Dal 1° luglio stop al Mercato tutelato dell’energia. Abbiamo detto addio a quello del gas all’inizio del 2024. E in tanti, complici i rincari, hanno ricevuto amare soprese nelle bollette di utenze domestiche e aziendali. «L’entrata nel libero Mercato ha generato stravolgimenti ai quali i cittadini dovranno adeguarsi scegliendo le migliori offerte in base ai propri consumi. Bisogna rimboccarsi le maniche: studiare e capire le tariffe» dice Michele Marsiglia, Presidente di FederPetroli Italia.
1 . La scarsa informazione comporta costi
«La fine del Mercato tutelato comunque comporta degli aumenti di costo, in ogni settore. Succederà quello che è accaduto con le compagnie della telefonia mobile. Servì informarsi sui prezzi dei minuti di conversazione e dei giga per usare internet. La scarsa conoscenza delle tariffe comporta spese per i consumatori. La maggior parte oggi è disorientata quando deve scegliere operatore perché è una pratica relativamente nuova».
2. Le tariffe sono legate ai parametri fissati dall’ARERA
«L’utente oggi è costretto a valutare più alternative. Tasso fisso e tasso variabile sono ancorati ai parametri dell’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente). In Italia non abbiamo ancora una cultura per poter gestire a livello domestico un processo di questo tipo. I cittadini comuni non possono fare medie aritmetiche sul corrispettivo e monitorare la Borsa per vedere quale contratto firmare. Ci abitueremo, nel frattempo c’è un caos fuori dal normale».
3. Bollette: nei contratti evitare offerte assurde
«Il consumatore deve fare attenzione alle offerte ed evitare quelle un po’ assurde. Siamo passati da una maggior tutela a un Mercato libero che ovviamente per gli economisti è positivo. Il problema è per chi lo recepisce. I cittadini devono adeguarsi. Pian piano dovranno orientarsi verso le migliori soluzioni energetiche disponibili in base ai propri consumi. Non sarà facile. È un processo di cambiamento economico. È arduo obbligare milioni di persone a capire di energia. Sarà un adattamento graduale. E dipenderà anche dalla stabilità dei prezzi delle forniture». ©
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