria, Sudan e Yemen. L’accordo garantisce infatti a ben 22 milioni di tonnellate di frumento (FONTE: Associated Press) ucraino di fluire sui mercati internazionali, contribuendo notevolmente a contenere i rincari di un bene che l’anno scorso, tra guerra e colli di bottiglia logistici, stava diventando merce rara. Ora, specie per Paesi come quelli sopracitati, si riaffaccia lo spettro di una nuova carestia. Quello che era stato definito dal Segretario Generale ONU António Guterres come «un faro di speranza per milioni di persone affamate» potrebbe spegnersi.

🌾 Alla vigilia della guerra, l’Ucraina rappresentava il settimo produttore di grano al mondo e la Russia il terzo, con rispettivamente 26 e 73 milioni di tonnellate prodotte nel 2021 (FONTE: AtlasBig). L’output dei due Paesi combinati rappresentava, al 2020, circa l’11,5% dell’intera produzione mondiale (FONTE: Faostat).

🚢 Mosca giustifica le minacce sostenendo di fronteggiare ancora ostacoli nel suo commercio di grano e fertilizzante, nonostante le cifre record raggiunte negli ultimi mesi dagli export russi di frumento. In realtà, potrebbe trattarsi di una mossa politica volta a ottenere vantaggi sul piano negoziale. Non è la prima volta che l’accordo si trova a rischio di saltare, dopo altri due rinnovi sul filo del rasoio.

13 Luglio 2023

Studente, da sempre appassionato di temi finanziari, approdo a Il Bollettino all’inizio del 2021. Attualmente mi occupo di banche ed esteri, nonché di una rubrica video settimanale in cui tratto temi finanziari in formato "pop".