Non-fungible token (NFT) e esperienze digitali sono il futuro della musica, un settore in lenta ripresa. Anche Sony si aggiunge alla corsa ai token, depositando un nuovo marchio per commercializzare registrazioni audio e video di concerti sulla blockchain. Se il digitale guadagna spazio, il mondo “fisico” mantiene la sua importanza grazie a vinile e merchandise. Il nuovo modello di business intrapreso da Mahmood crea un ponte tra NFT e beni fisici. Acquistando un token dell’album Ghettolimpo si ottiene in omaggio un poster, una maglietta, un vinile. Il vincitore di Sanremo tenta una strada alternativa rispetto al frazionamento delle royalties in titoli simili a azioni, intrapreso da diversi cantanti, che promette importanti benefici economici. I non-fungible token danno infatti la possibilità di monetizzare contenuti musicali, servizi e esperienze altrimenti irrealizzabili.
NFT e beni fisici, il “modello Mahmood”
NFT +6 poster + vinile autografato + audiocassetta speciale. È una delle innovative offerte legate a “Ghettolimpo” (consultabili sul sito https://nft.mahmood.it/), l’ultimo album di Mahmood. La società di design milanese Lettergram ha curato la grafica dell’album e dei non-fungible token, raffiguranti 6 avatar creati dall’artista, il logo dell’album e la copertina teaser. Gli NFT raffigurano personaggi differenti: Inuyasha, Rapide, Dorado, Klan, Kobra e Zero. Ognuno è un’opera da collezione, disponibile in copia limitata, dal significato metaforico.
È un modello di business e marketing che si fonda su due elementi: digitale e reale, non-fungible token e merchandise. Una strategia resa possibile dalla duttilità e creatività che contraddistinguono questi asset digitali. Caratteristiche che facilitano l’integrazione virtuosa con l’industria musicale, un connubio che porterebbe benefici a entrambi i settori. Chainalysis, società statunitense di analisi blockchain, rileva che quest’anno gli NFT hanno mosso un giro d’affari da circa 42 miliardi di dollari. Le vendite degli asset digitali hanno già superato la cifra record del 2021 (40 miliardi), ma da gennaio a giugno sono calate vertiginosamente, passando da 12,6 a 1 miliardo di dollari. Rinnovare le offerte, abbinare servizi, prodotti musicali ed extra permette di allargare la platea di potenziali acquirenti ai fan di artisti e cantanti, come accade nel calcio con i Fan Token.
Sony punta sugli NFT
L’innovazione tecnologica ha sempre rivestito un ruolo centrale nella storia della musica, determinando la nascita di nuovi strumenti, dispositivi e modalità di fruizione. La diffusione dei token sta portando nuova linfa al settore. Sony ha annunciato che depositerà un nuovo marchio per rilasciare registrazioni audio e video di concerti live in chiave NFT. Come l’etichetta statunitense, sempre più artisti e case discografiche scelgono questa strada per trasmettere diritti di proprietà o accesso a canzoni, biglietti, abbigliamento digitale e canali social. I non fungible-token permettono infatti di registrare in modo sicuro e univoco il possesso di file digitali, accessibili su un’infrastruttura blockchain.
L’esempio paradigmatico arriva dai Muse. Il primo album in chiave NFT della celebre band inglese, “Will of the People”, ha venduto ben 51.000 copie dal 26 agosto ad oggi. I 1.000 token in versione limitata sono andati sold out in 25 minuti.
Streaming campione di incassi
Da dieci anni lo streaming domina la scena dell’industria musicale, contribuendo a gran parte degli incassi. Guardando agli Stati Uniti, gli ultimi dati della Recording Industry Association of America (Riia) rivelano infatti che nel 2021 la filiera ha generato 15 miliardi di dollari. La crescita è del +23% rispetto al 2020, pari a 2,8 miliardi di dollari. Numeri migliori rispetto all’anno record: il 1999. Dati che sottolineano il peso della componente tecnologica e innovativa. La crescita è infatti guidata dallo streaming, che rappresenta l’83% delle entrate totali dell’industria musicale americana. Nel 2021 il settore ha registrato un +24% rispetto all’anno precedente, 2,39 miliardi che hanno contribuito a portare il totale dell’indotto a 12,44 miliardi.
I concerti virtuali
I concerti virtuali rappresentano l’evoluzione dello streaming. Per ora parliamo di semplici esibizioni, durante le quali i fan ascoltano passivamente un ologramma su una piattaforma digitale. Il prossimo passo è sviluppare ulteriormente la realtà aumentata, innovazione che permette di creare un’esperienza multisensoriale realistica e condivisa, a prezzi ridotti. Sean Paul, i Red Hot Chili Peppers, Wiz Khalifa, i Kiss, i Coldplay e gli U2 hanno già esplorato questa nuova forma di intrattenimento. Al momento la tecnologica sconta la scarsa diffusione del Metaverso, ma nei prossimi anni gli avatar sostituiranno sempre più i nostri corpi.
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