Un punto di svolta per l’eCommerce. Al via la sperimentazione di Google per disabilitare sul browser Chrome i cookies per un numero selezionato di persone. Quale sarà il destino di chi lavora direttamente attraverso la pubblicità online?
La sperimentazione di Google
Per ora sono 30 milioni (solo l’1%) tra gli utenti che usano il browser targato Google a ricevere un messaggio personalizzato appena si apre Chrome. «Naviga con più privacy», questa l’opzione di default per i pochi selezionati casualmente. Secondo il report di Twilio, l’80% delle aziende dichiara che un’esperienza personalizzata porta a un incremento medio della spesa del 38%. Dall’altra parte, però, pretendono una maggior tutela della propria privacy.
Rivoluzione dei cookies, ma non una novità
I browser Safari (di proprietà Apple) e Firefox hanno anticipato Google sui tempi di diversi anni. La differenza tra questi due browser e Chrome è che quest’ultimo è utilizzato da un numero maggiore di utenti, circa due terzi. Una sproporzione che mette a rischio i profitti di chi lavora proprio con i cookies e le pubblicità online.
Il futuro del marketing nell’era post-cookies
Per decenni, i cookies di terze parti hanno costituito la base indiscussa delle strategie di personalizzazione nel marketing. Cosa succederà ora? Gli operatori del settore devono fare i conti con normative sulla privacy stringenti. Le possibili soluzioni possono essere:
- gestione più consapevole dei dati di prima parte, quindi le informazioni raccolte direttamente dal proprio sito web o applicazione, o attraverso il proprio e-commerce;
- attenzione maggiore ai dati di parte zero, che vengono direttamente e volontariamente lasciati dall’utente, per esempio attraverso sondaggi o compilazione di form;
- utilizzo intelligente di CRM (Customer Relationship Management), strumento principe nella gestione della relazione con il cliente.
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