venerdì, 20 Settembre 2024

Cina: il surplus commerciale di 676 miliardi pesa sulle relazioni con l’America

Cina

L’anno solare cinese si chiude facendo registrare un surplus commerciale di 676 miliardi di dollari. Le esportazioni, con un aumento del 29,9%, trainano la bilancia commerciale. Le ripercussioni della crisi pandemica sui mercati si stanno lentamente attenuando e la domanda globale è in ripresa. La Cina ne assaggia i benefici, ma quanto a discapito delle relazioni con gli Stati Uniti?

CINA-USA: ACCORDI NON RISPETTATI

Dicembre 2021 è stato il quindicesimo mese consecutivo con una crescita a due cifre del surplus commerciale per la Repubblica Popolare. In particolare, l’aumento relativo al mercato statunitense ha registrato una variazione del 20,1% in più. Le esportazioni cinesi continuano ad essere il leitmotiv delle relazioni bilaterali tra i due Paesi, nonostante i cosiddetti accordi di fase 1.

Nell’era Trump, il preoccupante disavanzo nella bilancia dei pagamenti americana, nei confronti della Cina, aveva portato il Presidente repubblicano ad iniziare una guerra commerciale fondata sui dazi, che impattava su molti beni cinesi. Per ristabilire il dialogo si era raggiunto un accordo con cui la Cina si impegnava ad aumentare le importazioni di beni americani di 200 miliardi rispetto al 2017. A fine 2021, si osserva che solo il 60% dell’intesa è stato mantenuto. Infatti, nonostante dicembre registri un aumento dell’import cinese globale del 19,5%, non sono comunque state rispettate le attese. Il surplus commerciale, inoltre, si avvicina ai 95 miliardi, cifre mai toccate su basi mensili.

GUOCHAO: LA NUOVA PAROLA D’ORDINE DEL CONSUMATORE CINESE

Ad impattare sulle relazioni commerciali Cina-USA rientrano anche le intenzioni di Xi Jinping e la cosiddetta dual circulation strategy. La volontà di rimodellare le fondamenta della crescita economica, puntando sui consumi interni, si traduce nella tendenza guochao. Come raccontato dal McKinsley Global Institute, «in passato i consumatori cinesi davano un premio ai marchi stranieri, ma questa tendenza è cambiata negli ultimi anni. Il concetto di guochao, il desiderio di acquistare beni e servizi cinesi per entrare in contatto con le radici e i produttori locali, è diventato famoso».

Le ricerche su Baidu, riguardanti marchi cinesi, sono aumentate dal 38 al 70% nel decennio 2009-2019. Le categorie in cui ciò ha avuto più effetto includono i beni di consumo per la casa, l’elettronica, il settore della bellezza e dell’automotive. L’inversione di tendenza trainata dagli accordi politici può produrre risultati nel breve periodo, ma il consumatore cinese inizia a sbirciare sempre di più tra gli scaffali nostrani e, al tempo stesso, continua a vendere a ritmi serrati nei mercati internazionali.

Manuel Michelacci

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Credits: Nuno Alberto from Unsplash

Laureato in Economia, Diritto e Finanza d’impresa presso l’Insubria di Varese, ex consulente creditizio, oggi mi dedico alla mia passione: rendere la finanza semplice e accessibile a tutti. Per Il Bollettino, oltre a gestire la rubrica “il punto sui Mercati”, scrivo di finanza, crypto, energia e sostenibilità.