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venerdì, 22 Settembre 2023

Egitto: lo sguardo all’esperienza italiana per lanciare il tessile sui mercati mondiali

tessile

L' rilancia le industrie del e del cuoio-pelle con aiuti europei e italiani. Dal nostro Paese non arrivano solo finanziamenti, ma anche il know-how proprio del Made in Italy. Il progetto Open Factory mira all'espansione di questo settore a elevata intensità di manodopera, che gode di un potenziale di sviluppo non indifferente. L'obiettivo è che contribuisca efficacemente alla crescita del PIL e alla riduzione della disoccupazione. In più, valorizzerà la produzione locale e aprirà nuovi mercati a livello globale. «Puntiamo a migliorare l'efficacia del design dei prodotti per raggiungere gli standard internazionali, comprese le specifiche di qualità, con materiali ecologici», ha detto ֫Issa Iskandar, presidente della Federazione dei Lavoratori Egiziani in e direttore regionale della Confederazione Italiana per lo Sviluppo Economico in Egitto e Medio Oriente.

Finanziato dalla Commissione Europea e da istituzioni egiziane e nostrane, Open Factory è un programma di formazione per gli operatori del segmento, finalizzato alla creazione di un ecosistema imprenditoriale basato su modelli di business sostenibili e innovativi. 

LA FORMAZIONE NEL CUORE DI OPEN FACTORY

Il progetto porterà il comparto all'eccellenza, formando addetti specializzati e sviluppando le competenze della manodopera esperta. Garantirà, inoltre, sovvenzioni a lavoratori qualificati per consentire loro di avviare attività in proprio. «È un programma molto importante poiché riguarda due dei settori principali in Egitto. In più, aprirà grandissime opportunità di a migliaia di operai, puntando sulla preparazione ai più alti livelli e sulle moderne tecnologie. Tra gli obiettivi, c'è quello di incoraggiare le fabbriche e le imprese industriali a reinvestire parte dei ricavi nello sviluppo, nella formazione e nell'affinamento delle competenze, oltre a favorire il dialogo tra parti diverse: le istituzioni, da un lato, e imprenditori e dipendenti – tra cui designer, operai, ricercatori – dall'altro», ha spiegato ֫Issa Iskandar.

VERSO UNA PRODUZIONE LOCALE DI VALORE

Tessile e pelletteria sono dotate del giusto potenziale per contribuire efficacemente alla crescita del PIL (che si prevede toccherà il 5,3%, a fronte del 3,3% del 2021) e al calo del tasso di disoccupazione (che è passato dal 7,5% degli ultimi mesi del 2021 al 7,4% e, secondo le stime, quest'anno raggiungerà il 7,1%). Inoltre, sono collegate a diversi accordi internazionali nel quadro dei piani statali per lo sviluppo del settore secondario e per l'aumento del volume della produzione industriale.

«Vogliamo permettere a migliaia di lavoratori di acquisire nuove competenze, in modo da dare vita a una manifattura egiziana distintiva che possa essere assorbita dai mercati globali e che sia competitiva in tutto il mondo. Finanziamo i progetti imprenditoriali di addetti qualificati e specializzati, per aiutarli a creare piccole aziende indipendenti e incoraggiarli a condividere la propria esperienza e conoscenza», ha dichiarato il presidente della Federazione dei Lavoratori Egiziani in Italia.

UN'IMPRONTA ITALIANA E SOTENIBILE

Open Factory è finanziato dalla Commissione Europea, in collaborazione con l'Università del Cairo, il National Research Center, l'Industry Modernization Center, la Camera delle industrie tessili e la Camera delle industrie della pelle. In più, tre partner nostrani: l'ONG Progetto Sud, Link Campus University e la società di consulenza Sercam Advisory Business Consultant. «Il tessile italiano è riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo: vorremmo che l'Egitto ne assorbisse conoscenze, tecniche ed esperienza, combinandole con l'utilizzo di tessuti e coloranti ecologici», ha affermato Iskandar. ©

Sara Teruzzi

Twitter @sara_teruzzi

LinkedIn @Sara Teruzzi

Foto: Bozhin Karaivanov da unsplash

Nata e cresciuta in Brianza e un sogno nel cassetto – il mare. Ama leggere e scrivere ed è appassionata di comunicazione. Dopo la laurea magistrale in Lingue e Culture per la Comunicazione e la Cooperazione Internazionale, entra nella redazione de “il Bollettino” con un ricco bagaglio di conoscenze linguistiche acquisito durante il percorso scolastico. Ai lettori italiani porta notizie che arrivano da lontano – dall’Asia al mondo arabo.

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