domenica, 28 Aprile 2024

L’agricoltura attrae giovani: miliardi di euro e migliaia di posti di lavoro

Sommario

Perché tra le imprese guidate da giovani in Italia, aumentano solo quelle agricole? Le nuove generazioni fanno business ritornando alle origini. La risposta a precariato e disoccupazione è l’autoimpiego attraverso il recupero di terreni incolti. Il maggior numero di attività create da giovani si trova infatti nelle tre regioni che registrano bassi tassi di occupazione: Puglia, Campania e Calabria. Se in tutti i settori si assiste al crollo della presenza di imprenditori under 35, in controtendenza, il comparto agricolo registra una crescita lieve, ma significativa dell’1%. Ogni giorno in Italia nascono, in media, 17 nuove imprese agricole gestite da ragazzi che nel 19% dei casi sono in possesso di una laurea. Si tratta di realtà spesso più innovative e Green di quelle tradizionali: il 34% è digitalizzato. Le loro performance, secondo i dati diramati da Coldiretti, sono brillanti: hanno una superfice superiore del 54% rispetto alla media, fatturati più elevati del 75% e il 50% in più di occupati. 

Lavoro in agricoltura

I posti di lavoro assicurati dalla filiera agricola italiana sono 1.400.000, il 96% dei quali per mansioni operaie. L’occupazione nel settore continua a crescere. Il PSP 2023-2027, infatti, investe 741 milioni di euro per creare oltre 16mila nuove opportunità imprenditoriali in agricoltura per donne, giovani e disoccupati di lungo corso. I dipendenti delle aziende agricole, tra full time, part time e stagionali sono 1.088.034 (dati Osservatorio EBAN sul lavoro agricolo). Le imprese che hanno manodopera contrattualizzata sono 183.057 e in media assumono circa 6 lavoratori l’anno ciascuna. Rappresentano però solo il 26% delle 703.316 aziende agricole iscritte alle Camere di Commercio. Ciò significa che 3/4 non impiegano nuovo personale e se lo fanno è “in nero”. Il brillante primato dell’agricoltura italiana riguarda però non il lavoro sommerso che coinvolge 400mila irregolari con oltre 130mila lavoratori a rischio caporalato, ma le nuove generazioni. Sono oltre 55mila gli under 35 che hanno deciso di fare business partendo dalla terra.

Quanto vale l’agricoltura in Italia

Dalla vivaismo alla ristorazione, la filiera agroalimentare italiana e il suo indotto valgono il 20% del Pil nazionale. In Italia sono presenti 1,1 milioni di aziende agricole che si estendono su 12,5 milioni di ettari della superficie coltivabile del Paese. Negli ultimi 10 anni la produzione è aumentata del 26% raggiungendo il tetto di 60,4 miliardi di euro. Il comparto con il maggior volume di fatturato è l’ortofrutticolo, che copre il 25% del valore della produzione. Attualmente il prezzo medio di un ettaro di terreno agricolo in Italia è di circa 21mila euro.

I fondi disponibili per l’agricoltura italiana

La riforma europea della Politica Agricola Comune (PAC) prevede una pioggia di finanziamenti per l’Italia. Dei 387 miliardi di euro stanziati (291 miliardi per il Fondo Europeo Agricolo di Garanzia e 95 miliardi per il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale), saranno spalmati lungo lo Stivale 26,6 miliardi di euro. A questi vanno sommati 8,5 miliardi di euro inseriti nel bilancio nazionale per adeguarsi agli obiettivi stabiliti a livello comunitario. Le risorse destinate ai giovani agricoltori sono pari a 672 milioni di euro. L’Italia, complessivamente, ha scelto di assegnare 17,61 miliardi di euro per stabilizzare il reddito degli agricoltori favorendo soprattutto chi opera in zone svantaggiate. Il Piano Strategico Pac (PSP) 2023-2027 che raggruppa per la prima volta i fondi disponibili prevede inoltre 11 miliardi di euro da destinare a interventi volti a ridurre gli effetti delle produzioni agricole sul clima e l’ambiente. Il PNRR infine contribuirà con 6,4 miliardi di euro allo sviluppo di una filiera agroalimentare circolare e sostenibile. Nella Legge di Bilancio 2024 invece sono stati inseriti 270 milioni di euro per fronteggiare eventuali situazioni di emergenza. ©

📸 Credits: Canva

Giornalista professionista appassionata di geopolitica. Per Il Bollettino mi occupo di economia e sviluppo sostenibile. Dal 2005 ho lavorato per radio, web tv, quotidiani, settimanali e testate on line. Dopo la laurea magistrale in Giornalismo e Cultura Editoriale, ho studiato arabo giornalistico in Marocco. Ho collaborato a realizzare in Saharawi il documentario La sabbia negli occhi e alla stesura della seconda edizione del Libro – inchiesta sulla Statale 106. Chi è Stato?