Attesa, parole dei banchieri centrali in libertà, timori. Ma intanto si sale. Domani il fondamentale dato sull’inflazione Usa di giugno, previsto in calo dal 4 al 3,1%, da cui dipenderanno le scelte della Fed di settembre (posto che a fine mese alzerà ancora i tassi), oggi il peggioramento dell’indice Zew tedesco sulla fiducia. In Cina però, nonostante un rallentamento della crescita e dei prezzi, salgono i prestiti e la liquidità. Wall Street ha occhi solo per gli affari di casa propria e non si sbilancia tanto in apertura, ma in Europa nel dubbio si compra. E Piazza Affari riconquista i 28mila punti, +0,66%, traguardo raggiunto a fine giugno ma subito perso a inizio mese.
La zampata dell’industria
Terza sessione di guadagni per Milano che guarda appunto all’inflazione Usa, prevista per domani, i conti della Bce, giovedì, e il primo lotto di trimestrali americane, venerdì. Incoraggiante il dato sulla produzione industriale in Italia, rimbalzata dell’1,6% mensile a maggio, il primo aumento in cinque mesi, superando le previsioni di un +0,7%. Il gas poi torna sotto i 30 euro per megawattora. Bene la galassia Elkann, con Iveco e Stellantis promosse a pieni voti da Equita. Su anche Mps e ancora Erg. Saipem ha ancora fiato, sostenuta dal petrolio, dopo il mini rally di luglio. Corre Tenaris.
Euro ai massimi da due mesi
L’euro ha continuato a rafforzarsi e ha anche superato il livello di 1,10 dollari, raggiungendo il punto più alto dall’8 maggio. Gli interessi sui titoli di stato italiani a 2 e 5 anni restano attorno al 4%. Gli investitori ritengono che la Bce abbia ancora molto lavoro da fare – per dirla alla Lagarde – per affrontare le pressioni inflazionistiche nell’Eurozona, nonostante i dati indichino un rallentamento della crescita economica e un allentamento dell’inflazione a livello continentale. Certo, in Germania il carovita si è confermato al 6,4% a giugno, interrompendo il trend discesista scattato a inizio anno anche se “drogato” da un basso effetto base dello scorso anno. Però nell’Eurozona l’inflazione è scesa al 5,5%, minimo di 17 mesi.
Operazione succo d’arancia
Record storico per il future sul succo d’arancia congelato. I maggiori produttori mondiali sono: Brasile, Stati Uniti, Unione Europea, Cina e Messico. L’85% del mercato globale è diviso tra la Florida e San Paolo. Mentre il Brasile esporta il 99% della sua produzione, il 90% della produzione della Florida viene consumato negli Stati Uniti. Ecco, proprio nella penisola che si trova a 90 miglia da Cuba i recenti uragani hanno colpito i boschi di agrumi, gettando i frutti esistenti a terra e spogliando le foglie dagli alberi per impedire la crescita di qualsiasi nuovo frutto. La produzione è precipitata ai livelli degli anni ‘30 del secolo scorso. ©