domenica, 28 Aprile 2024

BRICS in espansione: chi guadagna e chi perde?

DiMarco Battistone

17 Settembre 2023
Sommario
BRICS

L’espansione dei Paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) va di fatto a creare un’organizzazione parallela – e per certi versi opposta – al G7. Ma potrà veramente fermare un blocco compatto, anche dal punto di vista economico? 

Scenari d’insieme 

«Il BRICS è un gruppo informale di Stati» si legge ancora sul portale (infobrics.org) dell’organizzazione. Ma anche questo primo aspetto sembra poter cambiare. Lo fanno pensare le “new entries” che il 2024 porterà con sé: Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Un insieme estremamente vario, per distribuzione geografica e per condizione di sviluppo economico e sociale. Ma a influenzare la scelta, secondo il gruppo, sarebbero stati criteri di «rilevanza geopolitica». In effetti, grazie a questo “round di acquisizione”, il BRICS giungerà a comprendere praticamente il 29% del PIL mondiale (World Bank) e quasi il 46% della popolazione (UN). In sostanza, si pongono le basi per una vera e propria alleanza, strategica a livello internazionale.

Chi vince e chi perde

Dalla crescita del gruppo hanno da perdere parecchi attori dello scenario geopolitico. In primis, gli Stati Uniti, che vedono la loro egemonia minacciata da un’entità del tutto autonoma da loro. In particolare, perdono parte del loro controllo su Paesi, come Argentina e Brasile, tradizionalmente dipendenti dall’Occidente. Proprio nel momento in cui la guerra in Ucraina sembra ridisegnare un quadro internazionale dalle divisioni più nette. E proprio la Russia è uno dei Paesi che si avvantaggerà di più di quest’alleanza, potenzialmente capace di ridurre il suo isolamento internazionale e la difficoltà a trovare mercati su cui vendere i propri prodotti. Così anche per la Cina, che potrebbe invece trovarvi uno sbocco naturale per la sua politica di potenza internazionale. Meno chiare le conseguenze per l’Unione Europea. È probabile, però, che tanto più stretti si faranno i legami tra i Paesi del nuovo BRICS, quanto più inconciliabile diverrà il loro rapporto economico con, con tutte le conseguenze del caso.

Orizzonte corto

Nonostante l’entusiasmo del momento, bisognerebbe guardare con prudenza all’eventualità che il BRICS possa diventare un’alleanza economica in tutto e per tutto. A smentirlo è la situazione interna eterogenea dei Paesi che ne fanno parte. Alcuni Paesi, per esempio, come Brasile, Argentina o la stessa Cina, i cui export verso gli USA a luglio sono cresciuti di nuovo sopra i 43 miliardi di dollari, sono ancora fortemente dipendenti dalla domanda occidentale. Sembra dunque difficile immaginarseli legati a Stati, come Russia o Iran,  in aperto conflitto con l’Occidente. Ad aggiungere ai dubbi, l’ attuale rischio di default che l’Argentina, fortemente indebitata verso il Fondo Monetario Internazionale, affronta. Una serie di fattori che, almeno nel breve termine, potrebbero minare l’unità del neonato blocco.

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📸 Credits: Canva

Studente, da sempre appassionato di temi finanziari, approdo a Il Bollettino all’inizio del 2021. Attualmente mi occupo di banche ed esteri, nonché di una rubrica video settimanale in cui tratto temi finanziari in formato "pop".