Sono apparentemente 279.200 le persone che hanno un secondo impiego in Italia. Ma calcolarne l’esatto numero è un compito arduo anche per l’Ufficio Statistico dell’Unione Europea, che non tiene conto dei lavoratori over 64 e ovviamente del Mercato sommerso. Si tratta di cittadini che tra precariato, rincari e stagnazione salariale si trovano a dover svolgere due occupazioni. Basti pensare che negli ultimi 23 anni siano cresciuti di solo l’1%, mentre l’inflazione e il caro prezzo galoppano.
Taglio del cuneo fiscale in bilico
Certo, per gli stipendiati con contratto a tempo determinato e indeterminato (con redditi annui fino a 35mila euro), il taglio del cuneo fiscale a partire dal 2022 ha fatto aumentare le retribuzioni, ma la misura potrebbe non essere confermata nel 2025. Il Governo attualmente è alla ricerca di oltre 11 miliardi di euro da inserire in bilancio per rifinanziarla, ma viene bacchettato alle audizioni in Parlamento sul Documento di Economia e Finanza (DEF) che una volta approvato definirà le politiche finanziarie dei prossimi anni. A schierarsi contro sono in prima linea la Banca d’Italia e l’Istat che la ritengono in parte dannosa per il mancato gettito nelle casse dello Stato.
L’anomalia del doppio lavoro in Italia
Ufficialmente, dai dati Eurostat, risultano essere solo 100 in meno rispetto al 2022 gli italiani con un doppio lavoro. In calo invece di circa 60mila unità se paragonati a quanti fossero nel 2021. Prima della pandemia da Covid-19 erano infatti 332.300. Un andamento in controtendenza rispetto a quanto accade in Europa. Nei 27 Paesi comunitari i doppiolavoristi sono 7.855.500. Non sono diminuiti negli anni. Anzi. Continuano a crescere. Nel 2021 erano 7.476.300 e nel 2022 sono diventati 7.696.400.
Chi sono i doppiolavoristi?
In Europa il fenomeno del doppio lavoro è maggiormente diffuso tra chi ha un’elevata formazione. Il 5% dei laureati ha un secondo impiego. Per i diplomati, in media, la probabilità di svolgere più di un’occupazione scende al 3,8% e al 2,8% per chi ha un livello di istruzione bassa. Nei Paesi Bassi, Estonia e Svezia i laureati doppiolavoristi sono tra il 9 e il 10%. In Francia, al contrario, sono in numero superiore quelli con pochi titoli di studio.
Lavoro nero e doppio impiego
Il numero ufficiale di doppiolavoristi italiani sarebbe verosimilmente diverso se si potesse incrociare con l’anagrafica dei lavoratori in nero. Sono quasi 3 milioni dalle ultime proiezioni Istat disponibili. Quanto vale questo Mercato? L’economia sommersa collegata all’impiego di lavoro irregolare nel 2021 ha superato il tetto di 68 miliardi di euro. Con un aumento medio del 2,5% degli occupati privi di contratto: l’1,5% tra gli impiegati e il 5,1% tra gli autonomi. Tra i 2 milioni e 177mila che operano a tempo pieno come dipendenti e gli 800mila che lavorano come indipendenti non è da escludere che qualcuno scelga di avere un doppio impiego. ©
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