Il denaro: quanti conoscono ciò che gli ruota intorno? Lavoro, crescita, povertà dipendono dall’educazione finanziaria. Alcune nozioni bastano a tutelarsi dagli scossoni e – talvolta – a rimpinguare il portafoglio. Altre informazioni permettono di accedere a sussidi, prestiti, rendite. Guadagnare e gestire il patrimonio dipende anche dalla consapevolezza che si ha degli strumenti esistenti sul Mercato. Eppure, le statistiche sull’alfabetizzazione finanziaria della Banca d’Italia fotografano una situazione ancora imperfetta, con ampi divari di conoscenza.
L’educazione finanziaria tra i giovani
Nel 2023 un campione di adulti selezionato è stato intervistato attraverso il metodo sviluppato dall’International Network on Financial Education (INFE) dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico). Si tratta di una tecnica che monitora conoscenze, comportamenti e atteggiamenti. L’indicatore complessivo, su una scala da 0 a 20, è risultato pari a un piuttosto basso 10,6. Ma è utile notare anche i diversi approcci all’economia dei vari gruppi sociali. L’età è un primo grande discrimine. I meno colti sul fronte del capitale sarebbero i giovani tra 18 e 34 anni, con 9,8 punti, mentre gli over 64 ne totalizzano 10,3. Il titolo di studio ha una particolare influenza. Chi ha conseguito solo la licenza elementare o media dimostra di avere strumenti inferiori (9,5 punti), rispetto a diplomati (11 punti) e laureati (11,8 punti).
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Proprio per informare su fisco, welfare e strumenti finanziari, noi de il Bollettino realizziamo articoli e rubriche periodiche oltre a fornire ai lettori un canale di Linea Diretta per chiedere chiarimenti e dipanare i dubbi sul mondo della consulenza finanziaria a vari esperti. Il tutto con un linguaggio semplice, che permette a chiunque di avere informazioni sul risparmio. La finanza, però, è ricca di parole e di sigle viste come complicate.
Nonna, che cos’è. Il ricettario finanziario de il Bollettino
A renderle “pop” ci pensa la nostra nonna, con il suo Ricettario finanziario. Nonna che cos’è…? È la domanda alla quale ogni settimana rispondiamo: attraverso immagini ed esempi pratici proponiamo una formula di apprendimento veloce e agevole, per districarsi anche nella matassa della burocrazia. Con un semplice click è così possibile scoprire di quali bonus usufruire, quale soluzione adottare per pagare i tributi o investire i propri risparmi.
Gli italiani e l’alfabetizzazione finanziaria
È anche grazie a strumenti come questo, che il know-how degli italiani è migliorato dall’inizio della pandemia da Covid-19 ad oggi. Nel 2020 il tetto della media nei sondaggi era pari a 10,2 punti: 4,2 punti comportamento (4,6 nel 2023); 2 punti atteggiamento (2,3 nel 2023) e 3,9 punti conoscenza (3,7 nel 2023). Ciò significa che sono aumentate, in lieve misura, l’accortezza nell’uso dei soldi e la puntualità nei pagamenti. D’altra parte, invece, si è affievolita la padronanza di concetti quali inflazione, tasso di interesse, diversificazione del rischio.
L’ignoranza finanziaria costa oltre 2mila euro a famiglia
È un segnale che preoccupa, se si considera che la scarsa comprensione delle basi della finanza può, secondo un recente studio pubblicato da Allianz, arrivare a costare 2.150 euro l’anno per una famiglia media. Ben 27.800 euro in 10 anni. E che il 69% degli italiani ama informarsi attraverso i video, prediligendo quelli degli influencer su YouTube e TikTok. Soprattutto i Millennial e i ragazzi della Gen Z forgiano le proprie competenze attingendo dai social, dove il rischio è alto: a volte è difficile risalire all’effettiva attendibilità delle fonti (Fonte: Intarget, Follow the Money). La conoscenza della finanza digitale tra gli italiani indagata da Bankitalia è pari a 4,4 su una scala da 0 a 10. È più diffusa nella fascia d’età tra 35 e 64 anni e prevalentemente nelle regioni del Nord.
