lunedì, 29 Aprile 2024

Gli agriturismi resistono alla crisi, ma la PAC è un problema. Ecco perché

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agriturismo

Gli agriturismi italiani sono cresciuti nel 2023, ma senza una spinta dell’Unione Europea il trend potrebbe invertirsi. Infatti, l’anno scorso diverse aziende hanno visto la luce, il 2% in più rispetto al 2022. Tuttavia, la nuova la crisi globale e la transizione Green impongono misure urgenti per supportare la filiera e la nuova Politica Agricola Comune (PAC) è insufficiente. È l’allarme lanciato da Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) nel corso dell’Assemblea Turismo Verde.

Cosa serve per crescere ancora?

Nuovi fondi, strumenti mirati, una legge nazionale. È la ricetta per valorizzare il ruolo sociale, ambientale ed economico degli agriturismi, secondo CIA.

La chiave di volta è la Politica Agricola Comune (PAC). Infatti, l’insieme delle regole pensate dall’Unione Europea per favorire uno sviluppo equo del comparto agricolo nei Paesi membri rappresenta un’opportunità importante per il settore. La nuova programmazione 2023-2027 dovrebbe puntare di più sugli agriturismi, secondo la Confederazione Italiana Agricoltori (CIA).

I limiti della PAC

La Politica Agricola Comune ha ancora molti limiti, secondo CIA. Infatti, la PAC ha poche risorse economiche e deve scontare molta burocrazia e poca chiarezza, secondo l’associazione.

Servono incentivi europei agli investimenti per rafforzare l’attenzione verso gli agriturismi nella programmazione di sviluppo rurale. Bisognerebbe aumentare gli aiuti dal 50% all’80% in conto capitale all’interno del Piano Strategico Nazionale (PSN), il documento nel quale il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MiPAAF) fissa le priorità del settore.

I 286 milioni di euro messi in campo sono insufficienti a spingere le aziende agricole a intraprendere l’attività turistico-ricreativa, secondo CIA.

I numeri degli agriturismi

Il 2023 è stato un anno d’oro per gli agriturismi. Infatti, il settore oggi conta 25.849 aziende e il valore della produzione è schizzato a 1,5 miliardi di euro in un anno (Confederazione italiana agricoltori).

«Solo continuando a puntare sul loro carattere distintivo che coniuga tradizione e innovazione, sapremo fare emergere tutte le potenzialità delle nostre strutture e creare le condizioni per lo sviluppo del comparto. Parliamo all’Europa, presidiamo i tavoli istituzionali e rafforziamo la nostra voce a livello territoriale nel dialogo con le Regioni», ha affermato Cristiano Fini, presidente di CIA. ©

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