C’è una scadenza imminente per i titolari di Partite IVA. Entro il 31 ottobre si dovrà decidere se aderire o meno al concordato preventivo biennale. Una sorta di sanatoria accordata dal Governo per liberi professionisti e società. Qual è lo scopo? Cercare di recuperare terreno sull’evasione fiscale. In Italia a pagare le tasse è solo una parte della popolazione: sono 32 i milioni di cittadini che presentano la dichiarazione dei redditi (Osservatorio Itinerari Previdenziali). Il 45,16% degli italiani risulta invece a carico di altri.
Cos’è il CPB
A spiegare il meccanismo è il sito del MEF: «Il Concordato preventivo biennale punta ad aiutare le partite IVA di minori dimensioni a rispettare obblighi fiscali e dichiarativi al fine di instaurare un rapporto collaborativo tra contribuenti e fisco». Chi aderisce pagherà infatti una IRPEF ridotta per due anni (uno solo per i forfettari) sulla base di una proposta formulata dall’Agenzia delle Entrate. Non si gravano quindi gli effettivi guadagni, ma si procede con una sorta di presunzione «coerente con i dati contenuti nelle banche dati a disposizione dell’Amministrazione finanziaria e con i redditi dichiarati dal contribuente».
I benefici
Chi acconsente accede a una serie di vantaggi fiscali. Il principale è che si è in automatico esclusi dagli accertamenti tributari. Con la conseguenza che eventuali redditi più alti effettivamente conseguiti durante il biennio 2024 e 2025 non verranno considerati ai fini del calcolo delle imposte. Inoltre, la tassazione sarebbe particolarmente favorevole anche in un altro caso. E cioè qualora risultasse reddito eccedente rispetto al concordato relativo al periodo anteriore al 2023. In tal caso l’aliquota IRPEF varierebbe da un minimo di 3 fino a un massimo del 15%.
Chi può aderire
I requisiti per prendere parte al CPB sono essenzialmente tre. Niente debiti fiscali già esecutivi nei confronti dell’Erario maggiori di 5mila euro (soglia che però non vale per le rateizzazioni). La presentazione della dichiarazione dei redditi deve inoltre essere regolare e non devono risultare condanne per reati fiscali, societari o di riciclaggio.
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