martedì, 30 Aprile 2024

1,4 miliardi per le Startup: investimenti in fase di aggiustamento

Sommario

Le Startup italiane volano. La raccolta degli investimenti in società innovative nel 2023 ha superato per il terzo anno consecutivo il miliardo di euro. C’è però una diminuzione degli investimenti (-49,6%) che si allinea con le tendenze osservate a livello europeo e mondiale, che registrano un’ampia incertezza e volatilità in tutte le geografie del globo. Si evidenzia una battuta d’arresto nello sviluppo del Mercato italiano del Venture Capital, in linea con il trend che era iniziato a emergere a livello internazionale sin dalla seconda metà del 2022. La flessione ha interessato principalmente l’ammontare investito: da quasi 2,2 miliardi di euro complessivi si passa a 1,4 miliardi (16° edizione del Rapporto VeM).

Si arresta la crescita rispetto agli anni passati, con un 2023 caratterizzato da 273 nuove operazioni, che corrispondono a una diminuzione del 12% sul 2022 (310 initial e 285 nel 2021). Una situazione di generale incertezza per il nostro Paese, che ha spinto gli investitori a una maggiore cautela. Quest’ultimi sono influenzati anche dalle politiche monetarie restrittive, dalla crescente inflazione, dall’instabilità geopolitica e dall’impatto travolgente della trasformazione tecnologica. La frenata colpisce soprattutto le asset class più rischiose, come gli investimenti in società innovative. Ma osserviamo come la contrazione del Venture Capital sia un fenomeno diffuso in tutta Europa, con gli investimenti in media a -40%. Questo si riflette in modo particolare in Francia e Spagna, che registrano rispettivamente un calo del 43,2% e del 53,2%.

La situazione italiana, invece, può anche essere interpretata come una fase di stabilizzazione dell’ecosistema innovativo. L’aver infatti superato, per il terzo anno consecutivo a partire dal 2021, la soglia del miliardo di euro di stanziamento rappresenta un significativo passo avanti rispetto alla limitata raccolta degli anni precedenti e testimonia una maturazione e un consolidamento del Mercato. Ciò si traduce in un aumento sia del numero di Startup sia delle opportunità di crescita delle stesse. D’altronde, il calo della cifra assoluta non può essere compreso senza analizzare i risultati dell’anno precedente, segnato – nel Mercato italiano – da mega round  come quelli di Satispay (€320m), Newcleo (€300m), Scalapay (€215m) e Casavo (€100m).

Il Mercato early stage

Sono 405 gli investimenti monitorati nel corso dell’ultimo anno nella filiera dell’early stage nel nostro Paese. Lieve la diminuzione rispetto alle 445 operazioni del 2022 e alle 417 nel 2021. Il risultato è stato raggiunto grazie a 373 investimenti in Startup con sede in Italia e 32 estere promosse da founder italiani (rispettivamente 421 e 24 nel 2022).

Gli investitori attivi si attestano a 303 e a questi si aggiungono i Business Angels e gli investitori privati che arrivano al closing di 622 investimenti singoli (591 nel 2022). In media, ciascun soggetto coinvolto ha realizzato 2,1 investimenti singoli, in leggero aumento rispetto agli 1,9 dell’anno precedente. In particolare, facendo riferimento alle Startup italiane, il segmento relativo ai deal realizzati esclusivamente da operatori di Venture Capital (inclusi gli investitori seed e gli operatori corporate che capitalizzano direttamente o tramite veicoli dedicati) registra 200 investimenti per una somma di circa 559 milioni di euro.

Risalta l’importanza di proseguire nell’implementazione di un’offerta sempre più strutturata, obiettivo da perseguire attraverso l’aumento del numero di gestori domestici di fondi di VC. È questa la chiave per creare a livello nazionale un vero e proprio sistema. Seppur in crescita negli ultimi anni, a oggi sono ancora circa 40 gli operatori italiani del settore, contro una media di circa 150 nei principali Paesi europei. La rilevazione sull’ammontare medio investito evidenzia un dato pari a 4,7 milioni di euro, in diminuzione rispetto a 6,1 milioni del 2022 e a 7,4 milioni del 2021. Ancora una volta, la mancanza di mega deal si fa sentire.

