L’Italia vive di calcio da generazioni, ma gli stadi di proprietà nel nostro Paese sono solo 3. Ossia l’Allianz Stadium della Juventus, il Bluenergy Stadium dell’Udinese e il Gewiss Stadium dell’Atalanta. Un numero negativo per i bilanci dei club di Serie A (e non solo), considerando che in Italia si contano 129 impianti con omologazione superiore ai 5.000 spettatori. Solo in Europa, ci sono ben 17 Paesi che fanno meglio di noi e che riescono ad ottenere introiti maggiori, per via dell’assenza di costi per l’affitto da versare ai Comuni e grazie alla gestione indipendente delle strutture.
La situazione in Italia
La Juventus, unica italiana nella top 20 degli stadi più costosi del Vecchio Continente, ha investito 155 milioni di euro per dar vita a un impianto da 41.507 posti. Nei suoi primi 10 anni di storia, la struttura ha fruttato circa 500 milioni di euro di introiti tra abbonamenti, biglietti, box vip e hospitality. Con un’influenza sui ricavi totali del club bianconero tra l’11,5 e il 14,9%. Forte impatto registrato anche in Borsa. L’11 settembre 2011, data di esordio in Serie A della squadra nella sua nuova casa, il valore delle azioni salì a 3,09 euro. Per poi rimanere più o meno stabili fino all’arrivo dell’attaccante portoghese Cristiano Ronaldo alla squadra torinese, con un picco massimo registrato di 12,51 euro. Ironia della sorte, l’acquisto del fuoriclasse di Madeira ha avuto un impatto finanziario di 4 volte maggiore rispetto al nuovo stadio.
E all’estero?
Al primo posto della speciale top 20 c’è il Tottenham, grazie a una spesa di 1,1 miliardi di euro per il suo Tottenham Hotspur Stadium. Una struttura moderna ed ecosostenibile in grado di contribuire alla produzione lorda dell’economia di Londra, generando quasi 900 milioni di sterline e dando lavoro a 3.700 persone.
Gli scenari per il futuro
Intanto, la Roma ha presentato il progetto per il suo nuovo stadio. Una struttura firmata dall’azienda Populos e che dovrebbe sorgere a Pietralata, per un investimento che è previsto essere di circa 960 milioni di euro. Passi in avanti anche per il Milan, che darà vita ad un impianto indipendente a San Donato. L’inaugurazione è fissata nel 2029, ad un costo di poco inferiore ad 1 miliardo di euro. Leggermente indietro l’Inter, con il nuovo capogruppo Oaktree che ha il desiderio di costruire la prossima casa dei nerazzurri a Rozzano. Lasciando San Siro nelle mani del Comune di Milano. ©
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