domenica, 28 Aprile 2024

Sport: il Mercato vola a 102,3 miliardi, ma non c’è solo il business…

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Associazioni, aziende, club e università corrono in aiuto dello sport italiano per far ripartire uno dei motori di crescita del Paese. La chiave del successo? Il management. «Il mercato sportivo italiano ha un impatto positivo sull’economia nazionale. Genera un valore aggiunto per 24 miliardi e mezzo di euro, occupando circa 420.000 persone. La creazione di posti di lavoro è un tema molto importante da sottolineare. Spesso lo sport viene visto come un divertimento ma è un sistema molto complesso», dice Pietro Barbera, Business Development Manager presso il Piatti Tennis Center e membro del Consiglio di Sportmaster Consulting. E proprio quest’ultima società collabora con l’Università Cattolica del Sacro Cuore al nuovo Master in Sports Management Businesses, Communities, Territories.

A chi si rivolge?

«Ai giovani che vogliono diventare manager sportivi sul panorama internazionale. Prevede anche un periodo di stage formativo in una realtà sportiva, finalizzato a consolidare sul campo le competenze sviluppate nel corso dell’anno».

Barbera

Quali sono le aree d’interesse principali?

Accounting & Finance, Governance & Legal, Policies, Societies, Territories, Elective Courses e Strategy and Management. E il progetto ha già raccolto la partecipazione di AC Milan, EY, BCC Milano, Piatti Tennis Center, Federazione Italiana Pesistica, Federazione Italiana Motonautica, Gresini Racing, Maccabi World Union, Poncato & Partners, Passoni, Saucony, StarzPlay, BLINK, EIS, Different, Rouler, TRI60, Lendlease, Dentons sono solo alcuni dei partner che contribuiranno attivamente al Master. «Nel 2023 il calcio è stato il settore trainante nello sport, con un valore di 42,2 miliardi di euro. Seguono fitness e wellness con 26 miliardi di euro circa e lo sport per il tempo libero con 21 miliardi di euro, più diffuso come mercato di massa. I principali settori si suddividono in sport di squadra e individuali.

Nella prima categoria troviamo il calcio al primo posto, ma c’è un grandissimo seguito sulla pallacanestro, un buon pubblico sulla pallavolo e sul rugby, mentre l’hockey sul ghiaccio riscuote un po’ meno successo. Per quanto riguarda gli individuali, invece, in prima posizione c’è il tennis che sarà sempre più seguito dopo i recenti successi degli azzurri, seguito dal golf e dal ciclismo, anch’esso molto importante. Negli ultimi anni lo sci, in particolare, ha scalato posizioni ed è salito nelle preferenze degli italiani grazie alle vittorie di Sofia Goggia e Federica Brignone».

Quanto vale oggi complessivamente il business sportivo nel nostro Paese?

«I dati dell’Osservatorio sullo Sport System Italiano di Banca Ifis dicono che il valore del mercato sportivo nel 2023 è arrivato a 102,3 miliardi di euro, importo in crescita del 9,2% rispetto al 2022. L’Italia si colloca quindi al quarto posto nell’Unione Europea per valore assoluto dopo il Regno Unito, la Germania e la Francia. Un dato che fa ben sperare per quanto riguarda il fine ultimo del master. In un mercato che cresce, la possibilità di instaurare una struttura funzionale permette di dare una visione a lungo termine molto importante. Questa crescita è dovuta a diversi fattori, uno dei più importanti è il ritorno alla normalità dopo il Covid-19. Tra gli elementi trainanti ci sono anche l’aumento della partecipazione a eventi sportivi live e in streaming, la diffusione delle nuove tecnologie, ma anche la maggiore popolarità degli ambiti fitness e wellness».

Quali conoscenze e strumenti per il mondo del lavoro acquisiranno gli studenti?

«È importante sottolineare che il corso di studi è organizzato da entrambe le facoltà di Banking e Finanza e di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione con la società Sportmaster Consulting. Il master è esclusivamente in lingua inglese perché l’obiettivo è entrare in un mondo internazionale, non solo italiano, per avere una visione a 360 gradi del mondo sportivo, grazie al supporto di un gran numero di aziende che operano nel settore. Il fine è preparare gli studenti nella migliore maniera possibile al mondo professionale. La durata è di un anno accademico, al termine del quale si conseguono 74 crediti ECTS.

L’obiettivo che si pone è formare dei giovani professionisti nelle varie discipline e specialità che gravitano nel mondo del management sportivo, con particolare attenzione a governance, legal, marketing, media e tecnologia. Il valore aggiunto è rappresentato da una visione olistica, una conoscenza trasversale di tutto quello che può essere il mondo sportivo odierno. Il corso di studi prevede anche una parte di Risorse Umane e Corporate accounting».

