giovedì, 28 Marzo 2024

Egitto: lo sguardo all’esperienza italiana per lanciare il tessile sui mercati mondiali

Sommario
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L’Egitto rilancia le industrie del tessile e del cuoio-pelle con aiuti europei e italiani. Dal nostro Paese non arrivano solo finanziamenti, ma anche il know-how proprio del Made in Italy. Il progetto Open Factory mira all’espansione di questo settore a elevata intensità di manodopera, che gode di un potenziale di sviluppo non indifferente. L’obiettivo è che contribuisca efficacemente alla crescita del PIL e alla riduzione della disoccupazione. In più, valorizzerà la produzione locale e aprirà nuovi mercati a livello globale. «Puntiamo a migliorare l’efficacia del design dei prodotti per raggiungere gli standard internazionali, comprese le specifiche di qualità, con materiali ecologici», ha detto ֫Issa Iskandar, presidente della Federazione dei Lavoratori Egiziani in Italia e direttore regionale della Confederazione Italiana per lo Sviluppo Economico in Egitto e Medio Oriente.

Finanziato dalla Commissione Europea e da istituzioni egiziane e nostrane, Open Factory è un programma di formazione per gli operatori del segmento, finalizzato alla creazione di un ecosistema imprenditoriale basato su modelli di business sostenibili e innovativi. 

LA FORMAZIONE NEL CUORE DI OPEN FACTORY

Il progetto porterà il comparto all’eccellenza, formando addetti specializzati e sviluppando le competenze della manodopera esperta. Garantirà, inoltre, sovvenzioni a lavoratori qualificati per consentire loro di avviare attività in proprio. «È un programma molto importante poiché riguarda due dei settori principali in Egitto. In più, aprirà grandissime opportunità di lavoro a migliaia di operai, puntando sulla preparazione ai più alti livelli e sulle moderne tecnologie. Tra gli obiettivi, c’è quello di incoraggiare le fabbriche e le imprese industriali a reinvestire parte dei ricavi nello sviluppo, nella formazione e nell’affinamento delle competenze, oltre a favorire il dialogo tra parti diverse: le istituzioni, da un lato, e imprenditori e dipendenti – tra cui designer, operai, ricercatori – dall’altro», ha spiegato ֫Issa Iskandar.

VERSO UNA PRODUZIONE LOCALE DI VALORE

Tessile e pelletteria sono dotate del giusto potenziale per contribuire efficacemente alla crescita del PIL (che si prevede toccherà il 5,3%, a fronte del 3,3% del 2021) e al calo del tasso di disoccupazione (che è passato dal 7,5% degli ultimi mesi del 2021 al 7,4% e, secondo le stime, quest’anno raggiungerà il 7,1%). Inoltre, sono collegate a diversi accordi internazionali nel quadro dei piani statali per lo sviluppo del settore secondario e per l’aumento del volume della produzione industriale.

«Vogliamo permettere a migliaia di lavoratori di acquisire nuove competenze, in modo da dare vita a una manifattura egiziana distintiva che possa essere assorbita dai mercati globali e che sia competitiva in tutto il mondo. Finanziamo i progetti imprenditoriali di addetti qualificati e specializzati, per aiutarli a creare piccole aziende indipendenti e incoraggiarli a condividere la propria esperienza e conoscenza», ha dichiarato il presidente della Federazione dei Lavoratori Egiziani in Italia.

UN’IMPRONTA ITALIANA E SOTENIBILE

Open Factory è finanziato dalla Commissione Europea, in collaborazione con l’Università del Cairo, il National Research Center, l’Industry Modernization Center, la Camera delle industrie tessili e la Camera delle industrie della pelle. In più, tre partner nostrani: l’ONG Progetto Sud, Link Campus University e la società di consulenza Sercam Advisory Business Consultant. «Il tessile italiano è riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo: vorremmo che l’Egitto ne assorbisse conoscenze, tecniche ed esperienza, combinandole con l’utilizzo di tessuti e coloranti ecologici», ha affermato Iskandar. ©

Sara Teruzzi

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Foto: Bozhin Karaivanov da unsplash

Nata e cresciuta in Brianza e un sogno nel cassetto – il mare. Ama leggere e scrivere ed è appassionata di comunicazione. Dopo la laurea magistrale in Lingue e Culture per la Comunicazione e la Cooperazione Internazionale, entra nella redazione de “il Bollettino” con un ricco bagaglio di conoscenze linguistiche acquisito durante il percorso scolastico. Ai lettori italiani porta notizie che arrivano da lontano – dall’Asia al mondo arabo.