giovedì, 14 Novembre 2024

Donne e lavoro, quale futuro per le ragazze?

Sommario

Il gender gap non scoraggia le ragazze. Anzi. Sono sempre più numerose le giovani donne che puntano sulla formazione. Dal 2000 al 2020 la quota di studentesse universitarie nel mondo è aumentata (dal 48,8% al 51,9%) ed ha superato quello dei ragazzi. Le laureande sono oggi 113 ogni 100 studenti maschi, tranne nell’Africa sub-Sahariana dove il rapporto è di 76 studentesse ogni 100 laureandi (Terre des Hommes – Dossier Indifesa 2023). Le discipline STEM (Science, Technology, Engineering & Mathematics) che, in generale, forniscono al laureato i mezzi per ottenere lavori stabili e remunerativi però non risultano attrattive per le donne a causa di stereotipi e pregiudizi ancora non del tutto scardinati.   

Studentesse in ambito STEM

La quota di donne che studiano materie in ambito STEM, a livello globale, è del 35%. In Europa si ferma al 32,7%. In Italia invece su 10 laureati in discipline STEM, 4 sono donne. Il divario maggiore è documentato nelle facoltà di ingegneria a vocazione industriale dove i maschi superano l’80% degli iscritti. Nel settore dell’intelligenza artificiale, ad oggi, solo 1 professionista su 5 è di sesso femminile. Nell’intero universo del tech europeo le donne occupano solo il 22% dei posti di lavoro disponibili. Si stima che se tale quota venisse raddoppiata arrivando al 45% (quasi 4 milioni di donne) il settore potrebbe godere di un aumento della redditività tra i 260 e i 600 miliardi di euro. Attualmente, anche se con uno scarto minore rispetto ad altri comparti, però lo squilibrio salariale è evidente anche nell’innovazione tecnologica: le donne guadagnano in media 1.650 euro al mese, gli uomini 1.845 euro.

Donne e lavoro, l’analisi del Premio Nobel dell’Economia

Nei giorni scorsi ad aggiudicarsi il Premio Nobel dell’Economia è stata Claudia Goldin. L’economista 77enne statunitense, dall’Università di Harvard ha lanciato, a più riprese, l’allarme per le disuguaglianze di genere nel mercato del lavoro. Nelle sue ricerche sul gender gap, Goldin ha analizzato il fenomeno scoprendo quali siano i fattori all’origine delle differenze salariali e delle diverse opportunità occupazionali tra uomini e donne. Ed è stata proprio tale scoperta a far sì che la specialista in storia del lavoro e dell’economia fosse insignita del prestigioso premio.

Gender gap nel mercato del lavoro

Il divario nel mercato del lavoro globale è stato da Goldin dimostrato con dati empirici: solo il 50% delle donne ha un’occupazione, mentre per gli uomini si supera l’80%. A ciò Goldin aggiunge che «le donne guadagnano meno degli uomini e hanno meno probabilità di raggiungere la vetta della carriera». Un quadro che, secondo l’autorevole economista, non è cambiato negli ultimi due secoli, anche se ruoli e mansioni della donna nella società si sono profondamente evoluti.

Donne e lavoro, l’effetto della genitorialità

Se oggi nei Paesi ad alto reddito, in media, il livello di istruzione delle donne è superiore a quello degli uomini la ragione sarebbe da attribuire all’utilizzo della pillola contraccettiva. Il farmaco, consente di controllare le nascite evitando gravidanze indesiderate che possono condizionare la vita scolastica e professionale di ogni neomamma. L’essere madre infatti crea quello che Goldin definisce “l’effetto della genitorialità”: essere penalizzate sia nell’accesso al mercato del lavoro sia nelle retribuzioni. ®

📸 Credits: Canva

Giornalista professionista appassionata di geopolitica. Per Il Bollettino mi occupo di economia e sviluppo sostenibile. Dal 2005 ho lavorato per radio, web tv, quotidiani, settimanali e testate on line. Dopo la laurea magistrale in Giornalismo e Cultura Editoriale, ho studiato arabo giornalistico in Marocco. Ho collaborato a realizzare in Saharawi il documentario La sabbia negli occhi e alla stesura della seconda edizione del Libro – inchiesta sulla Statale 106. Chi è Stato?