martedì, 19 Marzo 2024

Dl Aiuti Ter, in arrivo il Salva Calcio?

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Spunta il Salva Calcio. Mercoledì la Camera dei Deputati potrebbe approvare un emendamento al “Decreto Aiuti Ter” che permette ai club di Serie A, B e C di rateizzare il pagamento di 480 milioni di euro di debiti. È la cifra che le aziende devono al Fisco italiano per il mancato versamento di tasse e imposte. Una boccata d’aria per le società calcistiche che soffrono maggiormente gli effetti della pandemia da COVID-19 e l’attuale crisi globale. Un buon proposito che nasconderebbe un’ingiustizia, secondo i club più virtuosi che in questi anni hanno pagato regolarmente le tasse o hanno risparmiato per ripagare i propri debiti entro la data stabilita.

Arriva il Salva Calcio?

La proposta normativa del Governo prevede la possibilità per i club di diluire nel corso di 5 anni il pagamento di tasse e imposte arretrate. Verrebbe così posticipato ancora una volta il termine fissato del 15 dicembre.

Tuttavia, regna il mistero riguardo la presenza dell’atto nel pacchetto di norme che verranno discusse e votate mercoledì alla Camera dei Deputati. Fino a pochi giorni fa si trattava solo di una remota possibilità. Le ultime notizie dicono che sarebbero state trovate le coperture economiche. Non è da escludere che possa essere presa in esame anche questa misura.

Benefici e criticità del Dl

La rateizzazione salverebbe dal default le molte aziende calcistiche che navigano in cattive acque,

che eviterebbero di sottoscrivere nuovi debiti o nuovi aumenti di capitale. Misure che sarebbero in contraddizione con la rivoluzione immaginata dal Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), Gabriele Gravina. Una strategia che si basa su solvibilità, sostenibilità e contenimento dei costi. Elementi a cui si aggiunge l’introduzione di maggiori controlli finanziari intermedi.

Inserire il Salva Calcio nel Decreto Aiuti Ter potrebbe contribuire a rilanciare il sistema calcio italiano, ma i tempi stringono. La roadmap del Dl prevede infatti che la palla passi al Senato, prima della conversione definitiva in legge. Un processo che si dovrà concludere tassativamente entro il prossimo 22 novembre.

L’industry del calcio

C’è un altro aspetto da non sottovalutare. Il decreto in questione compenserebbe in parte la differenza di trattamento tra le imprese calcistiche e le altre filiere, che hanno già potuto beneficiare di incentivi e agevolazioni fiscali per fronteggiare gli effetti degli aumenti di energia e materie prime. Un passo in avanti per iniziare a guardare al calcio professionistico come una industry.

Infatti, se il destino del Salva Calcio è incerto, certo è che la filiera è in sofferenza.

Dallo scoppio della guerra in Ucraina l’incidenza dei costi energetici è aumentata di circa il 400%, come sottolineato da Mauro Balata, Presidente delle Lega di Serie B. Spese che contribuiscono a determinare un rapporto ricavi/costo del lavoro del 90%.

I ricavi dei diritti televisivi non sono sufficienti ad assicurare la stabilità economica ai club. Parliamo infatti di cifre non certo astronomiche. Nel 2021/2022, per esempio, la cifra si è aggirata intorno ai 940 i milioni di euro, la metà dei quali sono stati ripartiti tra le squadre di Serie A.

La questione morale

Esiste però un rovescio della medaglia. Mentre si ripara alle inadempienze fiscali, volontarie o meno, dei club insolventi, ci si dimentica di premiare il merito delle società più sostenibili dal punto di vista economico. È la “questione morale” sollevata dai club virtuosi, Fiorentina in testa.

Tra i principali fautori dell’accordo ci sarebbe invece Claudio Lotito, Presidente della SS Lazio.

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