Le notizie, per essere affidabili, devono essere verificate. È il compito di chi le scrive, ovvero i giornalisti. Una categoria spesso bistrattata ma che offre alla collettività il prezioso servizio di informare. Per essere cittadini ben informati non basta leggere qualsiasi articolo che appaia online, bensì assicurarsi che sia opera di un professionista. Perché dietro l’angolo c’è il rischio di incorrere in una fake news. Come riconoscerle?
Dallo scorso maggio a oggi le notizie false diffuse in rete sono aumentate del 1000%, dice il sito di monitoraggio NewsGuard. Oltre seicento i siti identificati, con notizie prodotte per lo più dall’artificiale, ovvero non da una persona.
Come riconoscere una fake news
- Un modo per capire se siamo di fronte a un sito poco affidabile è il suo nome. Devono sempre insospettire titoli troppo generici.
- Altro indizio è che si tratta spesso di giornali con centinaia di articoli su argomenti poco circoscritti in ambito politica, tecnologia, intrattenimento o viaggi. E che pubblicano news su fatti clamorosi – ma falsi – come ad esempio la morte di persone famose o potenti del mondo per creare curiosità e click.
- Un altro trucco che utilizzano è riportare eventi del passato, spacciandoli però per novità.
- Attenzione anche ai video. Lo scorso ottobre anche la Polizia postale ha pubblicato un comunicato in cui ricorda di diffidare di notizie di cui non si è verificata l’autenticità. «L’intelligenza artificiale» si legge, «consente di riprodurre fedelmente persone esistenti nella vita reale, falsificandone con precisione non solo l’aspetto ma anche la voce».
Gli esempi si sprecano
Uno dei casi più recenti salito alle cronache è quello dell’influencer fake generata dall’intelligenza artificiale, Emily Pellegrini. Talmente credibile che a cercare di contattarla sono state perfino star internazionali, come ha raccontato la 23enne che ha creato il personaggio con ChatGpt. Ma dentro le fake news può finire di tutto. Si va dai presentatori tv cinesi, che diffondono veline a favore del regime di Pechino, alla testata Global Village Space, che ha pubblicato un’intervista a un sedicente psichiatra di Netanyahu, poi rivelatasi una bufala basata su un pezzo di satira del 2010.
I timori dei lettori
Non tutti hanno gli strumenti per capire se hanno di fronte una notizia falsa. Secondo il terzo Rapporto Ital Communications-Censis Disinformazione e fake news in Italia pubblicato a luglio scorso, il 76,5% degli intervistati ritiene che le notizie false siano sempre più sofisticate e difficili da scoprire. Mentre il 20,2% crede di non avere le competenze per riconoscerle. C’è poi la schiera dei negazionisti, pari quasi a un terzo degli intervistati. Sono loro a negare l’esistenza delle bufale e a pensare anzi che si tratti di notizie deliberatamente censurate e fatte passare come false. Tra questi ci sono in particolare i più anziani e chi ha un basso livello di scolarizzazione. ©
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