Un aiuto ai truffati, che spesso sono anziani e soli, arriva da un Ministero dell’Interno, che destina una quota del Fondo Unico Giustizia (QUI i contributi città per città) per la realizzazione di iniziative di prevenzione e contrasto. Ma, esattamente, per che cosa? Sono previste campagne di tipo informativo e formativo, misure di prossimità e interventi di supporto per scongiurare eventuali situazioni di rischio.
Per il 2023 sono finalizzati al Fondo 2 milioni di euro ripartiti tra tutti i Comuni capoluogo di provincia prevedendo una quota fissa, identica per tutti, di 15.000 euro. È prevista anche una quota variabile proporzionale alla popolazione anziana residente in base ai dati Istat.
Occhio a queste situazioni
La situazione più comune per mettere in atto un tentativo di truffa è all’esterno delle banche o delle poste. Infatti, poco dopo aver prelevato contanti il malcapitato potrebbe essere fermato o raggiunto a casa da qualcuno che si presenta come dipendente dell’agenzia. A quel punto, nel momento in cui afferma del verificarsi di un possibile errore, il truffatore sostituirà le banconote con duplicati falsi.
Un’altra pratica comune è quella di fingersi inviati da parenti o amici con l’obiettivo di estorcere denaro per saldare un debito o a seguito di un presunto incidente. Questo può avvenire sia per strada sia attraverso telefonate allarmanti.
Infine, tra le truffe più comuni non mancano le visite a domicilio di operatori o funzionari, pubblici o privati che si presentano come tali. E ancora online con la pratica del phishing, che può essere combattuta verificando sempre la provenienza delle mail sospette e limitando la diffusione di informazioni riservate.
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