giovedì, 14 Novembre 2024

The Merge è più di una svolta Green: può salvare l’intero mercato delle Crypto?

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Con The Merge, la seconda crypto più famosa al mondo, Ethereum cambia il mercato delle valute digitali. Ed entra in una nuova era. Più green, più flessibile, ma potenzialmente anche più centralizzata, e che abbraccia la Proof of Stake. The Merge è la sfida finale di Ethereum a Bitcoin per la supremazia nel mondo del denaro digitale, e forse una via di uscita dal cripto-inverno.

Proof of Work e Proof of Stake, una rapida spiegazione

Per capire cosa significhi davvero The Merge per Ethereum, bisogna capire cosa siano la Proof of Work (PoW) e la Proof of Stake (PoS). Le crypto sono decentralizzate, non hanno quindi un ente regolatore che garantisca che le transazioni eseguite siano legittime. Sono gli stessi utenti ad occuparsi di ciò, e nella maggior parte dei casi questa validazione è fatta attraverso PoW. Usando questo metodo, a ogni transazione è legato un algoritmo, che gli utenti devono risolvere per validarla. Una volta fatto questo la transazione viene aggiunta alla blockchain, e l’utente che l’ha validata riceve una ricompensa in criptovaluta. Per rendere sicure le transazioni però, gli algoritmi devono essere molto complessi, e quindi è richiesta una grande potenza di calcolo per risolverli.

La PoW ha però alcuni problemi: per impedire che un solo utente con molta potenza di calcolo diventi il monopolista delle validazioni, gli algoritmi diventano sempre più complessi. Questo ha portato nel tempo alla necessità di creare grossi centri per la validazione, muniti di computer appositamente costruiti, che non solo rendono il processo meno decentralizzato, ma consumano quantità enormi di energia.

La PoS invece non richiede altissime potenze di calcolo per validare un’operazione. Si basa infatti sulla disponibilità da parte degli utenti di impegnare parte del proprio patrimonio in criptovaluta a garanzia dell’operazione per un certo periodo di tempo. Una volta raggiunta una certa soglia, si procede alla validazione e all’inserimento dell’operazione nella blockchain.

Date queste caratteristiche, la PoW è forse più sicura, ma più lenta, rigida ed energivora. Al contrario la PoS è molto agile e ha consumi quasi nulli in confronto, ma presenta comunque altri problemi, legati alla concentrazione di capitale all’interno della user base.

Ethereum e The Merge, perché scegliere la Proof of Stake

Ethereum ha comunque scelto la PoS. The Merge è il processo con cui il sistema passerà a questo metodo di validazione dalla PoW, fondendo la sua rete principale con una che da un anno e mezzo corre in parallelo, la Beacon Chain, e che funziona in PoS. Questa scelta è stata compiuta prima di tutto per abbattere i costi economici e ambientali che la PoW richiede. Passando alla PoS, Ethereum riduce enormemente il costo della validazione delle sue operazioni, decentrando ulteriormente il processo. Questo potrebbe sembrare l’obiettivo principale, dato che permette a chiunque possieda Ethereum di partecipare al processo di validazione senza necessità di computer ad alta capacità di calcolo, ma esiste anche un altro lato della questione.

Il mercato delle criptovalute è accusato di essere molto inquinante. Questo perché le PoW consuma enormi quantità di energia per alimentare i propri computer. A causa di ciò, nessun business che utilizzi le criptovalute può fregiarsi delle varie certificazioni green. Ma l’utilizzo della PoS risolve questo problema, ed è così che The Merge si trasforma da una scelta di principio, ad una di convenienza, al lasciapassare per Ethereum verso nuove frontiere. Una criptovaluta più istituzionalizzata, più regolare e più flessibile di Bitcoin, che possa interfacciarsi con aziende e istituzioni.

The Merge e il mercato delle crypto

Anche se programmata ormai da tempo, The Merge arriva in un momento difficilissimo per il mercato delle criptovalute. Da quando i tassi hanno ricominciato ad aumentare, tutti gli asset ad alto rischio stanno soffrendo, e il mercato crypto non fa eccezione. L’inflazione e le conseguenti misure delle banche centrali hanno impattato prima sulle piccole valute, come dimostra il caso della stablecoin Terra-Luna. Ma il periodo complesso dell’economia mondiale sta mettendo sotto stress anche le principali valute del mercato della blockchain, con Bitcoin che ha sfiorato i 18.000, ad un passo dal minimo del 2022 e paragonabile al valore che la moneta aveva nel dicembre del 2020. Il risultato di questo rallentamento è che il valore del mercato delle criptovalute è sceso sotto la soglia psicologica di mille miliardi di dollari.

Ethereum sta seguendo una strada simile, attestandosi attorno ai 1500 dollari dopo il picco negativo che a giugno l’aveva visto scendere sotto quota 1000. È possibile però che proprio The Merge potrebbe essere un incentivo per mettere fine a questo cripto-inverno. Il passaggio alla PoS potrebbe convincere gli investitori a scommettere su Ethereum, che trascinerebbe così con sé il resto del mercato digitale.

Matteo Runchi

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