sabato, 21 Giugno 2025

Investimenti: rapporto tra rendimento atteso e rischio, ecco cosa è importante sapere

Sommario

Nella finanza personale e negli investimenti il rapporto tra rendimento atteso e rischio è uno dei concetti fondamentali, per comprendere e gestire al meglio le attività finanziarie.

Innanzitutto, cos’è il rendimento atteso? È il guadagno che un investitore prevede (o spera) di ottenere da un investimento. Si esprime in percentuale e rappresenta una media ponderata di tutti i possibili rendimenti. Per esempio, un’obbligazione che paga il 4% annuo ha un rendimento atteso di circa il 4%, supponendo che venga mantenuta fino alla scadenza e che il debitore non fallisca. È una previsione sul futuro, fondata su dati storici, analisi di Mercato e aspettative economiche.

Il rischio dei Mercati

E cos’è il rischio? In finanza, il rischio è la variabilità (o incertezza) dei rendimenti futuri. Un investimento più rischioso di altri ha rendimenti più imprevedibili e volatili, in pratica può andare molto bene o anche molto male, a seconda dell’andamento dei Mercati. Ad esempio, se un investimento può rendere +20% o -15% in un anno, è chiaramente più rischioso di uno che oscilla tra +3% e +1%.

In generale, più un investimento promette rendimenti alti, più comporta rischi. È quello che si chiama trade-off tra rischio e rendimento. Un’obbligazione statale a breve termine, per esempio, è molto sicura ma offre rendimenti bassi. Una Startup tecnologica invece può generare profitti enormi, o crollare del tutto.

Investimenti a basso, medio e alto rendimento

Tra gli investimenti a basso rischio e basso rendimento ci sono: conti deposito e buoni fruttiferi postali, come un conto deposito vincolato al 3% di interesse annuo. Anche i titoli di Stato di Paesi solidi (BTP italiani, Bund tedeschi), tra cui il BTP a 5 anni con cedola fissa. Adatto per chi vuole protezione del capitale.

Con rischio e rendimento moderato ci sono, ad esempio: obbligazioni societarie, come i bond ENI o ENEL, con rating affidabile. Rendimenti più alti dei titoli di Stato, ma con un po’ di rischio aziendale. O anche i Fondi bilanciati, con un mix di azioni e obbligazioni, in proporzione variabile.

Investimenti a più alto rischio, con potenziale alto rendimento: azioni societarie singole, alcune possono avere un potenziale enorme, ma servono nervi saldi nelle fasi di ribasso. ETF tematici, come quelli su intelligenza artificiale o energie rinnovabili, puntano su trend interessanti, ma con alta volatilità. Criptovalute, come Bitcoin o Ethereum, sono estremamente instabili, si possono moltiplicare i guadagni oppure le perdite. Startup e crowdfunding, investendo attraverso piattaforme online, può essere affascinante ma anche molto speculativo.

Titoli di Stato, azioni, criptovalute

Altri esempi: titoli di Stato USA a 10 anni hanno un rendimento medio storico attorno al 2-4% annuo, con una volatilità (livello di rischio) tra il 5 e il 7%. Azioni globali (indice MSCI World) segnano annualmente un rendimento medio storico del 7–9% e una volatilità del 15–18%. Mentre una criptovaluta, come il Bitcoin, può avere un rendimento medio storico annuo anche ben oltre il 100%. Ma anche una volatilità superiore al 70%, con picchi altissimi e cadute altrettanto forti.

Ogni tipo di investimento ha un suo DNA di rischio e rendimento, l’abilità sta nel bilanciarli in base all’orizzonte temporale, tolleranza al rischio e obiettivi. ©️

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📸 Credits: Canva

Giornalista specializzato nei settori dell'Economia, imprese, tecnologie e innovazione. In oltre 20 anni di attività, ho lavorato per Panorama Economy, Il Mondo, Gruppo Mediolanum, Università IULM. Mi piacciono i progetti innovativi, il teatro e la cucina come una volta.