Le inquadrature dei video sui social sono sempre più storte. Gli influencer si riprendono in momenti di vita quotidiana, non più in studi curati con luci perfette. È il De-influencing, una pratica che rivela un’evoluzione del mercato del marketing online.
Un’inquadratura tremolante
Da TikTok a YouTube, fino a snapchat e instagram, sempre più video brevi cominciano con quello che in gergo si chiama “GenZ Shake”. Il telefono che riprende il protagonista inizia a registrare prima di essere posizionato su un supporto o su un tavolo, dando l’impressione di un contenuto improvvisato.
Sembra tutto più autentico, ma è invece più programmato che mai. È il De-influencing, una tendenza sempre più diffusa su tutti i social. Nel recente passato la qualità dei contenuti su internet, in particolare di quelli video, è aumentata moltissimo.
Dalle riprese incerte con le luci della propria camerata si è passati in una decina d’anni a illuminazione professionale, montaggio curato inquadrature studiate nei minimi dettagli. Nel 2023 però si sta registrando un ritorno al passato.
Sempre più influencer si riprendono in momenti di vita quotidiana, mentre mangiano o escono di casa. Le foto sono sfocate, i video traballanti, tutto per ottenere una immagine genuina. Le ragioni di questo cambiamento, studiato nei minimi dettagli, sono però prettamente economiche.
De-influencing: come sta l’influencer marketing
Pubblicizzare prodotti tramite personalità online non è più un mercato giovane. Ha alle spalle ormai un decennio di esperienza, pratiche stabilite e un pubblico sempre più attento ai trucchi del marketing. Vale circa 14 miliardi di dollari ed è ormai frequentato da aziende di qualsiasi tipo.
Con la maturità sono però arrivati anche i problemi. Anche se il pubblico è immenso, nessuna piattaforma sembra più in grado di crescere ai ritmi del passato. Lo stesso TikTok, che ha raggiunto il miliardo di utenti attivi in tempi record, sta rallentando.
La conseguenza diretta dello stallo della crescita è il calo dei flussi di denaro verso questo settore. Questo spiega anche il motivo dell’esistenza di un fenomeno come il de-influencing. Meno soldi significa più competizione, volta a conquistare soprattutto la fiducia dell’utente.
Il rapporto tra influencer e fan, definito parasociale, cioè basato su una percezione di reciprocità in realtà assente, è alla base del successo del marketing sui social. La finta spontaneità del De-Influencing serve a rafforzarlo, facendo entrare l’utente nella vita, anch’essa falsa, della propria personalità online preferita. ©
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