lunedì, 7 Ottobre 2024

Le banche soffrono, i banchieri centrali soffiano sul fuoco

Sommario
recessione

È ancora lontana la festa della Liberazione dall’inflazione. I dati americani sulle vendite di case superano le attese, segno che nonostante mutui trentennali al 6,5%, gli acquisti non si fermano e quindi un’altra stretta monetaria è all’orizzonte. Tuttavia le trimestrali, soprattutto bancarie, lanciano un segnale preciso ai banchieri centrali, com’era accaduto a marzo, quando il crac di Silicon Valley Bank e il salvataggio di Credit Suisse spinsero Fed e Bce a alzare i tassi solo dello 0,25%. Ubs, ovvero il salvatore di Credit Suisse, registra un calo dei profitti, mentre la californiana First Republic migliora il bilancio ma comunica di aver visto evaporare oltre 100 miliardi di depositi. I titoli dei due istituti vanno giù, in particolare First Republic parte a Wall Street a -28%, e trascinano al ribasso i listini, che rivedono i fantasmi di 50 giorni fa. Piazza Affari, fra le Borse più bancocentriche d’Europa, cede l’1,03%

Tassi ancora su dello 0,5% in Europa?

Il timore è: se aumentano i tassi, rischia di saltare qualche banca (non solo americana) piena di titoli pubblici svalutati per la stretta, col risultato che la contrazione prevista dalla stessa Fed per fine anno si possa tramutare in recessione. E la volontà dei banchieri centrali non sembra quella di una pausa. Per Isabel Schnabel, membro del consiglio direttivo Bce, «non è escluso» un nuovo aumento dei tassi dello 0,5%. E il capo economista della banca centrale, Philp Lane, aggiunge: «Per la nostra prossima riunione del Consiglio direttivo del 4 maggio, i dati attuali indicano che dovremmo alzare nuovamente i tassi. Non è ancora il momento giusto per fermarsi».

Tegola Juve

A Milano dunque banche in rosso, soprattutto le ipotetiche promesse spose BancoBpm e Unicredit che cedono tra il 3 e il 2,7 per cento. Giù anche Tenaris (oltre il -2,8%) e Saipem (-2,4%), in scia ai forti ribassi sul petrolio su cui si scatenano le vendite per la paura di recessione. Si salvano i difensivi Campari, Ferrari ed Enel, che prosegue nella sua rimonta. Telecom maglia nera. Lascia sul terreno un altro 2,3% tornando ai minimi di gennaio per i contrasti tra il primo azionista Vivendi e il CdA che deve valutare due offerte giovedì prossimo sulla rete. Male la Juventus, -7%: il caso plusvalenze arriva anche sul tavolo dell’Uefa.

Casa cara casa

Sorprendono e non promettono una pausa sui rialzi dei tassi i dati sul mattone americano. Le vendite di nuove case unifamiliari negli Stati Uniti sono balzate inaspettatamente del 9,3% a marzo, il più alto in un anno e superando le previsioni di 630.000. Il confronto annuale è comunque negativo per un -3,4%. Sale però, non accadeva da giugno scorso, il prezzo medio delle nuove case vendute che è stato di 449.800 dollari mentre il prezzo medio di vendita è stato di 562.400, a confronto dei 435.900 e ai 511.800 rispettivamente di un anno fa.

Due giorni di fuoco per le big tech

Gli utili aumentano ma le azioni scendono a Wall Street. O meglio Verizon è in calo per aver mancato le stime sui ricavi del primo trimestre e avvertito sulla perdita di abbonati wireless, però PepsiCo sale per un primo trimestre superiore alle attese, come ieri Coca Cola. Anche McDonald’s riporta risultati che sorprendono gli investitori al rialzo. L’attesa è ora per i numeri dei giganti Microsoft e Alphabet a fine giornata. Domani tocca a Meta e giovedì ad Amazon. © 

 

Classe 1977. Giornalista. Lavoro all’agenzia di stampa Green Economy Agency, dove seguo il mercato dell’energia e non solo. Ex vicedirettore di Libero. Da sempre appassionato di economia e finanza, su il Bollettino scrivo la rubrica “Buy Buy, cosa succede in Borsa”, dove racconto gli spunti della seduta appena conclusa e segnalo appuntamenti e possibili titoli da seguire per il giorno successivo.