venerdì, 19 Aprile 2024
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ESG USA

Negli USA continua l’offensiva repubblicana contro gli investimenti ESG. Dopo alcuni mesi di schermaglie parlamentari, il Congresso ha approvato un provvedimento che potrebbe mettere in seria difficoltà il mondo della finanza sostenibile. Ma quali potrebbero essere le conseguenze per il settore?

La norma

Questa settimana è passato al Senato, con una stretta maggioranza (50 voti a 46, con 4 astenuti), un disegno di legge repubblicano anti-ESG che potrebbe cambiare la finanza americana. Nello specifico, il testo prevede di eliminare una norma implementata qualche mese fa dal Dipartimento del Lavoro. Quest’ultima introduceva i criteri ESG tra quelli validi nelle scelte di allocazione dei fondi pensione pubblici. Dopo molte polemiche, il provvedimento ha superato la Camera dei Rappresentanti (controllata dai repubblicani) per farsi strada anche in Senato, grazie al voto favorevole di due senatori democratici.

La legge si inquadra nell’ambito di una più ampia cornice di iniziative repubblicane volte a escludere dai fondi sovrani istituzioni finanziarie che utilizzano criteri di sostenibilità ambientale, sociale e di governance nelle loro scelte di investimento. Se già nel 2022 sono state introdotte ben 22 norme anti-ESG, la vera tempesta si è scatenata dall’inizio di quest’anno. Nel 2023 finora le decisioni di questo tipo sono state ben 49 attraverso gli Stati Uniti (Ropes & Gray).

Il punto di vista repubblicano

Si tratta di provvedimenti in realtà piuttosto diversificati: si passa dalla semplice abolizione dell’uso di ESG nei fondi pubblici al vero e proprio divieto dell’impiego nelle scelte di gestori di fondi privati e indipendenti. L’intento politico e i principi di fondo, però, sono gli stessi. Le linee in sostanza sono due. La prima sostiene che gli investimenti sostenibili sfavorirebbero l’economia americana danneggiando i grandi produttori USA di combustibili fossili e di armamenti. A portarla avanti è in primo luogo il controverso conduttore televisivo Tucker Carlson. Ma di quest’idea è anche il governatore della Florida Ron de Santis, uno dei concorrenti più papabili per la campagna presidenziale dell’anno prossimo e uno dei più illustri detrattori delle politiche ESG. Nel suo stato, ha implementato provvedimenti legislativi volti a sfavorirne l’utilizzo, dichiarando di voler «proteggere i consumatori».

È questa, non a caso, la seconda linea di argomentazione portata avanti in questo sforzo legislativo. Secondo molti repubblicani, titoli e fondi ESG non garantirebbero ritorni migliori, e sarebbero dunque scelti per ragioni ideologiche. Un argomento basato sulla performance di quest’anno, in cui il crescente costo dell’energia e del greggio ha potenziato fortemente le performance dei produttori di energie non rinnovabili. Anche Ethan Manning, membro della camera dei rappresentanti dell’Indiana e autore di una nuova norma tesa a contrastare l’utilizzo dei principi di sostenibilità in finanza, ha affermato che «i fondi pensione statali dovrebbero essere esclusivamente focalizzati sulla massimizzazione dei rendimenti». E non nel portare avanti quelli che egli ha definito come «interessi politici o sociali che non hanno un effetto materiale sui rischi e i risultati finanziari».

Reazioni e conseguenze nella finanza

Nonostante gli sforzi, molte delle iniziative legislative portate avanti in questo senso sono state finora bloccate o smorzate. Certo, la House Bill 1008 (questo il nome della proposta di Manning) è passata attraverso la commissione parlamentare competente. Ma nel passaggio si è vista ridurre il budget decennale dai proposti 6,7 miliardi a dei miseri 5,5 milioni di dollari. Ed è probabile che anche la norma passata dal Senato federale abbia un destino simile. Sembra infatti che, per la prima volta nella sua presidenza, Joe Biden eserciterà il suo veto presidenziale. Così facendo rispedirebbe il testo alla Camera, questa volta richiedendo un’improbabile maggioranza dei 2/3 per l’approvazione. D’altronde, lo stesso sistema finanziario, attraverso diverse associazioni bancarie locali, sta rispondendo riaffermando l’importanza dei criteri ESG per istituzioni finanziarie e clienti.

Ciononostante, alcune grandi banche e fondi hanno evocato nei loro report annuali la possibilità che questa campagna anti-ESG abbia ripercussioni negative sui rendimenti. Su tutte BlackRock, la società forse più esposta alle polemiche, a causa della sua esposizione molto alta in titoli ESG, ritenuta eccessiva dai detrattori. Insomma, le conseguenze si sentono, anche se appare difficile che questa battaglia possa andare molto lontano. Nel frattempo, non si può evitare di constatare un aspetto interessante della vicenda. Questa polemica segna l’approdo definitivo delle tematiche ESG nel cuore del dibattito politico, ben oltre i ristretti circoli di tecnici del settore in cui erano confinate fino a non molto tempo fa.

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Studente, da sempre appassionato di temi finanziari, approdo a Il Bollettino all’inizio del 2021. Attualmente mi occupo di banche ed esteri, nonché di una rubrica video settimanale in cui tratto temi finanziari in formato "pop".