L’intelligenza artificiale ha un impatto sostanziale sui Mercati finanziari, con episodi come la corsa di NVIDIA – che ha guadagnato oltre l’800% in due anni – a dimostrare l’entusiasmo degli investitori. Ma in concreto, quali sono le novità che l’AI porta sul lavoro e quali figure potrebbe sostituire?
La percezione dei lavoratori
Secondo la maggior parte degli osservatori, nell’arco del prossimo decennio l’AI potrebbe cambiare radicalmente le nostre abitudini di tutti i giorni, a partire dal modo in cui lavoriamo. Da un lato, molti mostrano un atteggiamento positivo nei confronti della nuova tecnologia: il 63% dei lavoratori, secondo l’OCSE, crede che l’AI renda più interessanti le proprie attività quotidiane (OCSE, Employment Outlook 2023). In compenso, c’è un rovescio della medaglia: i dati evidenziano come un’ampia fetta di occupati, addirittura il 60%, tema di perdere il proprio lavoro ed essere sostituita da una macchina nei prossimi anni.
I più colpiti
Ma questi timori sono motivati? In generale, l’impatto dell’intelligenza artificiale è ambiguo. Se da un lato sostituirà gli operatori umani in molti compiti, dall’altro creerà occupazioni nuove, legate alla necessità di una tecnologia ancora imperfetta. Insomma, l’uomo continuerà a restare, almeno per un po’, copilota. Non per niente, Microsoft ha scelto di chiamare la sua funzione di ricerca AI proprio Copilot. Ciò non toglie che in molte professioni l’impatto sarà diretto e violento, tale da cancellarle o costringere a reinventarle da capo. Sorprendentemente, non si tratta di attività necessariamente semplici: le prime vittime potrebbero essere i lavori di alto livello, che richiedono un notevole numero di compiti cognitivi e non routinari. In particolare, si parla di manager, dirigenti, ingegneri e ricercatori.
Chi è al sicuro?
È una lista che colpisce e mette più che mai in evidenza la particolarità dell’AI generativa rispetto ai paradigmi tecnologici cui siamo abituati. Prima che l’intelligenza artificiale entrasse in gioco, i lavori che si ritenevano essere più a rischio di sostituzione erano quelli colpiti dall’automazione, dunque operai, addetti a catene di montaggio e in generale i mestieri tecnico-pratici. Oggi, con l’avvento dell’AI, si instaura una dinamica quasi opposta: a essere minacciate sono soprattutto le attività intellettuali, pane per i denti di macchine come GPT-4, che opera nel nostro linguaggio ed è impostata su 1,8 triliardi di parametri diversi. E a salvarsi potrebbe essere proprio il lavoro manuale: ad avere il minore impatto sarebbero infatti operai, addetti alle pulizie e netturbini, con un rovescio delle previsioni radicale quanto beffardo.
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