L’incentivo Smart & Start Italia contiene 100 milioni di euro di finanziamenti del PNRR per l’imprenditoria femminile. UDal PNRR arrivano 100 milioni di euro di finanziamenti per l’imprenditoria femminile. Saranno erogati attraverso l’incentivo Smart & Start Italia, dedicato alle startup innovative italiane. Ma come ottenere i finanziamenti?
L’incentivo
Smart & Start è un progetto gestito da Invitalia, Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, proprietà del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Avviato già nel 2014, l’incentivo è stato rilanciato in occasione della redazione del PNRR con lo stanziamento di nuovi fondi e la digitalizzazione della procedura. Il contributo si rivolge alle startup costituite da non più di 60 mesi. Finanzia piani d’impresa con spese comprese tra 100.000 euro e 1,5 milioni di euro, per acquistare beni di investimento, servizi, spese del personale e costi di funzionamento aziendale. Perché un piano d’impresa sia ritenuto idoneo, deve avere un alto contenuto tecnologico e innovativo, essere orientato verso il digitale o finalizzato alla valorizzazione economica della ricerca scientifica. La presentazione della domanda si svolge da gennaio 2020 interamente sul sito di Invitalia. E sempre Invitalia si occupa anche di valutare l’idoneità dell’impresa e di erogare i finanziamenti. Un fatto non trascurabile è anche che per presentare la domanda non c’è scadenza né graduatoria, ma tutti i progetti adeguati vengono finanziati fino all’esaurimento dei fondi.
Contributi e finanziamenti “al femminile“
Nello specifico, Smart & Start finanzia le startup attraverso finanziamenti agevolati, a tasso zero, che coprono l’80% delle spese ammissibili, indicate sul sito del ministero. Dopodiché l’impresa è tenuta a restituire la parte di finanziamento dovuta in 10 anni a partire da 12 mesi dopo la fine dell’erogazione. Ma per le startup interamente costituite da donne è diverso. Per loro e per gli under 35 la copertura dell’importo agevolato sale al 90% delle spese ammissibili, con un vantaggio notevole. Ma non è tutto, perché dal 2022 alcune imprese possono richiedere la conversione dei finanziamenti agevolati in contributi a fondo perduto. Infatti, a fronte di un investimento diretto da parte di enti terzi nell’azienda oppure da soci in qualità di persone fisiche, l’azienda può chiedere di convertire fino all’equivalente del 50% del capitale portato dagli investitori, per un massimo del 50% del finanziamento agevolato totale. In più, le startup con sede in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna sono tenute a restituire solamente il 70% dell’importo di finanziamento agevolato concesso per le spese del piano di impresa.
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