La manifattura Usa torna inaspettatamente a espandersi negli Usa, mentre in Europa arranca. I servizi statunitensi volano, così come nel Vecchio Continente. Segno che nel terziario il fermento sui prezzi non sembra destinato a smorzarsi, per cui Fed e Bce potrebbero sentirsi in dovere di aver mano libera nella stretta continua. L’oro, non a caso, riscende sotto i 2000 dollari l’oncia. Tassi su? Ok, però le vendite di case a marzo sono diminuite del 21% su base annua negli Usa. C’è un vero e proprio paradosso sui mutui: chi ha un’abitazione acquistata con mutui a bassissimi interessi non ha minimamente intenzione di vendere, perché dovrebbe comperare un altro immobile a tassi triplicati. Il mercato così si blocca. Cosa che potrebbe capitare in Europa se la Bce alzerà i tassi nelle prossime due-tre sedute. Mutui, debiti… Ray Dalio, ormai una sorta di guru della finanza, ha avvertito che i livelli di debito sono diventati insostenibili e il sistema finanziario si deve preparare a grandi cambiamenti. Wall Street aspetta nuovi indizi per capire la tendenza, viaggia poco sotto la parità e attende nuove trimestrali: General Motors, McDonald’s, Alphabet, Amazon e Boeing. Piazza Affari invece risale di uno 0,4%.
Sofferenza Telecom
Ferragamo cala dopo la discesa dei ricavi nel primo trimestre. Ricavi che invece aumentano più del previsto in casa Essilux: il gigante italo-francese dell’occhialeria sale così del 6,3%. Vola Recordati, maglia rosa a Milano con oltre +5%, per il +31% dei ricavi. Forti acquisti anche su Bpm e Bper, dopo un’intervista di Fabrizio Palenzona, neo Presidente di fondazione Crt, che di fatto benedice le nozze tra UniCredit e l’istituto di Piazza Meda. Male ancora Tim, -4,3%: il Ministro Adolfo Urso per ora non interviene sulle dinamiche societarie, che vedono Vivendi bloccare il piano remunerazione dei vertici, che il mercato interpreta come avviso di sfratto all’Ad Labriola. Il management il 4 maggio dovrà decidere sulle offerte di Kkr e Cdp sulla rete, così però la partita si complica.
Ponte con la cedola
Otto big staccheranno il dividendo lunedì a Piazza Affari, per cui è inevitabile che ci sarà una partenza al ribasso visto che questi 8 titoli scatteranno ex cedola e soprattutto visto il loro peso all’interno del Ftse Mib. Si tratta di Banca Mediolanum (0,26 euro a saldo, quindi 0,5 totale) BancoBPM (0,23 euro), Campari (6 centesimi), CNH Industrial (0,36 euro), Ferrari (1,81 euro), Prysmian (60 centesimi), Stellantis (1,34 euro) e UniCredit (0,9872 euro). In base alla quotazione, le tre società più redditizie sono Stellantis, il cui rendimento è intorno all’8%, poi ci sono Mediolanum e Bpm (circa 5,5%). Di poco giù dal podio l’istituto di Andrea Orcel che rende più o meno il 5%.
Banzai, inflazione
In Giappone l’inflazione è calata al 3,1% annuo dal picco di 4,2% di gennaio, nonostante la banca centrale nipponica tenga i tassi a -0,1% e il Governatore Kaxuo Ueda abbia indicato che la BOJ manterrà la sua politica monetaria ultra accomodante fino al raggiungimento della stabilità dei prezzi. Anche nel Paese del Sol Levante tuttavia l’inflazione core, quella che esclude cibo ed energia, continua a salire, per questo la banca centrale potrebbe, pur rimanendo appunto accomodante, alzare un pochino il costo del denaro. Lo yen infatti si è apprezzato sul dollaro. Resta il fatto che mentre le banche centrali occidentali hanno alzato i tassi fino al 5% (vedi Fed) e propendano per continuare la stretta, l’inflazione core continua a salire. In Giappone, senza praticamente fare nulla, il carovita è sceso lo stesso. ©