Mentre Bosch annuncia un taglio di 5.500 posti di lavoro, 3.800 dei quali in Germania, Volkswagen registra un utile ai minimi storici. Nei primi nove mesi del 2024 è sceso a 12,9 miliardi di euro, registrando una diminuzione del 21% rispetto ai 16,2 miliardi di euro dello stesso periodo del 2023. Nel terzo trimestre, il margine operativo è calato dal 6,2% al 3,6%.
La situazione in Europa
Nel 2023, le immatricolazioni di autovetture nei principali Mercati europei hanno mostrato una crescita rispetto al 2022, ma i volumi rimangono inferiori ai livelli pre-pandemia del 2019. Ad esempio, l’Italia ha registrato un aumento del 18,9% nel 2023 rispetto all’anno precedente, ma le immatricolazioni sono ancora lontane dai numeri del 2019, con un calo del 18,7% in tutto il settore automotive.
Nei primi nove mesi del 2024, la produzione automobilistica in Italia ha registrato una flessione del 38,3% rispetto allo stesso periodo del 2023, con circa 256.000 unità prodotte. Questo ha interessato l’intera filiera, comprese carrozzerie, componenti e accessori.
La vicenda Stellantis: le dimissioni di Tavares e l’assenza di Elkann in Parlamento
Il gigante automobilistico nato dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e PSA Group è al centro della bufera. A scatenare le polemiche sono state le recenti dimissioni dell’Amministratore Delegato Carlos Tavares combinate all’assenza di John Elkann, Presidente Stellantis, nelle sessioni parlamentari italiane, dove erano in discussione tematiche cruciali per il futuro del settore Automotive nel Paese. Disertare un confronto diretto con le istituzioni, in un momento di forte crisi per il settore, ha alimentato il clima di instabilità e le numerose critiche.
In più, le voci sparse da vari media della maxi liquidazione per Carlos Tavares: 100 milioni di euro. Rapida la smentita Stellantis, che specifica di «non divulgare i dettagli delle dimissioni dei propri dipendenti, dirigenti compresi, se non nei casi previsti dalla legge» e che la cifra riportata sarebbe «lontanissima dalla realtà».
La crisi si estende all’indotto
La crisi si allarga anche al compartimento delle forniture; Schaeffler, multinazionale da oltre 100 mila dipendenti, ha annunciato la soppressione di 4.700 posti di lavoro in Europa, oltre alla chiusura di due siti. Michelin, big del settore pneumatici, taglia 1.200 posti in Francia, a causa della scarsa richiesta in Europa.
Il 55% delle aziende legate all’indotto dell’Automotive nel 2024 ha registrato cali drastici del fatturato, confermando la tendenza tutt’altro che positiva dell’intero settore.
La posizione dei lavoratori, tra scioperi e proteste
La risposta dei lavoratori non ha tardato ad arrivare. In Germania, dove Volkswagen ha annunciato la volontà di chiudere almeno 3 stabilimenti, i lavoratori si oppongono manifestando il loro dissenso. Migliaia di dipendenti hanno preso parte a scioperi di avvertimento in risposta alle proposte aziendali di tagli salariali e chiusure di stabilimenti. L’iniziativa, organizzata dal sindacato IG Metall, ha coinvolto nove stabilimenti chiave, tra cui Wolfsburg, Zwickau, Hannover ed Emden. La protesta è stata scatenata dalla proposta di Volkswagen, che prevede una riduzione dei salari del 10% per circa 120.000 lavoratori e la ì chiusura dei tre siti produttivi, motivata dall’esigenza di ridurre i costi in un periodo di difficoltà finanziarie e crescente concorrenza, soprattutto nel settore dei veicoli elettrici dominato da produttori cinesi.
Il sindacato, giudicando inaccettabili queste proposte, ha scelto di intensificare la mobilitazione per ottenere migliori condizioni nelle trattative, il cui prossimo incontro è previsto per il 9 dicembre.
La concorrenza cinese e la sfida dell’elettrico
Le consegne in Cina, uno dei principali Mercati per Volkswagen, sono diminuite del 10% nei primi nove mesi del 2024, a causa della crescente concorrenza dei produttori locali e della domanda debole. In più, la concorrenza nel settore dei veicoli elettrici è diventata uno dei fattori più critici e dinamici nell’industria automobilistica globale. L’Europa e gli Stati Uniti dipendono in larga misura da fornitori asiatici per i materiali delle batterie come litio e cobalto – sfavorendo i Mercati nostrani a vantaggio di quelli cinesi.
Le case automobilistiche tradizionali si trovano quindi a dover affrontare una crisi e ad investire massicciamente per aggiornare le linee di produzione e sviluppare nuove piattaforme per veicoli elettrici. Volkswagen, ad esempio, ha stanziato 180 miliardi di euro per l’elettrificazione e la digitalizzazione, ma i risultati sono stati finora modesti.
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