Il follow-on

Sono stati mappati 57 round di investimento successivi al primo, sostanzialmente in linea con il 2022 (60) e sempre molto al di sopra rispetto al 2021 (32). Tale dato porta a un totale di 330 operazioni (370 nel 2022). In termini di ammontare, per le Startup italiane, il valore complessivo che include i finanziamenti successivi al primo è di circa 1,1 miliardi di euro. Una diminuzione rispetto a poco meno di 1,9 miliardi del 2022. L’ammontare investito in target estere promosse da founder italiani, invece, ammonta a poco più di 300 milioni di euro, come per l’anno precedente. Sommando queste due componenti, il totale complessivo raggiunge 1,4 miliardi di euro (erano quasi 2,2 miliardi nel 2022 e oltre 1,9 miliardi nel 2021).

Investimenti pro capite

Nel 2023 si è registrato in Europa un calo degli investimenti in Startup, che ha di conseguenza influenzato negativamente il valore dell’investimento pro capite. Una condizione che si ripercuote anche sul quadro italiano. La Nazione con la spesa pro-capite più alta, secondo EY Venture Capital Barometer 2023, resta il Regno Unito, seppur con una riduzione di 38%. A registrare il maggior rallentamento in termini di valore totale degli investimenti è la Spagna, con un calo del -56% rispetto al 2022, seguita proprio dall’Italia (-50%).

Distribuzione regionale

La localizzazione geografica delle società partecipate nel 2023 denota, come storicamente accade, una prevalenza della Lombardia. Con il 46% dell’intero Mercato (44% nel 2022) si riconferma come il terreno più fertile e promettente per le Startup italiane, sia per numero di operazioni (111) sia per capitali raccolti dalle proprie imprese (62,1% della raccolta totale). Seguono, da una certa distanza, Lazio (13%) e Piemonte (8%).

A livello di macroaree, i valori registrati nel 2023 confermano il Nord al 68% del totale, poco meno del 69% del 2022. Il Centro si ferma a circa il 23%, valore in risalita rispetto al 17% del 2022, mentre il Sud e Isole al 9%, con un peso nettamente minore rispetto al 14% del 2022. In generale, rispetto all’anno precedente, si osserva un trend di riduzione sia del numero di deal sia del loro controvalore. Ed è proprio al Nord Italia che si verifica la contrazione più significativa (790 milioni rispetto ai 1.838 milioni dell’anno precedente). Nel Centro e nel Sud Italia, il valore di raccolta totale rimane stabile (258 milioni di euro rispetto ai 242 milioni di euro del 2022) evidenziando tuttavia un montante complessivo molto esiguo.

I primi 5 round

Le cinque operazioni che nel corso del 2023 hanno raccolto i finanziamenti più consistenti sono: Bending Spoons (un round da circa 100 milioni di euro); D-Orbit (circa 100 milioni di euro); Aavantgarde Bio (61 milioni di euro in un round); Energy Dome (55 milioni di euro) e Fabrick (40 milioni di euro). Le principali operazioni del 2023, nel caso in specie rappresentate dai round di Bending Spoons e di D-Orbit, sono state concluse nel secondo semestre dell’anno. Gli investitori internazionali hanno giocato un ruolo predominante, partecipando a oltre la metà delle operazioni, tanto come singoli investitori quanto in collaborazione con partner nazionali.

I settori più interessanti per gli investimenti nell’anno corrente sono stati rappresentati dall’ingegneria tecnologica e dalla programmazione di software, catalizzati dall’avanzamento di alcune tecnologie abilitanti. In primis, l’intelligenza artificiale. Nonostante l’impatto ancora incerto della transizione tecnologica, è palpabile un crescente interesse degli investitori verso l’innovazione tecnologica.

I primi 5 settori 

Dal punto di vista settoriale, i primi cinque settori verticali costituiscono circa il 71% degli investimenti totali nell’anno 2023. In testa alla classifica spicca il Software & Digital Services, che ha registrato 26 transazioni per un totale di 226 milioni di euro, in forte crescita rispetto all’anno precedente e principalmente attribuibili agli investimenti in Bending Spoons e Alps Blockchain. Il secondo posto è occupato da Technology & Internet of Things, trainato dall’operazione di D-Orbit con un investimento di 100 milioni di euro, mentre Health & Life Science si posiziona al terzo posto. Chiudono, rispettivamente al quarto e quinto posto, Energy & Recycling e Fintech, confermando il forte orientamento alle transizioni digitale ed ecologica degli investimenti.                                 

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📸 Credits: Canva.com

Articolo tratto dal numero del 1 aprile 2024 de il Bollettino. Abbonati!

Studentessa di Scienze della Comunicazione con una grande passione: il giornalismo. Determinata, ambiziosa, curiosa e precisa. Per Il Bollettino mi occupo di lifestyle in tutte le sue forme cercando di fornire una nuova prospettiva alla realtà che ci circonda.