martedì, 30 Aprile 2024

L’Italia non ratifica il Mes: ecco quali sono i motivi

Sommario

L’Italia è l’unico dei 20 aderenti che non ha ancora ratificato l’accordo internazionale che propone delle modifiche all’originale Meccanismo europeo di stabilità (MES). Eppure, nel 2021, pur con molte polemiche, il Governo aveva sottoscritto l’accordo. Cosa è cambiato?

Le nuove clausole del Mes

La ratifica prevede che il MES possa fornire un backstop, ovvero una rete di sicurezza finanziaria, al Fondo di Risoluzione comune per le banche. Inoltre, sono state apportate alcune modifiche alle condizioni per accedere all’assistenza finanziaria e introdotta una nuova linea di credito, denominata “precauzionale”. Le nuove condizioni di accesso, basate sul Patto di Stabilità, prevedono che un Paese non debba essere attualmente in procedura d’infrazione. Bisogna cioè avere un rapporto deficit / PIL inferiore al 3% per almeno due anni. Infine, il debito dello Stato rispetto al PIL deve essere inferiore al 60%. Sfortunatamente, l’Italia non soddisfa questi criteri. Attualmente, ha un rapporto deficit / PIL dell’8% e un rapporto debito / PIL del 144%, ben al di sopra delle soglie stabilite. Di conseguenza è difficile che il nostro Paese possa utilizzare questi fondi, almeno per ora. Ma anche Paesi come Francia e Germania hanno un rapporto debito / PIL notevolmente superiore al 60%.

L’opinione di Confindustria

Chiara l’opinione del mondo imprenditoriale sulla questione. «Ricordiamoci che si sta discutendo della ratifica della modifica del regolamento: quindi l’Italia ha già firmato il Mes ed è impegnata per 125 miliardi. Perciò si sta discutendo di una modifica di uno strumento, nato come salva Stati, modificato come strumento sanitario con la pandemia e che oggi potrebbe servire per un eventuale intervento di salvataggio di un sistema bancario. Non quello italiano che ha dimostrato di essere tranquillamente in grado di resistere ad eventuali shock», ha detto Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria. «Se si sta discutendo di una modifica – ha aggiunto – converrebbe inserire la possibilità di utilizzare il Mes come elemento di politica industriale».

La visione di Giorgetti

L’approvazione del Meccanismo Europeo di Stabilità non comporterebbe nuovi o maggiori oneri per l’Italia. Anzi, «nella misura in cui venga percepita come un segnale di rafforzamento della coesione europea, è possibile che la riforma porti ad una migliore valutazione del merito di credito degli Stati membri aderenti, con un effetto più pronunciato per quelli a più elevato debito come l’Italia», ha detto Giancarlo Giorgetti, capo di gabinetto del Ministro dell’Economia; nonostante il parere contrario della maggioranza parlamentare. ©

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Laureato in Economia, Diritto e Finanza d’impresa presso l’Insubria di Varese, dopo un'esperienza come consulente creditizio ed un anno trascorso a Londra, decido di dedicarmi totalmente alla mia passione: rendere la finanza semplice ed accessibile a tutti. Per Il Bollettino, oltre a gestire la rubrica “il punto sui Mercati”, scrivo di finanza, crypto, energia e sostenibilità. [email protected]