Aumentano i prezzi delle obbligazioni e i rendimenti scendono. La possibilità di un taglio dei tassi di interesse da parte della FED e dei suoi omologhi globali contribuisce a spingere al rialzo il settore.
L’andamento delle obbligazioni europee
In Europa, i rendimenti tedeschi a 10 anni sono scesi al 2,3%, il minimo da luglio, dopo che i dati sull’inflazione hanno evidenziato un calo nei numeri nazionali che saranno pubblicati mercoledì. I rendimenti britannici con scadenza simile sono scesi al 4,2%. Mentre quelli italiani sono al 4%. Gli operatori aumentano le scommesse sul taglio dei tassi da parte della Banca Centrale Europea, prevedendo un intero punto percentuale di allentamento il prossimo anno, con la prima mossa a giugno.
Per alcuni analisti, i mercati esagerano nel prezzare tagli di tale portata. Justin Onuekwusi, chief investment officer di St. James’s Place Plc, ha affermato che la BCE si è dimostrata molto critica nei confronti dell’inflazione e che probabilmente inizierà ad allentare la pressione solo verso la fine del prossimo anno.
Le obbligazioni americane
I rendimenti dei Treasury statunitensi a 2 e 10 anni sono scesi entrambi di sette punti base, rispettivamente al 4,62% e al 4,23%. I titoli australiani hanno registrato un’impennata, facendo crollare i rendimenti decennali di 14 punti base, dopo che i dati sull’inflazione locale, più deboli del previsto, hanno spinto gli operatori a scommettere che la Reserve Bank of Australia (RBA) abbia finito di aumentare i tassi.
Il governatore della FED Christopher Waller ha contribuito a rafforzare le scommesse sul taglio dei tassi, quando ha affermato che l’attuale livello di politica sembra ben posizionato per rallentare l’economia e ridurre l’inflazione. «Waller è sempre stato un membro falco, quindi il fatto che abbia parlato di dovish è stato significativo. Sembra che la FED abbia concluso il suo ciclo di rialzi», ha detto James Wilson, senior portfolio manager presso Jamieson Coote Bonds Pty a Melbourne.
Nelle loro ultime previsioni, i responsabili delle politiche statunitensi hanno anticipato un ulteriore aumento dei tassi quest’anno, cosa che finora non hanno fatto, e un taglio di mezzo punto percentuale nel 2024. Aggiorneranno tali previsioni nella riunione del 12-13 dicembre.
La volatilità del mercato
L’attuale rally è solo l’ultima svolta in un anno volatile per le obbligazioni. I titoli hanno registrato un’impennata a gennaio, prima di subire un’oscillazione nei sei mesi successivi, per poi iniziare una discesa di tre mesi a partire da agosto. L’indice Bloomberg Global Aggregate Total Return era sceso fino al 3,8% a metà ottobre, quando ha toccato il fondo. Ora l’indicatore è in rialzo dell’1,4% per il 2023.
«La FED sta fornendo i parametri per un potenziale allentamento della politica», ha dichiarato Gregory Faranello, responsabile della strategia e del trading sui tassi USA per AmeriVet Securities a New York.
L’ultimo mese in cui si è registrato un rally più forte di quello attuale è stato il dicembre 2008, quando la FED ha tagliato i tassi al limite dello zero e si è impegnata ad aumentare i prestiti al settore finanziario dopo il crollo di Lehman Brothers Holdings Inc. In quel mese l’indice globale del debito di Bloomberg è balzato del 6,2%. ©
📸 Credits: Canva.com