domenica, 28 Aprile 2024

Crollano le adozioni di bimbi, quanto costano le Case Famiglia?

Sommario

Crolla il numero di adozioni in Italia. Il trend in flessione del numero di pratiche è stato aggravato dalla pandemia da Covid-19. L’emergenza sanitaria ha dimezzato le richieste di autorizzazione all’ingresso in Italia di minori a scopo adottivo. Come documenta il rapporto della Commissione per le Adozioni Internazionali, i fascicoli sono passati da circa 1.000 nel 2019 a poco più di 500 nel 2022. Negli ultimi 10 anni le 2.469 istanze del 2012 sono diventate nel 2022 appena 564. Confrontando i dati del primo semestre del 2013 con quelli del 2023, si registra un calo del 76%, mentre le motivazioni che spingono le coppie all’adozione restano pressoché identiche. L’83% lo fa perché non riesce a procreare. A livello mondiale il continente al primo posto per adozioni è l’Europa (36,8%). Sul piano nazionale le regioni italiane con il maggior numero di adozioni sono: Lombardia, Campania e Toscana.

Quanto costa adottare un bambino

Per concludere l’iter burocratico e poter accogliere il bimbo in casa bisogna attendere circa 4 anni. Variano però le risorse da investire in base alla provenienza del bambino. Adottare un figlio in Italia è gratis. A parte gli spostamenti per recarsi nei vari uffici al fine di completare le pratiche, lunghe e farraginose, non comporta particolari oneri. Per le adozioni di bimbi che risiedono all’estero, invece, si stimano in media spese per circa 40mila euro. Il 50% però è rimborsato attraverso la Commissione per le Adozioni Internazionali che eroga la copertura dei costi certificati e documentati (anche successivi all’accoglienza del figlio) in misura proporzionale al patrimonio dei genitori. Per chi dichiara redditi superiori a 40mila euro annui, la cifra massima ammissibile è di 5.500 euro. In entrambi i casi però serve l’idoneità all’adozione rilasciata dal Tribunale per i Minorenni di pertinenza.

Quanto costa un bimbo ospitato in una Casa Famiglia

L’universo frastagliato delle Case Famiglia per Minori (gli orfanotrofi sono stati aboliti nel 2006) non è facile da quantificare. Si tratta di una galassia di micro strutture che ospitano da 6 a 8 bimbi/adolescenti affidate dai municipi a enti ecclesiastici, associazioni o cooperative. Le loro rette variano luno lo Stivale, in quanto deliberate dalle singole Regioni. In totale i “figli dello Stato” sono all’incirca 15mila. Un conteggio, arrotondato per difetto, che non include i minori stranieri non accompagnati che si stima siano almeno 8mila, anche se in realtà pare siono molti di più. Nell’indagine esplorativa sulle realtà presenti nei principali Comuni italiani, cristallizzata nel Report Case Famiglia 2023, si evince che in Lazio per ogni minore il gestore incassa 100 euro al giorno, 36.500 euro l’anno. A Bolzano invece sono corrisposte alle Case Famiglia 41 euro al giorno per i bimbi da 0 a 11 (14.965 euro l’anno) e 170 euro per i ragazzini da 12 a 17 anni (62mila euro ciascuno). A Torino: 94 euro al giorno per ospite, annualmente 34.500 euro. E ogni adozione, ovviamente, è una retta in meno incassata dalla Casa Famiglia. Solo nel 2020 però sono stati allontanati i 211 giudici onorari minorili (quelli che decretano le idoneità all’adozione) sospettati di essere fondatori, azionisti o consiglieri di enti gestori delle stutture di accoglienza per minori.

Quanto costa un’adozione a distanza

Le adozioni a distanza permettono di poter sostenere, attraverso associazioni di volontariato dedicate, le spese per il sostentamento di bambini che vivono in aree economicamente svantaggiate. Il costo è contenuto, varia da 15 a 30 euro al mese (si può scegliere di versare anche importi superiori), e il pagamento può essere interrotto in qualsiasi momento. Le somme raccolte saranno devolute all’organizzazione che si occupa di potenziare il welfare dell’area interessata dai progetti. Iniziative finalizzate in via generale a migliorare le condizioni di vita dei minori, dall’istruzione all’assistenza sanitaria fino all’alimentazione. Generalmente chi intraprende l’adozione a distanza prosegue nel percorso per diversi anni. Il 30% dell’importo donato, peraltro, è detraibile dall’Irpef. ©

📸 Credits: Canva

Giornalista professionista appassionata di geopolitica. Per Il Bollettino mi occupo di economia e sviluppo sostenibile. Dal 2005 ho lavorato per radio, web tv, quotidiani, settimanali e testate on line. Dopo la laurea magistrale in Giornalismo e Cultura Editoriale, ho studiato arabo giornalistico in Marocco. Ho collaborato a realizzare in Saharawi il documentario La sabbia negli occhi e alla stesura della seconda edizione del Libro – inchiesta sulla Statale 106. Chi è Stato?