Divisi sul fronte militare ma uniti su quello del trading. Per tentare di combattere le pesanti ripercussioni della guerra in corso, russi e ucraini si rifugiano nelle criptovalute. La moneta digitale si affianca agli storici beni rifugio come l’oro, la cui quotazione, dall’inizio delle ostilità tra Mosca e Kiev, è in crescita e si avvicina alla soglia dei 2000 dollari l’oncia.
LE CRYPTO COME DIFESA
Con la Borsa di Mosca chiusa – dovrebbe riaprire il 9 marzo secondo un recente comunicato – e il rublo che oggi vale meno di un centesimo di dollaro, nonostante l’intervento della Banca centrale, vola il trading tra la moneta russa e le crypto come Bitcoin e Tether. Secondo Chainalysis, società specializzata in ricerche su valute digitali e blockchain, il volume degli scambi ha raggiunto la soglia giornaliera di 60 milioni di dollari, con aumenti del 259%.
Stessa cosa sul fronte ucraino. Con la svalutazione record della valuta ufficiale (grivna) e la Banca centrale di Kiev che corre ai ripari sospendendo l’emissione di moneta elettronica e limitando il prelievo di contanti, il marketplace ucraino Kuna ha registrato volumi di scambio tra crypto e grivna pari a 4,8 milioni di dollari (non si arrivava a 1 milione prima del conflitto).
Dati che, secondo gli analisti, potrebbero indicare sia un modo per difendersi dall’inflazione e dall’incertezza economica legata alla crisi tra i due Paesi, sia una strategia, da parte dell’oligarchia russa, per spostare i propri capitali aggirando le sanzioni.
POTREBBE ESSERE SOLO L’INIZIO
Questa corsa alla moneta digitale di Russia e Ucraina potrebbe aprire la strada ad altre nazioni?
Sì, almeno secondo il miliardario Mike Novogratz, a.d. di Galaxy Investment Partners e sostenitore di lungo corso delle crypto. Il recente aumento del trading di Bitcoin tramite rublo e grivna ha rafforzato la tesi secondo cui una valuta decentralizzata può offrire rifugio quando l’accesso alle banche tradizionali si interrompe. L’invasione dell’Ucraina e le sanzioni contro la Russia potrebbero spingere più persone verso le criptovalute, ha spiegato Novogratz. Ma non solo. Potrebbe essere anche una lezione da imparare per chi in questo momento sta a guardare ma che, in futuro, potrebbe usarla strategicamente a proprio vantaggio. Come la Cina nei suoi propositi di annessione nei confronti di Taiwan.
Sara Zolanetta
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