giovedì, 7 Novembre 2024

Fondo impresa femminile: come le donne aiutano l’economia reale

Sommario

Al via da maggio il fondo per l’impresa femminile. Attivato col decreto direttoriale del 30 marzo 2022, sfrutta 40 milioni di euro della legge di bilancio 2021 e 160 del PNRR per fornire un aiuto concreto alle imprese a partecipazione prevalentemente femminile e alle lavoratrici autonome. Adopera contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso agevolato ed è rivolto sia alle imprese in fase di nascita sia a quelle in fase di sviluppo. L’obiettivo: accrescere e incoraggiare una cultura imprenditoriale femminile, finora minoritaria nel nostro Paese. Una questione di cruciale importanza anche nella realizzazione del PNRR: come ha detto Ursula von der Leyen, «la metà della popolazione, la metà delle idee e la metà dell’energia non sono sufficienti».

A chi si rivolge

Il contributo è indirizzato a tutte le lavoratrici autonome con partita IVA e a tutte le società di persone con almeno il 60% di socie donne. Se si parla di società di capitali, la quota è di almeno due terzi di donne componenti dell’amministrazione. Il fondo è destinato a enti già esistenti da più di 12 mesi, ovvero in fase di sviluppo, ma anche alle entità più giovani, nate nell’ultimo anno. Le prime avranno accesso a un massimo di 400.000 euro tra contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso zero, da restituire entro un massimo di 8 anni. I secondi avranno fino a 250.000 euro, ma tutti a fondo perduto. Perfino le persone fisiche possono proporre progetti, sotto l’impegno di costituire una nuova società una volta ottenuto il finanziamento. Le domande potranno essere inoltrate a partire dal 5 maggio per le imprese di nuova costituzione e dal 24 per quelle già avviate.

Ampliare la partecipazione femminile

Si tratta di un intervento importante, che si muove lungo il binario della Gender equality strategy dell’Unione Europea. E lo fa volgendosi a un tema ancor oggi molto delicato, quello dell’equa partecipazione all’economia. Il quadro evidenziato dall’ultimo Report on gender equality della Commissione Europea, uscito lo scorso 8 marzo, è tutt’altro che roseo. La segregazione delle donne in pochi settori (in particolare istruzione, sanità e servizi sociali) è un’idea più che mai radicata nella nostra società. Un dato lo evidenzia con chiarezza: dal 1998 al 2019 la porzione di mestieri gender-mixed in Europa è scesa dal 27 al 18%.

Un sostegno concreto

Oltre alla sostenibilità sociale, l’iniziativa porta un aiuto diretto all’economia del Paese. I progetti presentati dovranno contenere programmi di investimento per industria, artigianato, agricoltura, commercio e turismo, che permetteranno di convogliare l’investimento nell’economia reale. E l’apporto positivo non finisce qui: secondo le ultime norme, la copertura massima fornita dal denaro pubblico alle imprese idonee potrà constare di un massimo dell’80% delle spese ammissibili. Nello specifico, per le imprese di nuova o recente creazione con spese superiori ai 100.000 euro, la copertura si attesterà al 50%. In questo modo, nel pieno spirito del PNRR, al contributo pubblico si accompagna un necessario apporto privato, fondamentale alla ripresa.

Marco Battistone

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Foto di Christina @ wocintechchat.com da Unsplash

Da sempre appassionato di temi finanziari, per Il Bollettino mi occupo principalmente del settore bancario e di esteri. Curo una rubrica video settimanale in cui tratto temi finanziari in formato "pop".