sabato, 7 Dicembre 2024

I miliardari americani investono nella fusione nucleare

I magnati americani puntano sulla fusione nucleare. Di recente Sam Altman, il tycoon statunitense celebre per aver creato l’AI ChatGPT, ha investito in una startup avveniristica. Si chiama Helion Energy e il suo core business è proprio la ricerca nella fusione. L’investimento aggiunge Altman a una lista già nutrita, e illustre, di guru della Silicon Valley e multimiliardari celebri: a partire da Bill Gates e Jeff Bezos, entrambi nel settore già da decenni, per arrivare a Peter Thiel, fondatore di PayPal, e Marc Benioff, creatore di Salesforce.com e proprietario del settimanale Time.
Quello della fusione nucleare è il sogno di molti scienziati da anni. Gli attuali reattori funzionano a fissione, cioè mediante la scissione di particelle altamente radioattive in un reattore. Il processo inverso porterebbe considerevoli vantaggi. Consentirebbe di produrre – a parità di massa – quattro volte l’energia della fissione. Inoltre, sfrutta elementi altamente diffusi, come deuterio e trizio, entrambi isotopi dell’idrogeno, e litio, un materiale relativamente facile da reperire. Sarebbe dunque l’approssimazione più vicina alla produzione di energia pulita (la fusione praticamente non produce scorie e non sfrutta materiali radioattivi come Uranio o Plutonio) e virtualmente illimitata.
Ma si sta realmente muovendo qualcosa sul fronte della ricerca o si tratta solamente di un fuoco di paglia? Gli ultimi anni hanno visto dei considerevoli passi avanti. Da ultimo, a dicembre dell’anno scorso, la prima fusione controllata in laboratorio, avvenuta per 20 miliardesimi di secondo nel Lawrence Livermore National Laboratory in California. Certo, ci vorranno ancora molto lavoro e tempo, probabilmente anni, per arrivare a una fusione di durata sufficiente per produrre energia. Eppure, l’interesse in un mercato di fatto non ancora nato sale: secondo le stime, crescerà dai 296,40 miliardi di dollari del 2022 ai 313,56 del 2023. Certo, un ruolo importante potrebbe averlo la FOMO (Fear of missing out) su un’innovazione di tale importanza. Ma le speranze sono alte, e non è detto che saranno deluse.

Da sempre appassionato di temi finanziari, per Il Bollettino mi occupo principalmente del settore bancario e di esteri. Curo una rubrica video settimanale in cui tratto temi finanziari in formato "pop".