domenica, 28 Aprile 2024

I trattori bloccano l’Italia e l’Europa. Quali settori tremano?

DiEdoardo Lisi

30 Gennaio 2024 ,
Sommario
agricoltori

Weekend di paura per il settore agricolo. Agricoltori da tutta Italia si stanno radunando per chiedere più tutele all’UE e al Governo. Le prime prove della protesta che investirà l’intera Europa sono iniziate oggi sull’A1 Valdichiana e nel Bergamasco. Ma il momento clou sarà questo fine settimana, quando centinaia di trattori si riverseranno sulle autostrade italiane. Intanto, gli agricoltori francesi in rivolta bloccano le vie di accesso al Paese Transalpino con i loro mezzi. I camion merci sono fermi da ore in entrata e in uscita. Quali conseguenze avrà la mobilitazione del settore agroalimentare?

Quali conseguenze avranno le proteste degli agricoltori italiani?

Il blocco delle principali strade italiane rischia di innescare un effetto a catena sul settore agroalimentare, che potrebbe ripercuotersi sia sugli agricoltori sia sui consumatori. La protesta rischia di danneggiare ancora di più un comparto che da quattro anni vive un momento difficile. La difficile congiuntura economica e i sacrifici imposti dalla transizione ecologica.

Il paradosso è che le manifestazioni organizzate per attirare l’attenzione dell’UE sulla crisi dell’agroalimentare potrebbero far aumentare ancora di più i prezzi dei prodotti alimentari, già sull’altalena a causa del progressivo aumento del costo delle materie prime per I conflitti mondiali.

Ma in ballo c’è molto di più. I blocchi stradali, infatti, sono un ostacolo all’intero trasporto merci in entrata e in uscita dal nostro Paese. Una situazione che potrebbe portare a una paralisi del traffico commerciale in Europa, che si va aggiungere alla crisi nel Mar Rosso.

Quali merci scarseggeranno nei nostri negozi?

I blocchi stradali degli agricoltori francesi rischiano di svuotare gli scaffali dei supermercati. Infatti, la Francia rappresenta il primo fornitore italiano del settore, con un valore complessivo di 7,1 miliardi di euro, pari all’11,8% del mercato nazionale (Italian Trade Agency).

Nel migliore dei casi, i prezzi degli alimenti aumenteranno a causa della scarsità di prodotto. In particolare, i principali cibi che importiamo dal Paese Transalpino sono:

agricoltori

carni ovine e bovine;

oli raffinati;

formaggi;

vino

Gli altri settori a rischio

L’agroalimentare non è il solo settore a tremare. Infatti, la Francia è un fornitore indispensabile dell’Italia in diversi comparti, con un volume totale che nel 2022 ha raggiunto 48,5 miliardi di euro di importazioni.

In particolare, la moda è tra i settori più a rischio. Infatti, le case italiane importano la maggior parte dei tessuti dal Paese transalpino. Non si salva neanche l’automotive francese, che nel 2023 ha raggiunto un valore dell’export verso il nostro Paese pari a 3,5 miliardi di euro.

Anche l’industria italiana è a rischio. Infatti, importiamo dalla Francia macchinari e prodotti della metallurgia per rispettivamente 3,7 e 2,9 miliardi di euro.

I trattori mettono a rischio l’export nazionale

L’Italia e il primo esportatore della Francia per livello di prezzo. L’agroalimentare frutta al nostro Paese 6,4 miliardi di euro (Italian Trade Agency), occupando una quota sul mercato nazionale di 6,4 milioni di euro.

L’alimento più commmerciato è l’olio vegetale e animale, per un valore complessivo di 525 milioni di euro. Ma a rischio ci sono anche le esportazioni di:

pomodoro;

pasta;

formaggi.

In particolare, i francesi apprezzano Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Mozzarella di bufala e Gorgonzola. Complessivamente, i vicini Transalpini importano circa 844 milioni di euro di formaggi dal nostro Paese.

Perché protestano gli agricoltori?

Gli agricoltori francesi si uniscono ai colleghi europei nelle proteste contro le politiche europee. I produttori transalpino lamentano una diminuzione del reddito a causa dell’aumento dei prezzi dei fertilizzanti e del costo dell’energia. Tuttavia, al di là delle richieste particolari di ogni Stato, il filo rosso e rappresentato dalla critica verso il Green Deal dell’UE. In particolare, i coltivatori puntano il dito contro i vincoli, la tassazione e l’importazione da Paesi dove non vigono regolamenti produttivi e sanitari. ©

📸 Credits: Canva

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