Seduta timida di Ferrari che finisce ancora una volta appena sopra i peggiori titoli di Piazza Affari.
La casa di Maranello chiude la sessione in sostanziale parità, facendo registrare una variazione di poco superiore allo zero (+0,15%).
Non sortiscono effetti le rassicurazioni del numero uno della Fed, Jerome Powell, sull’intenzione di non alzare i tassi. Una decisione che l’Europa aspettava con timore, dopo la due giorni congressuale di New York che di fatto liquida la questione aumento dell’inflazione solo come temporanea.
Il titolo del cavallino continua così la sua caduta libera dopo il doppio downgrade di Goldman Sachs. Da buy a sell con un brusco taglio del target price da 192 a 170 euro, scatenando il sell-off delle azioni della casa di Maranello che dall’inizio dell’anno ha perso oltre il 10%.
Sulla decisione di Goldman Sachs pesa la nomina a CEO di Benedetto Vigna, ex responsabile di Analog, Mems & Sensors del gruppo STMicroelectronics. La banca d’affari statunitense attende un cambio di passo del cavallino sulle tecnologie del futuro. E sebbene la svolta elettrica di Ferrari (modello a batteria entro il 2025) può essere letta in questo senso, gli analisti ritengono che possa portare ad un incremento degli investimenti. Le previsioni per il 2021- 30 parlano di circa il 5,6% in più, una media di 796 milioni di euro per anno dai 754 milioni attuali. Uno sforzo, secondo Goldman Sachs, necessario per la crescita futura di Ferrari ma che potrebbe pesare sulla redditività a breve termine del cavallino in un contesto già complicato a causa dell’emergenza sanitaria.
Luci ed ombre che per la Ferrari si traducono in una minore appetibilità del suo target price rispetto a quello dei suoi competitor. Un trend che conferma la difficoltà del comparto automotive, il settore più colpito nella crisi pandemica: meno 28% di immatricolazioni rispetto a maggio 2019, anche se Goldman & Sachs rivede al rialzo le stime per i prossimi 12-18 mesi. E’ in questo arco temporale che Ferrari e settore automotive si giocano la ripartenza: nel primo trimestre del 2021, la casa di Maranello ha registrato ordini record che hanno visto un aumento del tasso medio annuo di crescita dei volumi dal 3,6% nel periodo 2009-2015 al 6,5% nel 2015-2021. Un trend che pare invertire il senso di marcia e che riflette la forte domanda di auto di lusso nei mercati emergenti che hanno vissuto un boom di vendite: più 424%, solo nel primo trimestre dell’anno. A questo si aggiunge la svolta tech del cavallino, una strategia per attirare nuove fasce di pubblico che passa per la diversificazione: un elemento che potrebbe rafforzare la crescita futura delle vendite.