mercoledì, 24 Aprile 2024

Famiglie indebitate e banche, crescono le richieste di moratoria. Abi, Torriero: «È fondamentale mantenere le misure anche oltre la pandemia»

A intervenire sul dibattito per la proroga delle misure anticrisi del Governo arriva la voce delle banche tramite l’Associazione Bancaria Italiana. «È fondamentale mantenerle anche oltre la pandemia, per favorire un graduale ritorno delle attività economiche alla normalità. Allo stesso tempo, occorre che le politiche regolamentari siano allineate a quelle monetarie e fiscali», dice Gianfranco Torriero, vice Direttore Generale Abi. E mentre il ministro dell’Economia Daniele Franco auspica una «uscita graduale dagli aiuti verso la fine dell’anno», la realtà con la quale fare i conti sembra andare in tutt’altra direzione.
Le richieste di moratoria sui prestiti da parte delle famiglie che si sono indebitate a causa della pandemia sono aumentate negli ultimi mesi: 2,7 milioni, per un valore totale di circa 300 miliardi di euro. A fine febbraio quasi 200 mila famiglie hanno chiesto la sospensione delle rate del mutuo sulla prima casa. E superano i 145 miliardi le domande per i nuovi finanziamenti bancari presentati al Fondo di Garanzia per le Pmi.

La moratoria ha una scadenza a fine giugno e le banche hanno due possibilità: pretendere il pagamento delle rate oppure mettere in sofferenza i clienti insolventi. Visco ha sottolineato i pericoli che vengono dall’inevitabile aumento delle sofferenze bancarie, soprattutto in prospettiva della fine delle moratorie…

«Il Governatore, in occasione dell’ultimo Congresso Forex, ha apprezzato gli sforzi delle banche italiane, rimarcando che il tasso di deterioramento dovrebbe rimanere ben al di sotto dei picchi raggiunti durante la crisi dei debiti sovrani. Quello della qualità del credito resta sicuramente un elemento di attenzione: occorre che le misure di emergenza finanziaria, realizzate dalle Autorità europee e nazionali, non vengano interrotte».

Il Quantitative Easing non potrà durare in eterno. Prima o poi ci dovremmo staccare dall’aiuto delle banche centrali.

«La politica monetaria espansiva della Banca Centrale Europea sta comprando tempo, garantendo liquidità praticamente a costo zero in un contesto economico globale che ancora risentiva in parte, prima dell’emergenza da Covid-19, dell’onda lunga della grande crisi finanziaria del 2007-2008. L’auspicio è che lo stimolo offerto dalla politica monetaria sia mantenuto fino a quanto non si riattiverà il ciclo economico. In tal senso l’andamento del Pil e degli investimenti sono variabili cruciali. L’economia cresce se cresce la domanda aggregata, di consumi e di investimenti».

Parliamo del PNRR…

«È importante che le modifiche legislative e gli incentivi abbiano carattere di certezza e stabilità nel tempo, per poter creare aspettative positive e dare la possibilità ai potenziali fruitori di pianificare i propri investimenti e poter contare sul mantenimento delle agevolazioni per il tempo necessario. È al contempo importante che vi sia semplicità e di accesso alle misure, in particolare per quel che concerne le agevolazioni e gli incentivi. Già oggi sono presenti diversi fondi e strumenti finanziari che funzionano e che quindi dovrebbero essere valorizzati in fase di attuazione del PNRR».

Nuova definizione di default e calendar provisioning: due novità regolamentari che, nel contesto pandemico, rischiano di essere dei fattori terribili

«Sin dal 2015 l’Associazione Bancaria ha evidenziato in tutte le sedi, nazionali e comunitarie, le potenziali ricadute negative e i rischi connessi alle nuove regole in materia di default. All’intensa attività volta a modificare le norme in definizione ha fatto seguito, da parte dell’Abi, anche una sistematica azione per informare la clientela in maniera adeguata e tempestiva, di concerto con le Associazioni delle imprese e dei consumatori».

Che cosa ne pensa della possibilità che i capitali privati partecipino alle bad bank nazionali?

«Disporre di una pluralità di strumenti per agevolare la gestione dei crediti deteriorati nei bilanci delle banche è importante. Prima ancora di analizzare la possibilità di coinvolgere i capitali privati, andrebbe definito come raccordare l’attività delle bad bank nazionali nel contesto dell’Unione Bancaria e sarebbe necessario preliminarmente un importante sforzo di armonizzazione di tutta una serie di norme parallele. Sarebbe inoltre importante una riconsiderazione della disciplina degli aiuti di Stato al settore finanziario, così da consentire che le cessioni di crediti deteriorati non avvengano a prezzi penalizzanti per le banche che li cedono. Allo stesso tempo auspichiamo parità di regole tra banche e soggetti non bancari che operano nella gestione e nell’acquisto di portafogli di Npl».

L’iniziativa di Hub Milano, che punta sul fintech per creare sinergie e conquistare il mercato estero, quanto ci metterà secondo lei a dare i suoi frutti?

«Il mondo bancario italiani è pronto ad una organica ed efficace collaborazione. Tra i primi ambiti sui quali è immaginabile una partecipazione si possono senz’altro individuare l’attivazione di progetti pilota in uno scenario di moneta digitale di Banca Centrale, l’identificazione del cliente e l’accesso digitale ai servizi bancari e il miglioramento dell’efficienza dei controlli antiriciclaggio. L’auspicio è che la sinergia con Milano Hub si traduca presto in progetti concreti».

Le banche sono pronte a sostenere la spinta digitale?

«In tema di digitalizzazione, le grandi sfide sono l’open banking, l’economia dei dati e i nuovi servizi digitali, l’open innovation e le tecnologie applicate ai pagamenti di ultima generazione, la direttiva PSD2, che ha modificato le regole che governano l’accesso alle informazioni sui conti correnti e la comunicazione sicura tra prestatori di servizi di pagamento, la prospettiva di un euro digitale. Sull’euro digitale, in particolare, il settore bancario italiano è all’avanguardia: a fine 2020 Abi ha avviato un progetto di sperimentazione che fa leva sulla forte competenza sviluppata negli anni dalle banche in Italia attraverso l’utilizzo dei registri distribuiti, che ha visto la realizzazione del progetto “Spunta”».

Gender gap: per la prima volta una donna guiderà una grande banca. Elena Patrizia Goitini ad aprile sarà amministratore delegato di Bnl. La politica invece delude: su 23 ministri solo 7 sono in rosa…

«Attualmente le lavoratrici bancarie rappresentano quasi la metà (oltre il 46%) dell’occupazione complessiva del comparto. Abi promuove da anni, presso il settore bancario e finanziario, “Donne in banca: valorizzare la diversità di genere”. La Carta aperta all’adesione di tutte le imprese bancarie e finanziarie, anche nonnostre associate, impegna a valorizzare le proprie politiche aziendali secondo principi di pari opportunità».