martedì, 18 Febbraio 2025

Avantaggiati, Fineco: «L’importanza di una strategia negli investimenti»

Sommario

La pianificazione finanziaria personale è la gestione delle proprie finanze per raggiungere obiettivi specifici. È cruciale per tenere sotto controllo al meglio entrate e spese, risparmi e investimenti. Significa creare e poi seguire un piano che permetta di vivere in modo confortevole oggi, ma preparandosi per il futuro.

«È con una pianificazione finanziaria adeguata al proprio profilo ed efficace che tornano i conti e anche i rendimenti. Al contrario, procedere senza pianificazione è un po’ come guidare nel buio a fari spenti: è già tanto se si arriva in fondo senza sbandare», fa notare Marco Avantaggiati, consulente finanziario per Fineco Bank e co-autore, insieme a Davide Franchini, del libro Educazione finanziaria, pubblicato da Apogeo.

La pianificazione comprende, quindi, due aspetti e momenti diversi: uno è quello della propria gestione finanziaria nella vita di tutti i giorni, mese per mese, il proprio budget individuale o famigliare, le entrate, le spese. Insomma, il piano di gestione nell’orizzonte più immediato.

L’altro aspetto «è la pianificazione di più lungo periodo, che riguarda risparmi e investimenti, cioè ciò che riusciamo ad accantonare dalla prima pianificazione. È la gestione del proprio portafoglio e patrimonio, le attività per farlo fruttare, o quanto meno per proteggerlo dall’inflazione».

Un piano personalizzato per tutti

In soldoni, perché è così importante fare pianificazione finanziaria personale?

«Dedicare del tempo a pianificare può portare a una maggiore sicurezza e stabilità economica nel lungo termine. Un buon piano include il controllo del budget, la preparazione di un fondo d’emergenza per imprevisti e investimenti mirati».

Chi deve, o dovrebbe, fare pianificazione?

«Tutti. È importante a prescindere dall’età, dalla situazione finanziaria o personale. Perché pianificare e gestire al meglio le proprie risorse significa gestire la propria vita, quella della famiglia e le proprie attività. Quindi è importante per i più giovani, che hanno una prospettiva futura più lunga davanti a loro; per gli studenti o per chi inizia a guadagnare i primi soldi; infine, nel mondo degli adulti, fino agli anziani in età pensionabile. Ciò che cambia sono gli obiettivi, i modi e gli strumenti per raggiungerli, in funzione del momento di vita della persona».

Da dove si comincia?

«Si inizia chiarendo e fissando bene qual è la propria attuale situazione finanziaria, cioè quali siano le entrate e i guadagni da un lato, e dall’altro le spese e le uscite. Per chi incassa un unico stipendio è piuttosto semplice fare il conto delle entrate, ma la situazione può essere già diversa per chi ha più fonti di guadagno, ad esempio da lavoro dipendente e autonomo insieme, o incassa affitti e ha altre attività finanziarie. Per quanto riguarda le spese, invece, è importante isolare le spese fisse, come le rate di mutui o altri finanziamenti, affitti, utenze domestiche, alimentazione, trasporti, eccetera. Sono costi a cui non si può rinunciare o sono difficili da modificare. Dall’altra parte ci sono le spese variabili, come quelle per lo sport, il divertimento, il tempo libero. Il cinema e il ristorante, gli abbonamenti Tv, i viaggi e le vacanze, che in genere si possono modificare più facilmente. Gli errori comuni, come non iniziare a risparmiare o sottostimare le spese, si evitano con consapevolezza e revisione regolare».

La fotografia della situazione finanziaria

Quindi, come si procede?

«Al termine di questo bilancio, si ha una fotografia completa della propria situazione finanziaria.  Spesso solo così ci si rende conto che anche una piccola spesa, ma ripetuta più volte, in totale porta a spendere una somma non trascurabile, e che in un periodo più ampio può incidere in maniera significativa. In questo modo si possono capire tante cose. Ad esempio se ci sono delle inefficienze, dove si può intervenire, quali margini di manovra si hanno. Sia per ridurre dei costi sia per permettersi qualche spesa in più, e poi per risparmiare o investire».

