Quali Paesi guidano l’innovazione? La Svizzera si conferma leader per la quattordicesima volta consecutiva, primeggiando per investimenti in ricerca, industria e cultura del business. A dirlo è il Global Innovation Index 2024, che analizza 133 Nazioni valutando investimenti in scienza, tecnologia e creatività. Un mix perfetto per lo sviluppo delle imprese sociali e dell’innovazione sostenibile.
L’Italia brilla nel design e nella diversificazione industriale, ma pecca per infrastrutture digitali e investimenti in educazione e ricerca. Dove si posiziona in classifica?
Il GII è un’indagine condotta annualmente dall’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (WIPO) e combina diversi parametri per stabilire quanto e in che modo i Paesi sviluppino l’innovazione. Gli elementi che vengono presi in considerazione sono l’avanguardia tecnologica, l’istruzione, la ricerca o le infrastrutture digitali. Il tema della 17esima edizione, pubblicata nell’ottobre del 2024, ha riguardato in particolare il rapporto tra innovazione e imprese sociali.
Perché la Svizzera è sempre prima?
Combinando i vari criteri, il GII è in grado di formulare una sintesi sui livelli principali di innovazione di un Paese. Ma in che modo la Svizzera riesce a dominare la classifica da 14 anni?
Stabilità d’impresa, efficienza governativa, investimento nella ricerca, avanguardia informatica e di infrastrutture digitali sono i punti sui quali il Paese investe più del 3% del PIL totale. E ancora, capitalizzazione di Mercato e collaborazione stretta tra enti universitari e poli industriali, garantite da un’ottima disposizione di finanziamenti. Non è un caso se gli atenei svizzeri sono tra i più attrattivi al mondo: il 50% degli studenti di PhD proviene dall’estero e il sistema dell’Istruzione è altamente orientato all’occupazione professionale.
Nel Mondo delle imprese, sempre più volatile e aleatorio a livello globale, lo sviluppo innovativo gioca un ruolo più che mai fondamentale. Potersi affidare a delle infrastrutture digitali all’avanguardia, contando su finanziamenti ben ponderati e a policy che favoriscono la creazione di piccole e medie imprese, ha reso la Svizzera un paradiso di innovazione. A livello monetario, dollaro su dollaro, l’Economia svizzera supera addirittura quella statunitense e cinese. Inoltre, potendo contare su una grande applicazione delle tecnologie a disposizione, il Paese si assicura per gli anni a venire una continuità di crescita nello sviluppo delle imprese.
Potenzialità e punti deboli, le ragioni della posizione italiana
Lontana dalla top 5, composta da Svizzera, Svezia, USA, Singapore e Regno Unito, l’Italia è al 26esimo posto della classifica. La ricerca combina e valuta numerosi dati specifici, elaborando una media per l’assegnazione di uno score nella classifica. Così, per esempio, nella voce ricerca ed educazione, siamo al 72esimo posto, con una spesa dell’1,5% del PIL totale, contro il dato svizzero che è al doppio, 3%. Punto di forza per l’Economia svizzera, la ricerca è in Italia un vero e proprio tallone d’Achille, che pare non ricevere il dovuto riguardo. Decisamente meglio per quanto riguarda gli output di creatività, occupando la prima posizione per design industriale e d’impresa. Siamo, invece, al quarto posto per diversificazione dei settori industriali. L’Italia ha ricoperto, però, anche un ruolo operativo nella definizione del Global Innovation Index 2024: tra i collaboratori alla ricerca, infatti, appare l’Università LUISS Guido Carli di Roma.
Ma quali sono i settori da implementare secondo il report GII? Il nostro Paese appare all’80esimo posto nella voce business environment, che tiene conto di stabilità del business e di politiche e cultura dell’imprenditorialità. Il clima di incertezza attorno cui si sviluppano le nostre aziende e Startup, rischia di penalizzarci nel lungo termine. Per questo, per la Manovra di Bilancio 2025 sono previste delle misure di risanamento, incentivando investimenti di impresa compresi tra i 2,5 e i 10 milioni, con l’accorpamento delle Aliquote d’imposta. Previste procedure di snellimento dell’apparato burocratico, per favorire i processi transazionali aziendali. Infatti, secondo il GII, siamo al 55esimo posto nella voce Istituzioni, mostrando difficoltà nella regolarizzazione dell’efficienza burocratica.
L’interpretazione dell’Indice e la classifica ufficiale
Sebbene il GII sia una ricerca ufficiale, condotta da team di professionisti, esperti economisti, emeriti ricercatori, è comunque un’indagine soggetta a interpretazione. Ciò significa che la percezione di alcuni dati è soggetta alla lettura di menti diverse. Si tratta di un’analisi specifica che può aiutarci a comprendere debolezze e potenzialità dei Paesi, senza per questo doverci focalizzare sulla posizione nella classifica, categorizzando a priori i diversi Stati. La classifica integrale è disponibile nel report ufficiale pubblicato dal WIPO.
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