In Italia circa 1,7 milioni di giovani tra i 15 e i 29 anni non studiano, non lavorano e non sono impegnati in un percorso formativo. Il tasso dei cosiddetti NEET è pari al 16%, il secondo più alto in Europa dopo la Romania (19,8%), e lontano dalla media europea dell’11,7 (dati CGIL, ActionAid). Eppure c’è un paradosso. Dei fondi destinati all’Italia per Garanzia Giovani, il programma destinato all’inserimento lavorativo degli under 30, una parte consistente risulta non spesa. E il rischio è che l’Europa chieda indietro i soldi una volta confermata la rendicontazione.
La dotazione finanziaria
Quanti soldi ha ricevuto l’Italia per Garanzia Giovani? La dotazione finanziaria tra il 2014 e il 2020 è stata di circa 2,7 miliardi: 2,2 miliardi di fondi europei e circa 500 milioni di cofinanziamento nazionale a valere sul Fondo di rotazione. Lo scopo era favorire l’inserimento lavorativo dei NEET attraverso accompagnamenti al lavoro, tirocini, formazione, apprendistato, servizio civile, autoimprenditorialità e mobilità professionale. Eppure ad aprile 2023 l’Italia risultava non aver speso il 37% della dotazione complessiva stanziata.
Quanto dovremo restituire?
A febbraio 2024 risultavano impegnati solo 1,9 miliardi di euro, mentre i pagamenti certificati ammontavano a 1,6 miliardi, ovvero il 62% dei fondi stanziati. Se il quadro dovesse risultare confermato una volta fatti tutti i conti, l’Unione Europea potrebbe chiedere di restituire circa 1 miliardo di euro. La motivazione sarebbe quella di aver mancato l’obiettivo di contrastare un fenomeno che si stima costi allo Stato circa 25 miliardi l’anno, l’1,4% del PIL, sottolinea il report NEET: Giovani in pausa, di CGIL e ActionAid.
Solo uno su cinque “reinserito”
La quota più alta di giovani senza un’attività a cui dedicarsi è quella ricompresa tra i 30 e i 34 anni, dove si tocca il 34,7%. Seguono le fasce di età 25-29 anni (31,2%), 20-24 anni (25,6%), e in ultimo 15-19 (8,4%). Significa che, conclusi gli studi, non si riesce a trovare lavoro. E non a caso il reinserimento lavorativo da imputare all’azione di Garanzia Giovani si ferma a quota 26% sulla popolazione NEET. L’unica buona notizia è che i giovani inattivi sono in discesa. Tra il 2014 e il 2023 il tasso di incidenza si è abbassato dal 26,3% al 16,1. Il miglioramento c’è stato soprattutto nel 2023, con una riduzione di quasi 7,6 punti rispetto al 2020.
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