mercoledì, 8 Maggio 2024

Spin-off universitari: il valore della ricerca seduce le aziende

DiMarco Battistone

1 Ottobre 2023
Sommario
spin-off

Traguardo al Policlinico di Bari, dove si è svolto il primo intervento chirurgico in 5G e da remoto. Un evento reso possibile dalla sinergia tra il mondo imprenditoriale e quello accademico, dove si colloca una realtà sempre più in crescita: quella degli spin-off universitari. Aziende e progetti che nascono proprio partendo dalle università ma andando poi a guardare verso il mercato. «La ricerca in Italia è di altissimo livello» dice Luca Turconi, co-founder di Ottozerouno, Startup innovativa fondata nel 2022, con l’obiettivo di mettere in contatto imprese e università per creare nuove sinergie imprenditoriali. «Spesso ci capita di supportare grandi aziende e piccole e medie imprese nel costruire progetti di trasformazione digitale facendo leva sul contributo di Startup innovative esterne». Un intervento che si snoda in accordo a un paradigma, quello dell’open innovation, che ormai è legge, per chi guarda al futuro.

«Ho studiato ingegneria matematica al Politecnico di Milano, e quando mi sono laureato sono subito entrato in uno spin-off universitario che si occupava di fornire consulenza alle aziende in diversi settori industriali. Negli anni, mi sono costruito un’esperienza nell’ambito dell’innovazione e del trasferimento tecnologico: aiutare aziende in settori diversi a ottimizzare il loro modo di lavorare e i processi decisionali sfruttando tecnologie e metodologie al front-end della ricerca scientifica. Valorizzare dati e conoscenze che avevano a disposizione grazie a tecnologie innovative come l’intelligenza artificiale, la simulazione matematica e l’ottimizzazione. Il mio socio, Marco Giannotti, ha esperienza come manager di grandi aziende. Ha lavorato per anni nel settore delle telecomunicazioni, dove si è occupato di sviluppo e commercializzazione di prodotti e servizi innovativi, sia nel mercato consumer sia in quello B2B. Ci siamo incontrati all’interno dello spin-off in cui lavoravo. Poi, a inizio 2022, ci siamo buttati in questa nuova impresa».

Luca Turconi, Ottozerouno

Con un nome particolare

«Ottozerouno nasce dal numero della stanza in cui abbiamo per la prima volta discusso la nostra idea. L’abbiamo scelto anche perché l’8 nelle culture orientali è il numero portafortuna per eccellenza, mentre lo 01, per noi ingegneri rappresenta la discontinuità, il momento in cui un motore si accende, qualcosa cambia. Ci piace pensare di essere una realtà “attivatore” per gli spin-off e le aziende con cui lavoriamo».

Quali sono le strategie che adottate?

«Gli spin-off universitari partono portando grandissime competenze tecniche, frutto di anni di ricerca. Tuttavia, spesso, quando nascono queste iniziative, hanno bisogno di un supporto, soprattutto dal punto di vista imprenditoriale e manageriale. Quello che portiamo loro è proprio un approccio che li aiuti ad accelerare lo sviluppo del business. In particolare, nella ricerca di clienti e partner che possano aiutarli a velocizzare il loro percorso di crescita. L’apporto principale è proprio la complementarità che si viene a creare grazie al nostro background, che ci consente di poter parlare il linguaggio dei ricercatori tanto quanto quello delle aziende e del mercato».

Come vi approcciate alle grandi aziende?

«Anche quando lavoriamo con entità più consolidate e apriamo tavoli di confronto al loro interno per individuare tematiche di innovazione e avviare delle sperimentazioni, il nostro ruolo è di fare da cuscinetto tra due mondi che spesso hanno tempistiche e modalità di lavoro molto diverse. E questo spesso aiuta a portare al successo molte iniziative che altrimenti si fermerebbero a delle prime proof of concept».

Il ruolo di mediatore è il vostro punto di forza sul mercato?

«È sicuramente una grande specificità, che si affianca al fatto di avere un focus molto verticale sul mondo della ricerca e su iniziative che nascono con una caratterizzazione tecnologica di un certo valore. In più, il supporto che forniamo è molto concreto e operativo. Non ci limitiamo a portare consiglio da esterni a queste realtà, ma ci impegniamo attivamente al fianco dei founder e del team della Startup. Per aiutare a costruire una strategia, ma anche nel quotidiano, in fase di negoziazione dei contratti, di organizzazione del lavoro e di sviluppo del mercato. L’approccio concreto e imprenditoriale ci contraddistingue anche verso le stesse aziende consolidate, che oggi nel panorama dell’open innovation possono trovare grandi player in grado di offrire numerosi servizi».

Siete a stretto contatto con il sistema universitario, spesso descritto come lento e burocratizzato…

«Lavoriamo con spin-off privati e affini a questo mondo perché fondati da ricercatori. La parte universitaria è un ottimo bacino da cui il team dei founder trae vitalità e supporto. Noi abbiamo contatti con diversi soggetti che si occupano di trasferimento tecnologico, come ad esempio incubatori e acceleratori, con cui costruiamo relazioni dirette. Cerchiamo di stabilire rapporti con centri di ricerca e università per identificare persone innovative, ambiziose e soprattutto determinate a misurare le loro soluzioni con il mercato. Non è sempre facile».

Quali sono le caratteristiche che cercate negli spin-off universitari?

«Una volta identificate delle realtà che ci possono interessare, effettivamente non valutiamo solo gli aspetti tecnologici. Sicuramente ha un peso la soluzione tecnologica che propongono, ma proviamo a cercare di capire da un lato quale può essere l’impatto che noi, con le nostre competenze e il nostro network, possiamo portare a quella specifica iniziativa. Dall’altro lato, è fondamentale riuscire a conoscere approfonditamente il team di lavoro. È quest’ultimo l’elemento che fa la differenza. L’aiuto che forniamo è quello poi di completare la squadra interna in modo che sia robusta e che possa fare da “cuscinetto” tra il team dei ricercatori e il mondo del mercato».

Come valutate un cliente?

«Facciamo uno scouting molto approfondito con il supporto di una piattaforma di intelligenza artificiale che abbiamo chiamato Talea, con un riferimento botanico. La selezione è per quelle Startup che riteniamo siano adatte a ricevere il nostro supporto e su cui pensiamo di poter portare una discontinuità di crescita. La crescita ed il successo di queste Startup diventa il nostro successo. Tutto il know-how che costruiamo grazie alla nostra attività di scouting lo mettiamo anche al servizio delle aziende con cui lavoriamo e per cui individuiamo Startup con cui attivare collaborazioni».

Prospettive e progetti?

«Ci focalizziamo su temi relativi a transizione digitale, intelligenza artificiale e Internet of Things. D’altra parte, riteniamo che le tecnologie digitali siano degli abilitatori di innovazione in tantissimi settori e crediamo che possano essere elementi su cui fare leva per creare un mondo sempre più sostenibile. Ci piacerebbe in futuro poter guardare anche verso altri ambiti del mondo Deep Tech che richiedono maggiori capitali e investimenti».                               ©

Ha collaborato Marta Colazzo

Articolo tratto dal numero del 1 ottobre 2023 de il Bollettino. Abbonati!

Studente, da sempre appassionato di temi finanziari, approdo a Il Bollettino all’inizio del 2021. Attualmente mi occupo di banche ed esteri, nonché di una rubrica video settimanale in cui tratto temi finanziari in formato "pop".