Quali sono gli obiettivi?

manager

«Vogliamo aiutare a sviluppare skills e conoscenze che sono necessarie per creare professionisti in posizioni apicali di organizzazioni, associazioni, club, federazioni e società. Parliamo anche di aziende che gravitano intorno al mondo sportivo, come Puma e Ski. Il master permetterà di ottenere una conoscenza profonda su temi, problemi e opportunità su governance e policies sportive, che stanno diventando sempre più importanti soprattutto grazie alla digitalizzazione. Un’altra delle priorità del corso è sviluppare la tematica dell’impatto sociale dello sport, che non deve essere visto solo come un business, ma anche come un mezzo per arrivare alla società e al territorio. I progetti degli stadi elaborati da diverse società di calcio ridisegnano anche l’ambito circostante, includendo la ricerca di posti di lavoro, l’abbellimento della zona, l’impatto più ampio. Infine, nella parte finale del master l’attenzione si concentrerà invece sulle personal skills, incentrate sullo studente, con l’obiettivo di sviluppare un approccio imprenditoriale».

Il Master si concentrerà su qualche sport in particolare?

«No. Naturalmente si parlerà del calcio, ma non solo. Infatti, verranno presentate case history da principali operatori di diversi sport. Garantiamo anche la presenza di discipline con minore visibilità ma contraddistinte da un forte valore e da buone possibilità di sviluppo. Nel programma di studi è previsto anche un opzionale sugli esport, le ultime frontiere dello sport, in cui ci soffermeremo su temi come l’impatto sociale e le tecnologie. Tra i partner ci sono la Federazione Italiana Pesistica, la Federazione Italiana Motonautica e tante altre».

Che contributo daranno le realtà partner dell’iniziativa?

«Tanti partner hanno dato un grande supporto nello sviluppo del programma e ora ci stanno aiutando nello sviluppo dei costi. È un apporto di set up ma anche operativo, ogni partner ha dato i propri spunti nello sviluppo del programma di studi dando spunti interessanti. In particolare, il Milan è stato uno dei primi partner che ci ha supportato. Questo ci ha permesso di iniziare a pensare di realizzare un master di alta qualità. Molti rappresentanti del club rossonero terranno master class, dando agli studenti l’opportunità di conoscere e capire la gestione di uno dei principali team italiani e una delle società più organizzate al giorno d’oggi nel Paese, offrendo un esempio virtuoso da studiare».

Quanto il management può contribuire a far crescere lo sport italiano?

«Tantissimo, proprio per la situazione attuale dell’industria sportiva. L’apporto della gestione manageriale è enorme e ha potenziali di sviluppo sempre più ampi. Gli operatori sportivi sono aziende che hanno necessità di ottimizzare le risorse, indipendentemente dalla lega in cui militano. Un management efficace è un elemento centrale oggi, che si parli di aziende più contenute in termini di dimensioni, di team quotati o di piccole aziende sportive».

Cosa si potrebbe fare per spingere la crescita del settore?

«Sicuramente il miglioramento della gestione del corrente diventa fondamentale, così come l’investimento nelle tecnologie e la diffusione della pratica sportiva, riconosciuta dalla Costituzione, un aspetto non banale. Un elemento da non trascurare è anche il tema dei grandi eventi. Collaboriamo con Milano-Cortina 2026, si stanno mettendo in campo grandi lavori. Per questa ragione, bisogna supportarli come sistema Paese, perché se dovesse essere un successo sarà una vittoria per tutta l’Italia. Abbiamo la possibilità di ospitare una competizione molto importante, forse la più prestigiosa nel mondo sportivo, quindi bisogna fare di tutto. Questo può spingere la crescita del settore in Italia e favorire un maggiore riconoscimento nel mondo».

Quanto è forte oggi la presenza della grande finanza nello sport, a volte vista come un pericolo dall’opinione pubblica e non solo?

business

«La presenza della finanza è forte ed è in grande crescita, questo è dovuto al fatto che lo sport ha una parte essenziale nel sistema socio economico. La finanza non è un pericolo, è importante sottolinearlo, ma è un pezzo cruciale di un puzzle molto complesso, perché ogni mercato premia società e business ben amministrati e di prospettiva. Quindi, la presenza del mondo finanziario nell’ecosistema sportivo sarà la riprova della buona riuscita del nostro master, perché se riusciamo a formare professionisti in posizioni di rilievo potremo vedere forse un aumento della sua presenza in questo mondo».

Un’apertura verso i mercati esteri farebbe bene al sistema sportivo italiano?

«Certo. A mio giudizio potrebbe beneficiarne moltissimo. Viviamo in un mercato globalizzato, ci sono temi caldi come i media, l’intrattenimento, le nuove tecnologie e gli esport. Lo sport è un mercato globale, di conseguenza la finanza e i mercati esteri sono già parte integrante del sistema. Dobbiamo imparare a gestire al meglio questo mercato per aprirci di più e includere maggiormente l’estero, creando un sistema ben strutturato che guarda anche fuori dai confini nazionali». ©

Articolo tratto dal numero del 15 gennaio 2024 de il Bollettino. Abbonati!

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