Educazione finanziaria, gli errori più comuni
La metà degli utenti non legge le condizioni contrattuali quando acquista su internet; il 30% condivide la password del conto corrente con amici; solo 1/4 la cambia periodicamente e meno del 20% controlla che i fornitori di servizi finanziari online siano soggetti ufficialmente regolamentati. In più il 70% delle persone che hanno partecipato allo studio è convinto che le criptovalute abbiano lo stesso corso legale del denaro. Il 63% pensa che i contratti conclusi online non abbiano valore giuridico. Ovviamente entrambe le credenze sono errate. Tra i falsi miti diffusi tra i giovani dai 18 ai 34 anni, spicca la possibilità di prevedere con precisione l’andamento delle azioni – lo pensa il 50% di loro. Una leggenda metropolitana cui si associa il pensare che custodire i risparmi sul conto corrente protegga dal rischio che l’inflazione ne riduca il valore. Inoltre, nel 70% dei casi autodichiarano di avere un livello di digitalizzazione elevato.
Capire l’economia per fare carriera
Gli studenti, rispetto a lavoratori e disoccupati, grazie alle maggiori opportunità di approfondire temi economici, manifestano conoscenze finanziarie più alte, soprattutto tra coloro che intraprendono percorsi formativi scientifici o tecnici. I ragazzi prestano molta attenzione alle spese (l’89%) e al rispetto delle scadenze (il 77%), mentre evitano di investire in fondi pensione. Chiedono che la tutela dell’ambiente (il 54%) e la lotta alla povertà guidino le politiche economiche, conoscono e simpatizzano per la finanza sostenibile. Capire come muove l’economia favorisce il loro futuro professionale. Nelle decisioni di tutti i giorni e in ogni tipo di impiego torna infatti utile padroneggiarne il vocabolario.
La cultura finanziaria italiana
L’alfabetizzazione finanziaria in Italia, dove circa la metà delle donne non ha un impiego (e quelle che lavorano percepiscono stipendi più bassi) è però superiore rispetto agli altri Stati oggetto dell’analisi di Allianz: Stati Uniti, Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Spagna e Australia. Nella ricerca Playing with a squared ball: the financial literacy gender gap – Giocare con la palla al piede: il divario di genere nell’alfabetizzazione finanziaria, il comparto ricerca di Allianz ha confrontato i risultati dei sondaggi online distribuiti da Qualtrics nelle 7 economie sviluppate nel 2023. Gli italiani vantano la quota maggiore di residenti con alti livelli di conoscenza finanziaria, il 18%. Statunitensi e francesi, al contrario, con il 10% sono quelli con meno cultura in materia.
La scarsa alfabetizzazione finanziaria è un problema mondiale
La maggior parte della popolazione, in tutti i Paesi presi in analisi, ha una bassa alfabetizzazione finanziaria. Negli States sono il triplo rispetto a chi ha un’alta preparazione in economia e generalmente si avvalgono di consigli di amici/parenti per le proprie scelte contabili. Una pratica che raramente dà garanzia di professionalità, ma che, secondo la ricerca, libera dal peso della vergogna chi si trova in difficoltà finanziarie. In Italia oltre la metà degli intervistati, il 53%, preferisce rivolgersi a consulenti e specialisti, poco interpellati dai cittadini nei Paesi anglosassoni (circa il 35%).
Donne ed educazione finanziaria
Il divario tra uomini e donne nell’educazione finanziaria è presente ovunque. Il 30% delle italiane non ha dimestichezza con l’economia, mentre tra gli uomini è il 12% a non possedere le skill necessarie per orientarsi quotidianamente nella gestione del denaro. Proporzioni ribaltate invece tra chi ha una cultura finanziaria media (il 65% sono maschi, il 58% donne) e alta (23% maschi e 13% donne). La differenza di genere penalizza dunque l’universo femminile, che mostra un punteggio di alfabetizzazione economica pari a 10,4 punti, ovvero 0,4 in meno rispetto agli uomini. La forbice si affievolisce quando entra in campo la finanza digitale. È bizzarro notare come nel campo delle criptovalute le conoscenze siano pressoché equiparate: 4,5 punti per gli uomini e 4,4 per le donne. La condizione femminile è comunque sfavorevole e si ripercuote sui consumi, il risparmio, l’indebitamento, gli investimenti, l’accesso al credito. La mancata educazione finanziaria rende vulnerabili a fenomeni di violenza economica, spesso primo step nei fenomeni di violenza domestica. L’indipendenza e la capacità di autodeterminare le proprie scelte sono vincolate anche alle abilità nel riconoscere il potenziale del Mercato del lavoro e del sistema bancario. Saperi che rendono libere e consentono di scrollarsi di dosso le catene di relazioni abusanti, senza scivolare nel baratro della povertà. ©
Articolo tratto dal numero del 15 marzo 2024 de il Bollettino. Abbonati!
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