Qual è l’impatto concreto di questa operazione?

«Tutto ciò serve per gestire al meglio il presente e l’orizzonte immediato, ma anche per vedere che direzione prendere per il futuro. Significa essere consapevoli della situazione e potersi dare degli obiettivi. Significa anche dare un perché alle nostre scelte. Se decidiamo di risparmiare o investire, perché lo facciamo? Per comprare un’automobile, una casa, pagare la formazione ai figli, fare il giro del mondo, accantonare per la pensione? Sono obiettivi molto diversi che necessitano di piani finanziari altrettanto diversi. Senza trascurare l’importanza di creare un fondo di emergenza, in grado di coprire eventuali spese impreviste. Questo fondo dovrebbe essere equivalente ad almeno 3-6 mesi di spese ordinarie, e per i pensionati è consigliabile estenderlo a 12 mesi».

Gestire risparmi e investimenti

Per farlo, è necessario tenere ferma a disposizione una certa somma di contante?

«Non solo. Si può anche fare ricorso a strumenti finanziari facilmente liquidabili, comodi da usare per il fondo d’emergenza. Per esempio, fondi d’investimento monetari, a gestione attiva o passiva, conti deposito svincolabili, ma anche titoli di Stato e obbligazioni a breve scadenza, pronti per essere riscattati in caso di necessità».

Qual è la situazione finanziaria in Italia per quanto riguarda il risparmio?

«La situazione mostra una considerevole base di risparmio, dove i miliardi di euro depositati sui conti degli italiani superano addirittura il PIL nazionale. La ricchezza finanziaria – escludendo quella immobiliare – è salita a circa 5.400 miliardi, con una crescita di quasi 2mila miliardi nell’ultimo decennio. Tuttavia, secondo dati OCSE, sebbene riusciamo a risparmiare in media il 4% del nostro reddito mensile, solo il 70% delle famiglie pianifica le spese, mentre il 12% non investe mai».

Come si pianifica un portafoglio di investimenti?

«Ogni strategia comprende elementi come l’orizzonte temporale, la propensione al rischio e la personale situazione finanziaria, che cambiano nel corso della vita. Tutti questi parametri vanno messi insieme per creare un modello adatto alle nostre esigenze. Gli strumenti finanziari sono uguali per tutti, ma la pianificazione si personalizza con l’asset allocation, la strategia di gestione del portafoglio, scegliendo di conseguenza un mix di soluzioni».

Come cambia la pianificazione nel tempo

E come cambia questa pianificazione nel corso del tempo?

«Le strategie sono variabili a seconda di fascia di età, situazione economica, esigenze, obiettivi. Quindi anche le scelte di investimento dovranno essere dinamiche».

Per esempio?

«In genere, nella Timeline degli investimenti personali, il livello di esposizione al rischio si riduce con il passare degli anni, anche perché solitamente col tempo cambia anche la qualità degli strumenti. Anche se il 40% di esposizione azionaria di un settantacinquenne e il 70% di un ventenne non sembrano essere lontani un abisso – sebbene la differenza del 30% sia già rilevante – bisogna considerare che probabilmente le azioni scelte da un settantacinquenne saranno meno rischiose di quelle del ventenne».

E poi?

«Col passare del tempo e l’aumentare del capitale un investitore maturo potrebbe scegliere più volentieri azioni da dividendo, non troppo funzionali per un giovane. Lo stesso discorso vale per le obbligazioni. Sono ovviamente indicazioni di massima, tendenze in media, ma di standard nella pianificazione c’è molto poco. Per gestire al meglio le proprie risorse, nel presente e per il futuro, bisogna puntare su una maggiore educazione finanziaria e farsi supportare da un professionista e consulente specializzato». ©️

Articolo tratto dal numero dell’1 novembre 2024 de Il Bollettino. Abbonati!

📷 Credits: Canva