Un giro d’affari, quello dell’eCommerce, che quest’anno dovrebbe crescere del 6%, arrivando a superare i 38 miliardi di euro. Ovvero oltre 2 miliardi in più sul 2023. E se il buongiorno si vede dal mattino, le previsioni ottimistiche potrebbero presto essere confermate, visto che da inizio anno sono già 186 milioni i pacchi spediti, con un incremento del 13,5% rispetto al 2023.
Ma quanti sono i cosìddetti consumatori digitali? 33,7 milioni, ovvero più della metà degli italiani (dati Netcom). Ad attirare è soprattutto la consegna a domicilio: la sceglie l’81,5% dei clienti.
Che cosa acquistiamo di più?
A fare il boom sono i settori Arredamento e home living, Auto e Ricambi e Food & Grocery, che registrano una crescita tra l’8% e il +12%, superiore alla media del 5-7%. A seguire ci sono Beauty, Informatica ed Elettronica di consumo e Abbigliamento.
eCommerce e AI
«In Italia l’eCommerce e più in generale il Retail, dopo aver reagito alle numerose scosse e cambi di equilibrio degli ultimi anni, si trova ora nella fase dell’osare», ha detto Valentina Pontiggia, Direttrice dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm – Politecnico di Milano.
«L’online sperimenta l’utilizzo di tecnologie in grado di migliorare le attività di relazione con il consumatore. Prove virtuali di capi di abbigliamento, soluzioni basate sull’AI. Come la raccomandazione evoluta dei prodotti, la ricerca tramite immagini e il supporto di chatbot. Incrementano e migliorano l’accesso all’acquisto per qualsiasi generazione, assicurando un ampliamento della base di clienti».
L’eCommerce rende?
Spazio alle aziende Millennials. La maggior parte di quelle che usa l’eCommerce ha tra i 6 e i 10 anni di vita (il 33%) e tra gli 11 e i 25 (il 30%). E quelle storiche? Solo il 3% di loro ha un proprio sito di vendita: perché?
L’allarme lanciato dal Presidente di Confcooperative Maurizio Gardini («Cala la disoccupazione al 7,2% con gli occupati che sfiorano i 24 milioni, ma sono 12.377.000 gli inattivi, vale a dire un terzo della popolazione tra i 15 e i 64 anni. Le imprese sono pronte ad assumere, ma circa la metà dei lavoratori richiesti è difficile da reperire», ha detto. Riferendosi soprattutto ai settori tech e digital) riguarda sia le aziende sia i consumatori. Non tutti hanno dimestichezza con il mondo dell’online.
Quasi l’80% delle società che ce l’hanno, però, ha almeno un social network. Facebook il 90,8%, Instagram il 76,2%, YouTube il 21,1%, Linkedin il 18,1% e X il 17,3%.
Come si paga?
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