Il tasso di occupazione aumenta ancora secondo l’ultimo bollettino dell’Istat relativo all’ultimo trimestre del 2023. Gli occupati sono il 61,9% (+0,4%), mentre la disoccupazione scende al 7,4%. Tutto bene quindi? Non proprio: l’Italia rimane sempre il Paese del “tengo famiglia”. Il lavoro si trova sempre di più grazie a parenti, amici e conoscenti. La quota aumenta e arriva fino al 76,6% (+1,2 punti).
Un fenomeno strutturale
Secondo una ricerca Inapp del 2022 sul tema, tra il 2011 e il 2021 sono state circa 10 milioni le persone che hanno trovato un’occupazione fuori dal mercato del lavoro palese. Il fenomeno può considerarsi strutturale, e rappresenta la cifra del mercato del lavoro italiano. Ma è un tratto “intollerabile” secondo gli esperti.
Gli effetti
Non sempre si va avanti solo per raccomandazione e ci sono anche canali informali positivi per trovare lavoro, come la promozione personale. Ma si producono comunque conseguenze negative: razionamento delle opportunità, inefficienza (perché le posizioni aperte non sempre vanno ai migliori), lo svilimento di istruzione e professionalità. La lista è lunga, e comprende anche ostacolo alle pari opportunità, perdita di produttività, immobilismo sociale.
L’arrivo di Internet
Nella ricerca del lavoro tramite canali informali Internet ha avuto un ruolo preponderante, segnando un prima e un dopo. Se nel 2000 gli occupati che dichiaravano di aver utilizzato mail o siti erano il 25%, la percentuale è raddoppiata al 50% nel 2010, fino al 75% del 2021. Si raggiunge l’80% per chi ha un diploma o la laurea.
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