Un fatturato alle stelle e numeri che infrangono il primato dell’anno migliore di sempre, il 2019. Il mercato made in Italy del packaging – settore delle macchine automatiche per confezionamento e imballaggio – registra la cifra record di 8,24 miliardi di euro. Un dato che indica una ripresa casalinga in aumento contemporaneamente alla conquista dei mercati esteri.
Un anno sorprendente
«Quello del 2021 è un risultato straordinario, anche considerando che è stato un periodo difficilissimo», dice il neopresidente di UCIMA – Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il confezionamento e l’imballaggio, Riccardo Cavanna, che ha preso il posto di Matteo Gentili.
Forti limitazioni nel lavoro quotidiano, assenza di fiere e rallentamenti nella supply chain facevano temere un anno deludente, ma non è stato così: «Merito di un lavoro incessante che è stato fatto dalle nostre aziende in innovazione, ricerca di soluzioni smart e nella promozione delle tecnologie made in Italy. Il primo trimestre 2022 ha segnato un leggero calo del 4,4% rispetto allo stesso periodo del 2021, ma gli ordini sono saliti dell’8% e i mesi di produzione garantita, sei/sette, fanno ben sperare per il proseguo dell’anno», ha spiegato Cavanna. L’incremento rispetto al 2020 è stato del 5,5%.
Tornano a crescere export e mercato interno
I dati elaborati dal Centro Studi MECS-UCIMA dell’Indagine Statistica Nazionale, che ogni anno fotografa lo stato dell’arte del comparto delle macchine per il packaging, sottolinea l’estrema vocazione dell’export: il fatturato fuori confine incide per oltre il 78% sul totale, attestandosi sui 6,4 miliardi di euro. Dopo un 2020 all’insegna del segno meno, l’export è risalito di 6 punti percentuali.
Le aziende italiane del packaging guardano all’Unione Europea come principale area di destinazione delle macchine made in Italy e dalla UE sono arrivati 2,15 miliardi di ricavi. Segue l’Asia, che rimane seconda pur perdendo terreno, e quindi il Nord America che fa segnare una crescita importante rispetto al 2020, +13%. Africa e Oceania, con oltre 470 milioni di fatturato, hanno superato l’Europa extra-UE. A chiudere la classifica delle destinazioni, si trovano Centro America e America Latina.
Oltre alle esportazioni torna a salire anche il mercato interno: il giro di affari si attesta su 1,77 miliardi di euro, in crescita del 3,2% rispetto all’anno precedente e il trend positivo prosegue anche nei primi mesi del 2022.
I settori
A guidare il settore clienti rimangono sempre le aziende del food&beverage, che rappresentano il 57,1% del totale, mentre il restante 42,9% è occupato dalle industrie non-food. Ma c’è una distinzione anche all’interno della prima categoria: se il food ha incrementato l’acquisto di tecnologie dell’8,8% sul 2020, il beverage ha visto un calo del 3,3%.
Nelle industrie non food, guida la classifica il settore delle macchine per il tissue, il tabacco e altro, che supera il settore farmaceutico, attestandosi a 1,5 miliardi di euro, mentre il pharma si ferma a 1,4. Chiude il podio il settore cosmetico, che nel 2021 ha portato in dote 341 milioni di euro. Al quarto posto il reparto Chemicals & Home Care, con 286 milioni.
La struttura produttiva
Le 633 aziende che producono macchinari per il confezionamento e l’imballaggio si concentrano principalmente lungo l’asse della via Emilia – la cosiddetta Packaging Valley – con distretti produttivi anche in Lombardia, Piemonte, Veneto e Toscana. La provincia che conta più aziende è Bologna, con 73 imprese, seguita da Parma, 55, e Milano, 54.
Alessio Incerti
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